Mi hanno ricondotta nella sala riunioni.
Mi hanno ricordato che sono un Pensatore.
Mi hanno pregata di non dare in escandescenze.
Mi hanno fatto sedere, mi hanno dato dell'acqua e mi hanno chiesto, con gentilezza, di non interrompere fino alla fine del discorso.
E poi mi hanno raccontato tutto.
Sono partiti dalla rivolta della Cappadocia e dalla conseguente congiura contro Druso. Quella che ha portato alla condanna a morte di quarantadue persone, di cui alcune molto vicine all'imperatore.
Mia madre, la moglie del suo primo Pensatore.
Il Prefetto di Cappadocia, che era di stanza a Nova Roma-II, insieme a sua moglie e a suo figlio Arman.
Un tribuno militare, ufficiale delle Penule Rosse, il vero padre di mio fratello Marcus.
Non esiste condanna, a Nova Roma-II, che non sia la morte, questo lo so bene. La città non può permettersi di sprecare risorse per mantenere detenuti come facevano gli arcaici. Ma questo non significa che le condanne siano tutte uguali. Poiché neanche i reati sono tutti uguali.
Non esiste reato più grave di quello perpetrato contro l'impero.
Gli arcaici la chiamavano damnatio memoriae, mi dicono, cioè condanna della memoria. Consisteva nella cancellazione di ogni traccia della persona condannata dalla memoria pubblica e dalla storia ed era messa in atto attraverso la rimozione delle immagini, la cancellazione dei nomi, la modifica dei testi scritti.
Ma a Nova Roma-II lo chiamano circuito integrato DM. Un aggeggio impiantato nel cervello di ogni cittadino in grado di produrre onde elettromagnetiche capaci di indurre un'amnesia selettiva e di mappare connessioni sinaptiche legate a ricordi specifici, rendendoli leggibili dall'esterno.
Così è stato deciso dai Padri Costituenti, tagliano corto. Ed è la Voce dell'Impero a occuparsene. Per un essere umano, dicono, sarebbe stato assolutamente impossibile gestire quella mole di dati ogni giorno.
E anche per me, al momento, sembra assolutamente impossibile gestire questa mole di informazioni, eppure loro continuano a parlarmi.
È stata una scelta molto pericolosa, aggiungono, perché la memoria degli uomini è come un puzzle: se sarà rimosso un solo tassello resterà un buco, ma se ne verranno rimossi altri prima o poi si staccheranno pezzi interi, non avendo più il supporto a cui agganciarsi. È così che, pian piano, si è andata a perdere una cospicua quantità di memoria storica.
Poi riprendono a parlare della congiura. Clelia, mia madre, vi aveva preso parte. Lo ammette. Druso andava fermato. È stata incappucciata, caricata sulla crionavetta e accompagnata da Nerva fuori dalle mura e lì è stata lasciata a morire insieme a tutti gli altri. È stato in quel momento che sono arrivati i Taciti. Ezio non ha mentito, li ha visti davvero. Li ha visti avventarsi sui condannati e portarli via.
Certo, lui non poteva sapere. Non poteva sapere chi fossero, né quali fossero le loro intenzioni. Non poteva sapere che, in fondo, gli abitanti di Nova Roma-II non erano affatto gli unici sopravvissuti alla Grande Glaciazione.
Perché, banalmente, non erano gli unici in possesso della serviosite.
«METI» dice Clelia, mi guarda con quei suoi occhi azzurri tanto identici ai miei e, intanto, picchietta con un dito sul proiettore al centro del tavolo, sul quale ne è impresso il logo. «Ti sei mai chiesta cosa significhi questa parola?»
«Immagino sia una sigla».
«Guarda qui» mi esorta.
«METI» leggo.
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SATURNALIA
Bilim KurguDopo la Grande Glaciazione, gli abitanti di Nova Roma-II sono tutto ciò che rimane dell'umanità. Umanità che riesce a sopravvivere solo grazie a sofisticati sistemi di scongelamento e che, negli ultimi cento anni, ha edificato un rigido sistema so...