Capitolo 7: Sorprese

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Greta's pov

Stavo bene con lui, e forse "bene" era una parola troppo piccola. Ero felice, incredibilmente felice, con lui. Dopo mio fratello, era l'unico a capirmi veramente. Stavamo insieme da quattro mesi ormai, quattro mesi in cui entrambi avevamo capito che da soli non eravamo nulla e che solo insieme ci completavamo.

In questi quattro mesi, Dadda aveva imparato a conoscere il mio carattere e la mia personalità. Sapeva come calmarmi, come farmi felice, come tirarmi su; insomma, sapeva tutto. Anch'io avevo imparato molte cose su di lui: sapevo come renderlo felice, come farlo sorridere, come farlo sentire orgoglioso di me.

Ormai era chiaro: ci amiamo e vogliamo passare la vita insieme.

Due settimane fa mi ha fatto la proposta del secolo, chiedendomi di trasferirmi da lui. Ho accettato senza esitare. Voglio lasciare a Richi e Jas il loro spazio e non voglio essere d'intralcio.

Siamo sdraiati sul divano di casa sua, ci coccoliamo dopo aver pranzato con una pasta salutare. Oggi sono un po' giù, e lui lo ha notato.

"Princi, che hai?" mi chiede, abbracciandomi.

"Nulla, solo un po' di malinconia," rispondo accoccolata a lui.

"Ah, prima che mi dimentichi: Richi ha chiesto se vuoi venire con noi oggi in esplorazione. Gli farebbe piacere. Magari oggi potremmo presentarti al canale," dice lui con entusiasmo.

"Sì, certo che vengo! Vado a prepararmi al volo."

"Ok, bellissima," dice tornando a guardare la tv.

Sono in camera a sistemare gli ultimi dettagli del mio outfit quando sento urlare il mio nome dall'altra stanza. "Muoviti, Richi è già giù!"

"Arrivo, calmati un secondo!" rispondo, prendo il telefono e corro in cucina dove Dadda mi aspetta impaziente.

Mentre mi avvicino, sento il suo telefono vibrare: è un vocale di Richi.

"Dadda, sbrigati, ho preso sotto una bambina, non sto scherzando!" dice Richi.

"Ma vai a quel paese, cretino!" rispondo ridendo.

Io e Dadda scendiamo di corsa e saliamo nella macchina di Richi.

"Eccoli, ciao Dadda e ciao Gre," ci saluta Richi con una stretta di mano. "Come state? Spero bene." Noi annuiamo.

"Ragazzi, per chi non conoscesse Greta, è mia sorella e, nonché," fa una pausa guardando Dadda, "la fidanzata di Dadda. Eh sì, io e Dadda siamo cognati," conclude.

"Ciao a tutti, sono Greta," saluto la telecamera.

Dopo un po' di strada, faccio una domanda curiosa: "Ma dove stiamo andando?"

"Gran bella domanda, Gre! Anche perché nemmeno Dadda lo sa. Ho solo lasciato un indizio ai nostri spettatori a casa," dice Richi.

"Non tenerci sulle spine, dai!" lo implora Dadda.

"Miei cari, siamo diretti a Villa de Vecchi. È conosciuta come la 'Villa delle Streghe' o 'Villa dei Fantasmi'. Fu costruita nel 1854 ed è famosa per le storie inquietanti che la circondano, tra cui leggende di omicidi e apparizioni spettrali," spiega Richi.

"Tu sei pazzo," dico guardandolo, poi mi giro verso Dadda, "e tu di più."

Scoppiano a ridere. Non sono di Milano, ma quella villa mi fa paura. Dadda se ne accorge e durante tutto il viaggio mi tocca la gamba per tranquillizzarmi. Arrivati alla villa, è maestosa e bellissima, ma inquietante.

"Siamo arrivati. Abbiamo lasciato la macchina più in basso e siamo saliti a piedi," dice Richi alla telecamera.

Siamo in fila: prima Dadda, poi io e infine Richi che registra. Saliamo al primo piano, quando sentiamo dei tonfi provenire dai piani superiori.

Non lasciarmi quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora