La luce accesa

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Mi scherniva per l'incedere leggero
con cui inforcavo
gli attraversamenti pedonali.

Perché ignorava l'eufonico vibrare
delle corde di pianoforte

nelle strade.

E quelle strisce

ne erano i tasti consumati.

Quanti voli pindarici abbattuti
nella sua esasperata caccia

alle mie corvine emozioni:
diventai il comodino da notte
su cui poggiare i problemi,
che in quel clangore
scandivano il mio nome.

Ho lasciato la luce accesa in cucina:
per illudermi che stasera
ci sia anche lei,
con il vuoto,
ad attendere il mio spento ritorno.

Pensieri disallineati di una mente stanca e diversamente creativaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora