Capitolo 11

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La scorsa settimana è stata senza alcun dubbio la più intensa della mia vita.

Ho cambiato città, ho cambiato casa, ho cambiato scuola.

Ho conosciuto tante nuove persone, mi sono fatta dei nuovi amici e ho fatto la conoscenza di uno dei ragazzi più scostanti e scorbutici dell'intero universo e sono persino andata a una festa.

In un anno intero Stoneville avrei avuto meno esperienze da raccontare, il che è tutto dire.

Per non parlare del fatto che non avevo nessuno a cui raccontarle...

Sabato tra l'altro sono tornata a casa piuttosto tardi.

Troppo tardi.

Durante la festa di compleanno di Ethan, intanto che aspettavo che Stella si decidesse ad andare via ovviamente non me ne sono stata con le mani in mano e mi sono divertita ballando sia sia con lei e Lucas e sia con Madison, che non credevo essere così spassosa e festaiola.

Quella ragazza è un vero e proprio uragano.

Al contrario di suo fratello...

Per fortuna al mio ritorno a casa i miei genitori dormivano come dei sassi e non mi hanno sentire rientrare, a differenza di mia nonna che mi ha beccata quasi seduta stante, nonostante io abbia tentato di essere il più silenziosa e furtiva possibile.

A quella donna sembra non sfuggire mai nulla.

Se non fosse mia nonna non mi sentirei mai del tutto al sicuro avendola intorno.

Per fortuna non mi è andata troppo male, mi ha più o meno rassicurata dicendomi che per questa volta mi avrebbe coperta, ma avvertendomi allo stesso tempo che la prossima volta che andrò a una festa devo rincasare all'orario prestabilito oppure lascerà che io me la veda con mio padre e mia madre.

A dirla tutta non era nemmeno mia intenzione fare tardi, ma purtroppo dovevo per forza aspettare che Stella mi desse un passaggio in macchina per tornare a casa, e lei ogni volta che le chiedevo di riaccompagnarmi mi rispondeva che non volesse ancora andare via dalla festa e che volesse rimanere altri dieci minuti.

I dieci minuti così si sono trasformati in un susseguirsi di ore interminabili, nonostante io l'avessi già avvertita il giorno precedente che dovessi rincasare presto perché l'avevo promesso a mio padre.

Non volevo deludere i miei genitori non rispettando la parola data loro, non l'ho mai fatto e non avevo di certo intenzione di iniziare quella sera, soprattutto per una cosa del genere.

Non sono arrabbiata con Stella per quello che è successo, dico davvero, temo soltanto che in futuro possa verificarsi di nuovo una situazione simile e so già che se dovesse riaccadere i miei genitori non mi permetterebbo più di uscire di casa la sera.

Non posso biasimarli, in fondo mio padre e mia madre non sono abituati a questa "nuova me".

Loro sono sempre stati abituati a vedermi trascorrere intere giornate a casa senza uscire, senza amici, senza fare ciò che fanno tutti i ragazzi della mia età.

Apro il mio armadietto per prendere il libro di letteratura e posare quello di inglese, lo richiudo e mi volto in direzione della prossima aula.

La lezione dovrebbe iniziare tra circa cinque minuti.

«Ciao, il mio nome è Sole!» mentre percorro i corridoi della scuola immersa nei miei pensieri, una ragazza dai capelli biondo platino a caschetto mi appare davanti, consegnandomi una sorta di lista. «Finalmente dopo diversi anni, alla Stuyvesant High School hanno riaperto alcuni club storici e hanno deciso di reinserire la maggior parte dei corsi che c'erano in passato e che hanno fatto la storia di questa scuola.»

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