Capitolo 26

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Pov Jessica

I nostri ragazzi sono cugini perchè le loro madri sono sorelle.

E fin qui, tutto ok.

Ma appena Jasmine mi ha detto che le loro madri sono figlie di un mafioso potentissimo e che hanno pure un fratello, mi è crollato il mondo addosso.
Non perchè fossero cugini o perchè le madri avessero un fratello, nè tantomeno perchè sono figlie di un mafioso.

Mi è crollato il mondo addosso, perchè il fratello delle loro madri, è il padre di Caleb o Karter, il ragazzo psicopatico che ci ha rapite e che mi ha drogata.
Non so come si chiami in realtà, a scuola si faceva chiamare Caleb, ma nell'elenco era Karter Baker.

<<Jess>> mi richiama sulla terra Jasmine
<<tutto ok?>> continua.
<<no, sono scossa Jasmine, i-io non so che dire, so-sono arrabbiata e confusa>> dico cercando di non balbettare, senza alcun risultato positivo.
<<si, capisco, ma anche noi dobbiamo svuotare il sacco Jess>> dice Jasmine cercando di convincermi a dire la verità sui nostri nomi, ai ragazzi.
<<no, non ora, non domani mattina, non possiamo, non dobbiamo>> dico io <<domani è il compleanno di Henry, lo passeremo in totale tranquillità, poi faremmo passare qualche settimana e dopo diremmo loro la verità, è la cosa più giusta da fare>> concludo.
<<Hai ragione, Jess>> dice Jasmine comprensiva
<<ma io non ce la faccio più, non posso tenerlo nascosto ancora per molto>> dice lei
<<no Jasmine, dobbiamo. E poi Henry e Thomas ci hanno tenuto nascosta una cosa importantissima, ci hanno tenuta nascosta la verirà, quello che sono, noi dobbiamo aspettare, me lo prometti?>> chiedo titubante.
Non so se Jasmine riuscirà a tenere nascosto tutto questo.
Ma se loro sono riusciti a tenere nascosto un segreto sulle loro famiglie, noi terremo nascosto un segreto un po' più piccolo e meno importante.
Noi abbiamo tenuto nascosto solo il nostro primo nome, tutto qui.
Non ci siamo inventate strane idee sulle nostre famiglie come hanno fatto loro.

<<te lo prometto>> dice Jasmine e mi lasciò sfuggire un sorriso.

Poi rientriamo in camera e troviamo i ragazzi seduti sul letto, con le mani sulle ginocchia, a fissare il vuoto. Il nulla cosmico.

<<ehilà>> attira l'attenzione Jasmine, agitando una mano davanti a Thomas, come per risvegliarlo dai suoi pensieri. Ma niente, non si muove, e così anche Henry.

<<ragazzi, tutto ok?>> prendo parola io
<<e?>> chiede all'improvviso Henry, risvegliandosi dal suo stato di trance.
<<tutto ok? Non vi muovete proprio>> ripeto io
<<si, si tutto ok>> dice Henry
<<I nostri genitori ci hanno invitato a una cena di gala>> dice Thomas
<<e quindi?>> chiede Jasmine
<<è tra una settimana, e dobbiamo presentare le nostre dame >> continua Thomas, e quando pronuncia la parola "dame" il mio corpo si blocca, si gela.

Avevo già sentito questa parola, me la ricordo perfettamente.

Flashback

Sto scendendo le scale con in mano le mie bambole preferite.
Quando all'improvviso, Barbie sirena e Barbie veterinaria, mi scivolano dalle mani.
Mi chino in avanti per riuscire a prenderle, ma faccio un movimento brusco e scivolo anche io.
Avevo paura di cadere, ero convinta di stare per rompermi una gamba, ma mi sento sollevare da un braccio forte.

Avevo paura di cadere, ero convinta di stare per rompermi una gamba, ma mi sento sollevare da un braccio forte

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<<papà!>> grido. Lui, da bambina, era il mio eroe.
<<ehi principessa! Sta' attenta, rischi di farti male, lo sai? Io ho solo una Tessa Jessica Barkinson, non posso perderla!!>> dice con tono scherzoso
<<papà, a me non piace il nome Tessa!>> dico io con tono acuto <<non chiamarmi mai più così, voglio essere chiamata Jessica, e basta>> dico io alzando ancora di più la voce
<<va bene piccola mia, ma ora abbassa un po' la voce, o sveglierai quella peste di tuo fratello>> dice lui, facendomi segno con il dito di stare in silenzio.
<<va bene, papà>> dico io a bassa voce
<<ora vieni qui, sul divano>> mi indica di seguirlo, e io, lo seguo.
<<ti devo parlare di una cosa importante>> dice lui
<<dimmi papà>> dico io
<<sai, in un paese qui vicino, ad Edimburgo, ma anche in altre città, ci sono delle persone pericolose. Si chiamano mafiosi, e sono uomini ricchi e violenti, non con tutti.
I maschi, hanno dei doveri da rispettare, e anche le donne li hanno. I maschi, devono comandare e le donne devono comportarsi bene nei loro confronti, tu sei una donna, lo sai, vero?>> dice lui
<<si papà, lo so, non sono stupida, ma perchè mi dici questo?>> chiedo io, ero solo una bambina di sette anni, non potevo sapere a cosa aspirasse mio padre
<< vedi, questi uomini, hanno bisogno delle mogli, che nel mondo mafioso vengono chiamate dame, a te piacerebbe diventare una dama?>> mi chiede lui
<<si papà, ma le dame sono delle principesse?>> chiedo io
<<si, diciamo di si>> dice lui <<ora devi fare solo una cosa piccola mia, devi scrivere su questo foglio il tuo nome e il tuo cognome, in corsivo, sai come si fa, vero?>> chiede lui porgendomi una penna.
<<certo che lo so, papà!>> dico io iniziando a prenderla, ma poi mi blocco.

La porta di casa si apre, e io corro ad abbracciare mia madre.

<<mamma!>> grido
<<amore! Che stai facendo con questa penna?>> mi chiede lei vedendo che ho la penna in mano.
<<stavo scrivendo con papà>> dico indicandolo e lei sporge la testa con uno sguardo preoccupato e arrabbiato.
<<Hai già scritto?>> mi chiede cercando di mantenere la calma
<<no, sono venuta a salutarti, ora vado>> dico, inizio a camminare, ma mia mamma mi ferma e mi prende in braccio.
<<vieni tesoro, vai a riposarti un po'>> dice mettendomi nel mio letto e io prendo io mio pupazzo e lo abbraccio.

Mi sto per addormentare, quando sento delle grida. Sono loro.

<<ti sembra normale?>> inizia a gridare mia madre
<<ti sembra normale fare firmare un contratto di matrimonio combinato a una bambina?>> continua lei
<<avremmo ottenuto molti soldi!>> si guustifica mio padre, e il suo tono dolce chr aveva usato con me, sparisce.
<<i soldi, li puoi ottenere andando a lavorare, andando a spaccarti la schiena come faccio io, e che sia chiaro, mia figlia, non firmerà proprio nulla, mai, si sposerà per amore, e non con un uomo quarant'anni più grande di lei, dovrà essere qualcuno che ama davvero, capisci?>> continua mia mamma.
<<i matrimoni d'amore sono una cazzata, è meglio che te lo ficchi in testa>> conclude la discussione mio padre, e poi, finalmente riesco ad addormentarmi.

Fine flashback

<<Jess, ci sei?>> mi chiede Henry
<<si, ci sono>> dico io
<<allora, ci verrai?>> chiede lui e io, cercando di non dare parola ai ricordi, accetto.

Amore è la risposta - Lethal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora