UN OTTIMO PROSPETTO
Il cielo aveva assunto sfumature bluastre e violacee. Il sole era da poco tramontato e la sagoma della luna si materializzava più nitidamente. Più stelle punteggiavano il firmamento, come piccole barche disperse in un oceano sconfinato.
Mark stava immerso nell'acqua della sua piscina, con i gomiti appoggiati al bordo della vasca. In bocca un sigaro, al suo fianco un cocktail in un calice d'oro. La quiete attorno a lui veniva ogni tanto interrotta dai clacson delle auto e dal fastidioso ronzio delle zanzare. I suoi genitori erano via da qualche giorno per un viaggio lavorativo, suo fratello Richard se la "spassava" dai nonni. Inalava il fumo in lunghe boccate, per poi rilasciarlo in cerchi di fumo che volteggiavano verso l'alto. E rifletteva.
La relazione con Jennifer era stata ostacolata da alcuni intoppi. Intoppi di un certo rilievo. Jacob si frapponeva al rapporto che aveva instaurato con lei. Non l'aveva accettato fin dal principio, quando Jennifer festosa gli aveva annunciato l'inizio della loro frequentazione.
"Che ottimo fratello maggiore che sei, davvero protettivo... su, fatti i cazzi tuoi!" Mark arricciò il naso.
Jacob era al corrente di chi fosse. Questo Mark lo sospettava: difficile non conoscersi quando si sguazza in certi ambienti. In fondo anche lui aveva presente chi fosse Jacob.
Si soffermò su Jennifer. Quando l'aveva vista per la prima volta, in una via del centro, era rimasto colpito dalla sua sicurezza e sfacciataggine. Camminava a passo spedito leccando un ghiacciolo, totalmente disinteressata al giudizio della gente. La sua pelle marroncina naturale, non dovuta all'abbronzatura, era un segno tangibile della sua origine mulatta, essendo figlia di un uomo bianco e di una donna nera. Uno chignon le teneva raccolti i folti capelli neri e le sue unghie lunghe erano colorate con lo smalto. L'abbigliamento umile e poco ricercato si spiegava col fatto che la ragazza proveniva da un quartiere povero. Mark riteneva che fosse proprio la sua modesta condizione, che si rifletteva nei suoi modi di fare a volte rudi e taglienti, a darle quell'affascinante tocco di donna "vissuta". Le si era fatto avanti con la fierezza propria degli uomini che sanno il fatto loro e in poco tempo l'aveva conquistata. Lei amava i ragazzi determinati e con alta considerazione di sé, e lui era stato abile nel toccarle le corde giuste.
Jacob di mezzo, Jacob ostile...
Il fratello di Jennifer era uno dei tanti fantasmi diabolici che infestavano i suoi incubi. Nemmeno i fottuti Ghostbusters con le loro sofisticate attrezzature sarebbero stati in grado di catturarli tutti.
Mark si pulì gli angoli della bocca, impiastricciati dalla mistura di zuccheri contenuta nel cocktail. Nei primi giorni di frequentazione con Jennifer, un uomo mandato da Jacob si era presentato alla sua porta di casa e gli aveva caldamente consigliato di non proseguire con lei, di lasciarla stare. Lui non si era fatto intimorire, sebbene sapesse che in futuro sarebbe andato incontro a guai. Jacob non scherzava, ma si era impuntato, di lì in poi, di tenere le spalle larghe. Solo così si acquisiva autorevolezza e rispetto.
In seguito, quando i primi di giugno si era fidanzato con Jennifer, la situazione era iniziata a precipitare. Una mattina sua madre, in procinto di andare a lavoro, si era accorta che alla sua BMW erano state bucate le gomme. La notte precedente l'auto era stata parcheggiata fuori, assist perfetto per i responsabili dell'intimidazione. Entrambi i suoi genitori, essendo in ottimi rapporti con i vicini e non avendo nessun tipo di nemico dichiarato, erano rimasti turbati da quell'avvertimento e gli avevano chiesto se ne sapesse qualcosa a riguardo. Lui aveva mentito. Non voleva che i genitori fossero messi in mezzo alle sue questioni personali. Se le sarebbe risolte da solo. Dopo quella minaccia fortunatamente non c'erano state altre rappresaglie da parte degli scagnozzi di Jacob. Ma non bastava per considerarsi al sicuro. Quelle carogne gli stavano solo concedendo del tempo per spingerlo a prendere la decisione da loro auspicata. Prima o poi sarebbero tornati. E li avrebbe affrontati a testa alta, pur sapendo del rischio a cui si esponeva.
STAI LEGGENDO
Summer '98
Teen Fiction[COMPLETO] L'anno scolastico '98 finisce e arriva il momento delle vacanze estive. James e Jeff sono due migliori amici atipici, decisamente diversi tra loro: James è spavaldo ed egocentrico, Jeff svogliato e pessimista. A una festa faranno nuove co...