Capitolo 26.

65 9 5
                                    

"Come lo dirò agli altri?!" Sospirò Jungwon, dopo che si era coricato sfinito.
"Non ho prove e non posso di certo dire che è stato un ragazzo che se ne va in giro con una tunica arancione e una corona d'alloro in testa. Chi mi crederebbe?!"

"Nessuno, credo." Gli rispose Jongseong, seduto affianco a lui.

Jungwon sbuffò stizzito.
"Appunto. È impossibile ottenere giustizia in questo modo!"

"Giustizia..." Ripeté Jongseong a bassa voce. Era una parola che non aveva alcun significato per lui, dato che era facilissimo manipolarla a seconda della situazione. Purtroppo i mortali non potevano avere giustizia per un torto arrecato dagli esseri divini; loro erano solo mortali dopotutto, esseri inferiori.

Anche Jongseong si coricò.
"Credo che qualcuno abbia già sporto denuncia. Si vedrà cosa succederà." Tuttavia Jungwon non sembrava affatto tranquillizzato da quelle parole, quindi aggiunse: "domani proverò a parlare con Sunoo." Non sapeva se lo avrebbe fatto, perché era ovvio che non sarebbe servito a niente. Lo aveva detto solo per tranquillizzarlo.
"Sta' tranquillo e riposa. Ti vedo stanco."

"Lo sono, ma non voglio riposare. Anche se volessi, non ci riuscirei." Disse Jungwon, appoggiando la testa sulla spalla di Jongseong.

Nessuno dei due disse più niente. Entrambi si lasciarono distrarre dal cielo stellato fuori dalla finestra e dal fruscio delle fronde degli alberi davanti a quella casa. Un quarto di luna splendeva diafana in mezzo a una nube, colorata da aloni di luce fioca. Essa giaceva nella volta celeste indifferente, raccogliendo una per una le lacrime di Jungwon, che avevano iniziato a scorrere giù per le guance. Erano come stelle sul suo volto, stelle cadenti che si portavano dietro una scia di tristezza e di ricordi.

"Jongseong..." Jungwon ruppe il silenzio, dopo un bel po' di minuti. Aveva ricacciato dentro le lacrime e si concentrò sul ragazzo affianco a lui.

"Sì?"

"A te... Piacerebbe essere immortale?"

Jongseong non si aspettava di certo una simile domanda. "Perché me lo chiedi?"

"Stavo riflettendo... Stavo riflettendo sul fatto che è ingiusto che ad alcuni spetta un tempo più breve rispetto ad altri, ma poi ho pensato che se fossimo tutti immortali..."

"Sarebbe orribile. Veramente orribile." Lo interruppe Jongseong, con tono distaccato, quasi stizzito.

"Perché dici questo? Non ci sarebbe il dolore della perdita, nemmeno il terrore di affrontare la morte, non dovremmo sempre avere paura di fare qualunque cosa, le guerre non ci sarebbero..."

"Fidati che ci sarebbero e sarebbero ben peggiori di queste."

"Come fai ad esserne così sicuro?!"

"È una cosa logica, Jungwon... Se tutti fossimo immortali, ci sarebbe sovrappopolamento e questo è uguale alla disponibilità di meno terre, il che comporterebbe a più guerre e queste non avrebbero mai fine."

"Acuta osservazione... Non ci avevo pensato... Tuttavia mi piacerebbe l'idea di essere immortale e che anche tu lo fossi, anche Heeseung, Jaeyun e... Riki... Sarebbe ancora tra noi." Si girò verso Jongseong, catturando il suo sguardo. Era così triste! I suoi occhi erano pieni di lacrime e le guance erano ancora bagnate. Una morsa attanagliò il petto immortale di Jongseong. Forse era questo che i mortali chiamavano cuore spezzato.

"So quello che provi... Ma la vita senza morte non è vita; è qualcosa di squallido, di inumano. Quel terrore, quel dolore che tu odi tanto è necessario per renderti un essere umano; senza non proveresti tutte le cose belle che la tua umanità ti ha concesso, come la gioia, l'amore, i sogni... Tutto questo non esisterebbe... Anzi sì, ma non nel modo in cui credi..."

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora