~𝓜𝓲𝓷𝓱𝓸~

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Il suono della sveglia riempì il silenzio della camera da letto, dando fastidio al ragazzo che si dovette svegliare per spegnerla. Si stirò mettendosi a sedere ancora sotto le coperte, rischiando di colpire il gatto rosso accoccolato ai suoi piedi sopra il piumone caldo.
Prese il telefono notando che nessuno si era degnato di cercarlo. Ma va bene, poteva farcela anche da solo, non aveva bisogno di loro.
Si alzò dal letto e dirigendosi al bagno con l'intenzione di fare una doccia fredda per svegliarsi.
Era ancora molto assonnato considerando fossero le 6 di mattina, ma a lui piaceva fare le cose con calma, odiava avere fretta.
Accese l'acqua spogliandosi del pigama e si buttò sotto il getto d'acqua fredda. Risvegliatosi piano piano i peggiori scenari di lui che faceva brutta figura il primo giorno di scuola iniziarono ad occupargli la mente, offuscandola così tanto che dovette mettere la musica per distrarsi.
Uscì dalla doccia dopo una mezz'oretta, quando il telefono indicava ormai le 6:53.
Si asciugò e sivestì, asciugando anche i capelli col phon e dandogli un senso con la piastra.
Fece un pò di skincare, prima di scendere a preparare la colazione, composta ovviamente da un ice coffee e tre pancake giapponesi, con l'impasto "di emergenza" che teneva sempre pronto nel frigorifero, con panna e mirtilli.
Mise un giacchettino di pelle e uscì di casa che erano le 8A:20, con delle grosse valige alla mano, non prima di aver salutato i tre gatti e avergli dato abbastanza cibo per il resto del giorno.
Il suo appartamento si trovava a Seoul, nel quartiere di Cheongdam(*), e distava dall'Università (ad Ansan) esattamente 32 minuti. Sarebbe arrivato in tempo per prendere le chiavi del dormitorio e ricevere l'orario provvisorio delle lezioni, si disse il moro. E con quel pensiero caricò le valige nel bagagliaio della macchina, salendo poi in essa e sfrecciando per le strade si Seoul.

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Arrivato a scuola parcheggiò nel parcheggio sotterraneo riservato ai liceali come lui e scese prendendo lo zaino.
Si diresse verso la segreteria, attendendo poi in fila, cercando più che altro di nascondersi dietro i capelli lunghi che ricadevano a ciocche sui suoi occhi.
Perché ci devono essere così tante persone? Si chiese mentre aspettava pazientemente il proprio turno.
Ad uno ad uno ogni ragazzo lì presente andò in segreteria, e quando finalmente anche l'ultimo ragazzo uscì si sentì sollevato, perché non c'era più nessuno apparte la segretaria, lui, e appunto il ragazzo che stava uscendo lasciandogli il posto... Che tra l'altro era molto carino, constatò il moro.

Aveva i capelli biondi, il labbro inferiore abbastanza pieno, mentre l'alto fine. Aveva delle guance piene e per qualche secondo si chiese se stava per caso mangiando, ma non stava masticando, per cui alla fine si disse che no, non stava mangiando. E gli occhi, grandi occhi marroni, che sprigionavano una luce strana.
Una luce che non prometteva niente di buono. La sua faccia era tremendamente carina però.
Il biondo vedendo che l'altro ragazzo lo stava fissando gli sorrise.
Ma al moro sembrò più una smorfia sfacciata che un sorriso educato.
Arrossì dall'imbarazzo, dandosi dell'idiota per aver fissato qualcuno in quel modo e subito l'ansia lo prese alla sprovvista, scuotendo il suo corpo in tremori(**).
Mentre il biondo se ne andava le loro spalle finirono casualmente per sfiorarsi e il moro sperò tantissimo che l'altro non avesse percepito il tremore del proprio corpo.
Solo dopo che l'altro se ne fu andato si riscosse da quella sorta di bolla immaginaria in cui era caduto.
Aish, che figuraccia, pensò mentre entrava nella segreteria scolastica.
Vabbè, tanto non ci avrebbe più avuto a che fare.

Dopo aver parlato con la segretaria per presentarsi e spiegare in che hanno era, la ragazza gli passò la copia dell'orario insieme a delle chiavi con attacco un portachiavi formato da un misero cerchietto di legno con su scritto ㅊ (C) 48.

~𝓨𝓸𝓾'𝓻𝓮 𝓝𝓸𝓽 𝓐𝓵𝓸𝓷𝓮, 𝓣𝓻𝓾𝓼𝓽 𝓜𝓮~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora