Arrivai a casa in tarda mattinata col taxi e un mal di testa da urlo.
Anche il telefono urlò nelle mie orecchie, nemmeno cinque minuti dopo essere entrato.
Non guardai il numero. «Pronto?» Gracchiai.
«Buongiorno, parlo con il signor Bennett?» Dall'altra parte c'era una voce che avevo udito una volta sola, ma già memorizzato e che mi mise subito sull'attenti.
Questa è la segreteria della Riverview High.
Il telefono scricchiolò sotto le mie dita. «Simmons. Sono il responsabile.» In un attimo la mia voce era tornata sana, il petto, invece, stava già ballando convulso.
«Può venire a scuola, per cortesia? Il preside la desidera d'urgenza.»
Cazzo, possibile che ogni volta che esco con Taryn ci sia un problema a scuola?
«Il preside?» I miei pensieri non sapevano più dove stare, mi stavo già infilando le scarpe e aprendo la porta del garage nello stesso tempo, il telefono era appeso tra il mio orecchio e la spalla. Saltellai con un piede verso l'auto e ignorai, deciso, il dolore dei muscoli. «Di cosa si tratta?»
«Mi dispiace ma è una cosa da discutere in presenza.» La voce della donna, curiosamente, sembrava quasi trattenere una risata. Non capivo cosa ci fosse di divertente in una convocazione d'urgenza.
«Sarò lì tra mezz'ora, esco adesso.»
Con ogni arto che mi gridava di stare a riposo per almeno altri due giorni, mi diressi verso la scuola.
Durante il tragitto immaginai le cose più assurde: risse, aggressioni, Juno di nuovo scomparsa, vandalismi.
Impossibile, non ne è capace.
Di fronte alla scuola c'erano una trentina di ragazzi che si mossero tutti verso di me appena sceso.
Mentre l'ammasso di adolescenti si stava avvicinando al rallentatore, il marciapiede sotto di me vacillava e si liquefaceva. Feci qualche passo indietro e trovai la macchina con la schiena.
Ero circondato. Tentai di catturare l'aria che mi stava venendo a mancare a grandi boccate e che il mio cuore accelerato ne richiedeva sempre di più. Sentivo freddo, passai la mano sulla fronte e sul mento, umidi.
Non posso farmi venire un attacco di panico adesso. Juno, mi devo concentrare su di lei.
Alcune ragazze si fermarono di botto e tennero indietro gli altri. Subito, quasi tutti si fecero in là mentre una di loro mi porse una bottiglia d'acqua. «Senta, volevamo dirle che noi siamo dalla parte di Juno, signor Bennett.»
Afferrai la bottiglietta dalle sue mani. «Ti ringrazio», ansimai. «Però è Simmons.»
Il gruppetto si aprì come un sipario e partii a falcate rapide verso l'edificio. dietro di me, gli alunni mormoravano, un paio di ragazze dal fisico atletico e le gambe lunghe mi superarono e mi guidarono fino davanti alla porta del preside. Là c'erano le due amiche di Juno.
«Secchione!» Juliet mi arrivò sotto.
Mi passai la mano sulla fronte asciugandola. «Si può sapere cosa succede?»
«Eravamo in mensa», incrociò le braccia dandosi un tono rigido. «Brad ha gettato la salsa addosso a Juno e allora~»
La salsa addosso? Cosa cazzo...
Janine spinse da parte la sorella, che la guardò male, «E allora Juno ha iniziato a cantare 'Mantle of sins'» e intonò la canzone.
«E camminerò nudo
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Pink Sapphire
General Fiction«Anche i tuoi regali devono avere dei nomi complicati. Lo zaffiro però è blu. L'ho visto nei libri». «È uno zaffiro speciale. Si trova solo in India. Invece di essere blu, è rosa. Ma è comunque uno zaffiro». I Simmons nascondono un segreto, e Juno s...