Durante il ritorno in macchina un silenzio tombale li aveva accompagnati per tutto il tempo, con Yoongi intento a controllare la copia del documento proposto da Anderson -che alla fine era stato scartato- e Taehyung che fissava gli edifici scorrere oltre il finestrino con la cravatta sfatta e i primi bottoni aperti.
Non si erano più rivolti la parola da quando avevano battibeccato e, da un certo punto di vista, il corvino ne era abbastanza sollevato.
Si sentiva uno stupido ad aver anche solo pensato di poter andare d'accordo con Taehyung: aveva decisamente preso sotto gamba quanto potesse essere ingestibile un ragazzino troppo cresciuto e svogliato come lui.
Aveva chiuso un occhio sul fumo, gli era venuto incontro riguardo il come rivolgersi a lui, si era offerto di aiutarlo a sistemarsi gli abiti... e in cambio Taehyung aveva cercato di ubriacarsi nel bel mezzo della giornata lavorativa!
E aveva pure avuto il coraggio di arrabbiarsi con lui per questo, come se non si rendesse minimamente conto del fatto che insisteva su certe cose per il suo bene!
Ma arrendersi al primo giorno non era una possibilità da prendere in considerazione, non per lui che era tanto testardo quando si trattava di portare a termine i propri compiti al meglio.
"Buona giornata."
Ringraziò l'autista una volta arrivati nel parcheggio sotterraneo della KS ed egli lo guardò con preoccupazione avendo palesemente capito quanta tensione vi fosse fra lui e Taehyung.
Ma non disse nulla, semplicemente rimise in moto e si allontanò lasciando Yoongi solo.
Nel voltarsi vide il rosso già avviatosi verso l'ascensore e con passo spedito lo raggiunse.
La salita lo mise decisamente a disagio quando Taehyung rimase con gli occhi incollati al cellulare continuando a non proferire parola.
Yoongi entrò nell'ufficio subito dopo il rosso e si era già avviato verso la propria scrivania ancora spoglia per posare le scartoffie quando la voce dell'altro lo fece fermare a metà strada.
"Voglio mettere in chiaro un paio di cosette."
Si voltò verso di lui, osservandolo mentre gli si avvicinava nuovamente.
A differenza di quando aveva fatto lo stesso quella mattina stavolta la sua camminata non era contraddistinta da una stizza accesa e dirompente, ma da una lenta rabbia che ribolliva nel profondo e che gli faceva compiere un passo alla volta.
Inclinò il viso verso l'alto quando il rosso gli fu davanti, per guardarlo dritto negli occhi, e quasi impercettibile aumentò la stretta sui documenti che aveva ancora fra le mani.
"Io sono il tuo capo, non il contrario. Quindi la prossima volta che ti lamenterai di quel che faccio e di come lo faccio, vedi di stare attento."
Dalla voce bassa si percepiva tutta la sua serietà a riguardo e qualsiasi dipendente avrebbe fatto bene a starsene zitto col capo chino accettando passivamente l'avvertimento.
Ma Yoongi no.
Tenne la testa alta, lo sguardo fisso nel suo, e ribatté.
"Il mio compito è proprio assicurarmi che lei svolga al meglio il suo lavoro. E le faccio notare che sì, lei è un mio superiore, ma il mio capo è la signora Kim, non lei, signorino Kim."
Il problema principale che Yoongi aveva riscontrato era infatti proroga questo: Taehyung si credeva superiore ad ogni persona, etichetta e norma di comportamento aziendale, ma non lo era affatto.
Non quando lavorava solamente in quanto "figlio di mamma", non quando era lei ad aver scelto i suoi compiti e le persone intorno a lui.
Capì immediatamente di aver toccato un tasto dolente perché gli occhi di Taehyung si ridussero a due fessure talmente sottili che lasciavano intravedere a malapena la sclera candida, dando l'impressione che essa non vi fosse nemmeno.
"Fidati, sono perfettamente in grado di farti licenziare se voglio."
Parevano gli occhi di un diavolo, neri come pece e senza fondo come l'abisso dell'inferno, ma Yoongi aveva subito sguardi inquisitori del genere già parecchie volte nel corso della sua vita.
Ormai non lo scalfivano più, ma se la paura non c'era, a predominare in lui in quel momento c'era tanto, tanto disappunto per quel ragazzino che tanto si atteggiava da uomo tutto d'un pezzo.
"Signorino Kim, se lei avesse davvero un potere del genere sono alquanto sicuro che non dovrebbe sottostare ad una agenda decisa da altri."
Doveva proprio ritenersi fortunato ad avere davanti a sé Yoongi: avrebbe dovuto essergli grato e baciargli le scarpe perché non tutti avevano la sua pazienza.
Non tutti avrebbero accettato quel suo comportamento cercando di rispondere con calma e senza dichiarare niente ai tabloid distruggendogli la reputazione o ricattandolo con la minaccia di farlo.
Probabilmente nemmeno si stava rendendo conto delle ripercussioni che ciò avrebbe potuto avere sul suo futuro, ma considerando la mole di denaro su cui poteva sedersi forse non avrebbe avuto effettivamente chissà che grandi problemi.
Taehyung si avvicinò ulteriormente andando a sfiorare con la propria cravatta la sua, pronto a parlare ancora, ma fu in quell'istante che, nell'averlo così vicino a sé, a Yoongi tornò in mente la confessione che l'altro gli aveva fatto a pranzo riguardo il suo volersi scopare altri uomini.
Un brivido gli scese lungo la schiena e non poté fare a meno di abbassare lo sguardo sulle sue labbra troppo vicine dalle sue e ritirare il capo di qualche centimetro.
Errore peggiore non avrebbe potuto farlo.
Taehyung se ne accorse immediatamente e un sorrisetto poco rassicurante si dipinse sulle sue labbra.
"Non dirmi che hai paura ora che sai che mi piacciono gli uomini."
Fece un ulteriore passo avanti per colmare del tutto la distanza fra di loro, il suo respiro che oramai era un tutt'uno con quello Yoongi, e quest'ultimo deglutì, ma senza mai distogliere lo sguardo.
Ormai era una sfida, e lui non aveva alcuna intenzione di perdere: non poteva dar corda a Taehyung, non così.
"In generale non gradisco quando si invade il mio spazio personale. Non ho nulla contro gli omosessuali: è stato fortunato."
Così come aveva fatto la mattina stessa, Taehyung inclinò leggermente il capo perplesso con le sopracciglia leggermente aggrottate, a quanto pare era un suo gesto abituale.
"Fortunato? Capisco di poter sembrare poco maturo, ma pensi davvero io sia così stupido da tirare ad indovinare per dichiararmi gay ad uno sconosciuto qui in questo paese del cazzo? Si capisce subito che lo sei pure tu."
Stavolta Yoongi non fu in grado di rimanere impassibile: sgranò gli occhi incredulo e sentì chiaramente i propri battiti accelerare.
Come faceva a saperlo?!
Fece un passo indietro d'istinto e Taehyung tornò diritto col capo con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra.
"Comunque quel che volevo dire l'ho detto. Va pure a gironzolare per i piani inferiori, fa quel che ti pare."
Detto ciò gli diede le spalle andandosi a sedere alla scrivania, piedi incrociati su di essa e la Switch fra le mani come nulla fosse successo mentre Yoongi ancora lo fissava confuso coi battiti accelerati dall'agitazione.
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SPAZIO POLIPETTA 🐙Pian pianino iniziano le cose più interessanti!
Fra Yoongi e Taehyung pare che stia andando sempre peggio, e vi ricordo che siamo ancora soltanto al primo giorno di lavoro...
Secondo voi come andrà avanti? Chi dei due cederà per primo? Ma soprattutto, come si comporterà adesso Yoongi nel sapere di essere stato "scoperto"?
Non vedo l'ora di sapere le vostre teorie cuties!
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Forza Signorino Kim! [TAEGI]
FanfictionLavorare per la Kim's Silk, leader nel mercato della seta, è il sogno di molti coreani. Sorprendentemente Min Yoongi viene assunto :sarà l'assistente di Kim Taehyung, nuovo presidente operativo nonché erede dell'azienda. Ma cosa accadrebbe se Taehyu...