1. 𝐒𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐢𝐧𝐟𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢

1K 32 2
                                    

Anastasia's pov:

"Non arrenderti mai, perché quando pensi che tutto sia finito, è il momento in cui tutto ha inizio"
- Jim Morrison

Nel backstage dello studio televisivo, sto preparando gli ultimi dettagli per l'intervista. Osservo con attenzione la lista di domande che avevo compilato nei giorni precedenti, cercando di memorizzare ogni parola e intonazione, mentre il ronzio delle luci e i passi frettolosi dei tecnici creano un frastuono in sottofondo.

Provo a mantenere la calma, ma dentro di me, la mia mente è in subbuglio. Mi ripetevo di rimanere calma, ma ogni secondo che passava l'ansia aumentava. Questa era un'intervista importante: grazie a questa intervista infatti avrei avuto l'occasione di condurre il programma televisivo "Notti Europee" in occasione del Campionato Europeo di calcio di quest'anno. Il pensiero di poter raggiungere un traguardo così significativo mi riempie di orgoglio, ma anche di una pressione schiacciante.

Osservo nervosamente il tempo scorrere sull'orologio digitale appeso alla parete. Mancano pochi minuti all'inizio dell'intervista. I miei pensieri continuano a ripercorrere le domande che ho preparato, mentre ripeto ancora una volta a me stessa, "Non sei nervosa, è solo un'intervista come le altre..." Ma sapevo bene che non era vero.

Il regista urla il mio nome, facendomi segno di prepararmi. Prendo un respiro profondo, sentendo l'aria fredda riempirmi i polmoni, e mi avvio nello studio. Sono seduta di fronte a Kenan Yildiz, mentre mi rileggo per un'ultima volta le domande. Il suo sguardo è fisso su di me, uno sguardo che sembrava trapassarmi, analizzando ogni mio movimento.

<<Allora, sei pronta per le domande cliché di routine?>> Alzo un sopracciglio mentre il calciatore sembra esserne divertito, un sorriso malizioso che non promette niente di buono.

<<Sono pronta a porre le domande che i lettori vogliono sapere.>> Rispondo con fermezza, cercando di nascondere la mia irritazione.

All'inizio dell'intervista ci scambiamo le formalità, come si fa solitamente prima di ogni intervista, per togliere un po' del normale imbarazzo che si crea. Ma c'è una tensione di fondo nell'aria, una tensione che si poteva quasi tagliare con un coltello. Le mie domande mirate e le sue risposte sarcastiche servono solo ad aggravare la situazione ulteriormente.

<<Allora Kenan, iniziamo con le domande. Come ti prepari mentalmente per un big match? Quali sono le cose che fai per scaramanzia prima di ogni partita?>>

<<Non ho un vero segreto, cerco solo di non pensarci. Le ore prima di un big match cerco di tenere la mente occupata in modo da non pensarci troppo. Cerco di viverla e basta.>> Risponde con un sorriso da cui si poteva benissimo leggere il doppio senso della sua risposta. Mi chiedo se si comporti così anche in campo o semplicemente vuole farsi grande agli schermi.

L'intervista continua e cerco di mantenere salda la mia pazienza anche se ad ogni domanda si esaurisce. Il calciatore rimane imperturbabile e distaccato, dando risposte brevi e concise, senza rivelare nulla della sua vita personale. Mi sembra di parlare con un muro di ghiaccio, ogni mio tentativo di portare l'argomento su temi personali viene bloccato.

<<Qual è il tuo segreto per rimanere al top durante tutta la durata della partita?>>

<<Segreto? Non ho un segreto, tesoro. Sono semplicemente così bravo.>>

<<Oh, davvero? O è solo perché il tuo ego è così grande da occupare la maggior parte del campo?>> Tiro fuori un sorriso ironico, ma dentro di me sono furiosa.

Dopo il mio commento l'intervista continuò tranquilla, come se l'avessi zittito con quelle parole.

Quando si concluse anche la mia pazienza si esaurì, mentre Yildiz sembrava compiaciuto da tutta questa situazione. La ciliegina sulla torta fu la discussione che seguì quest'intervista con il mio superiore, che, a suo dire, mi licenziò in tronco per la mia scarsa competenza durante l'intervista e per il modo in cui ho trattato Mr. Ego Spaziale.

Non è colpa mia se l'intervista non è andata come previsto, visto che lui si è rifiutato di rispondere a tutte le domande più personali.

Questa situazione ha bruciato ogni possibilità che avevo di entrare nel mondo del giornalismo sportivo, o almeno di entrarci con un debutto così importante. Inoltre, i miei piani per il lavoro sono andati a farsi benedire visto che ormai non c'è più un lavoro, grazie Yildiz, sei stato veramente magnifico.

Terminato quindi l'ultimo turno di lavoro, ero pronta a tornare a casa quando mi soffermai a guardare fuori dalla finestra del mio ufficio. La pioggia era iniziata da poco, ma si riversava a catinelle. I lampi illuminavano il cielo e il rumore del tuono sembrava riflettere la mia frustrazione. Riflettei per un attimo se fosse il caso di tornare a casa in quelle condizioni, ma decisi comunque di procedere. Caricai la mia borsa e gli effetti personali che avevo in ufficio in macchina e partii in auto lungo l'autostrada.

Il viaggio verso casa si trasformò in un incubo. La pioggia battente aumentava sempre più forte, rendendo la visibilità pressoché nulla. I tergicristalli faticavano a mantenere il parabrezza pulito. Ad un certo punto la macchina si spense improvvisamente, rifiutando di accendersi di nuovo. Ero bloccata in mezzo all'autostrada, sotto la pioggia, frustrata e senza idea di cosa fare.

Provo a controllare il problema della macchina, ma in pochi minuti mi trovo fradicia, la pioggia mi sferza il viso rendendo quasi impossibile individuare il problema.

Nonostante siano le sei di sera e non l'ora di punta, la strada è piuttosto trafficata e gli automobilisti mi superano velocemente, con i fari che illuminano la mia figura come in un brutto sogno. La pioggia continua a cadere, rendendo il compito di individuare il problema della macchina ancora più difficile.

Nonostante la pioggia torrenziale che cade ininterrottamente e che rende difficile persino vedere a pochi metri di distanza, la strada è piuttosto trafficata. I fari delle auto sfrecciano accanto a me senza sosta, come i pensieri che ronzano nella mia mente.

Tento di far ripartire la macchina diverse volte, ma senza successo. Sembrava che l'auto avesse deciso di scegliere il momento peggiore possibile per lasciarmi a piedi. Con un sospiro a malincuore, rimango seduta in macchina per qualche momento, valutando le opzioni che avevo a disposizione. Alla fine decisi di chiamare un carrozziere, sperando di risolvere al più presto quel problema, ignara che in realtà si allungherà più di quanto potrei mai immaginare, visto che ritardò di quasi un'ora e mezza.

Alla fine, quando arrivo a casa, almeno non devo preoccuparmi della cena, poichè trovo mio fratello a tavola con del sushi davanti a sé. Vedendomi entrare in quello stato, mi guarda sgranando gli occhi.

<<Chicco.>> gli rivolgo un sorriso per quanto stanca e disperata sia.

<<Che diavolo ti è successo?>> mi chiede, mentre corre a prendere degli asciugamani. Faccio una doccia calda per riscaldarmi e poi torno da lui per raccontargli dell'incredibile giornata appena trascorsa.

<<Beh, si direbbe che Kenan ti porti fortuna.>> disse ironizzando tutta la situazione. Gli tiro uno schiaffo ora o tra 5 minuti?

<<Non c'è da scherzare, ho perso il lavoro e la mia macchina è rotta.>> Provo a rilassarmi bevendo un bicchiere di vino mentre mio fratello è intento a prendere un pezzo di sushi con le bacchette.

<<Nana, in ogni caso non ti serviva avere un lavoro, guadagno così tanto che non è un problema se resti qua. So che è una tua passione, lo capisco, ma perché non la prendi come un segno che ti serve una vacanza? Perché non vai a Genova da mamma e papà?>>

<<Una vacanza?! Tu veramente mi consigli una vacanza?!>> Scoppio a ridere non appena mi rendo conto di quanto assurda mi sembri la proposta, ma Federico non mi segue a sua volta.

<<Dico seriamente Anastasia. La mamma mi ha chiesto di te e dice le manchi, allora perché non andare?>> Mio fratello continua a mangiare il suo sushi, apparentemente impassibile di fronte alla mia reazione.

Le sue parole mi colpiscono alla sprovvista, facendomi riflettere sulla situazione. Alla fine, non posso negare che tornare a casa abbia anche dei lati positivi. Vedere i miei amici e la mia famiglia, specialmente la mamma,sarebbe davvero bello. Mia madre sarebbe sicuramente felice di avermi intorno, visto che le mancano le nostre chiacchierate e i nostri momenti insieme.Forse una breve vacanza mi aiuterebbe ad allentare la tensione e a rilassarmi un po', così potrei prendere una pausa da tutto questo disastro. 

Toccandoti il cuore || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora