𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞:

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Ma non so più pensare a nient'altro che a te.
(Luigi Tenco.)

Guardai velocemente l'ora sul mio orologio al polso, constatando che fossero già le 19;30.

Avevo praticamente poco meno di un'ora per finire di preparare il dolce e correre a sistemarmi per poi andare a casa dei genitori di Can e salutarli, passando così la nostra ultima serata insieme.

Incredibile come il weekend fosse già giunto al termine. Il tempo purtroppo era davvero volato.

«Posso darti una mano?» mi chiese Can, entrando in cucina, arrotolando le maniche della camicia azzurra fino ai gomiti, catturando la mia totale attenzione, mi morsi il labbro, fissandolo ancora.

Accidenti, era l'uomo più bello che avessi mai visto.

Riusciva a lasciarmi sempre senza fiato.

Era terribilmente attraente.

«No, ti ringrazio, sto finendo di preparare la torta» risposi, lanciandogli un ultimo rapido sguardo, lui si avvicinò al bancone e prese un cucchiaino, immergendolo poi nella ciotola con l'impasto al cioccolato.

«Com'è?» gli chiesi ansiosa, seguendolo con lo sguardo, «Dio, tu cucini divinamente!» affermò alzando le mani, sorrisi immediatamente, «Quindi è buono?» chiesi felice, lui annuì immediatamente, «Più che buono!» rispose, «Fantastico!» commentai battendo le mani, entusiasta.

«Sai che apprezzo quello che stai facendo per loro, vero?» mi disse poi, afferrando la mia mano, catturando la mia attenzione, «Can... E' solo una torta» chiarii, accennando un sorriso, «E poi l'idea di andare fuori a cena non sembrava entusiasmarti...» aggiunsi, «No, infatti» confermò scuotendo la testa, lanciando il cucchiaino nel lavandino.

«Però ti ringrazio, mia madre sarà sicuramente al settimo cielo per la serata che hai organizzato qui a casa» disse ancora, non potei non sorridere.

«L'ho fatto soprattutto per lei, anche se ha insistito nel preparare la cena, ma pazienza...» risposi, lui rise, «E poi, domani torniamo a casa, mi sembrava giusto passare un'ultima serata insieme» aggiunsi, accennando un sorriso, Can annuì.

«Sai, tu...» esordì, «Non smetti mai di sorprendermi» affermò, fissandomi ancora, «Perchè? Non ho fatto nulla di speciale» replicai confusa, «Non è vero, non appena hai capito che non volevo uscire, hai trovato una soluzione, decidendo addirittura di cucinare un dolce per loro passando la serata qui» replicò Can, inclinando il capo, mostrando poi un bellissimo sorriso.

«L'ho fatto perchè so quanto ci tieni a stare con lei» risposi, Can annuì, continuando a fissarmi in silenzio con i suoi bellissimi occhi scuri.

Chissà cosa pensava quando mi guardava così.

«Se poi il dolce dovesse essere terribile, ordineremo qualcosa!» scherzai facendolo inevitabilmente ridere, «No, sarà buonissimo, non devi preoccuparti di niente» affermò annuendo, «Speriamo sia così» gli dissi, mentre nel frattempo cominciavo a dare una ripulita.

«Questo ti serve?» mi chiese, indicando la ciotola di prima, «Perchè? Che ci devi fare?» chiesi a mia volta divertita, poggiando le mani sui fianchi, osservandolo, lui trattenne un sorriso.

«Credo solo che non debba andare sprecato» rispose poi mentre allungava il braccio e prendeva un altro cucchiaino, «Prego fa pure! Tanto poi io sono io a lavare tutto, non è vero?» gli chiesi alzando un sopracciglio, Can sorrise, immediatamente, «Non so se te ne sei accorta, ma, la lavastoviglie è messa lì apposta!» replicò, indicandola poco dopo, scossi la testa e sorrisi.

Hidden Hearts || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora