2. 𝐎𝐦𝐛𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨

936 30 6
                                    

Anastasia's pov:

"A volte devi viaggiare lontano per ritrovare te stesso."
- David Mitchell, Cloud Atlas

Dieci.
Dieci sono i secondi che devo contare per non perdere la pazienza e iniziare a discutere con i signori seduti vicino a me. Il treno è scomodo, e i passeggeri nello scompartimento accanto sono insopportabili. Le loro voci tagliano l'aria, rendendo impossibile ogni tentativo di rilassarsi.

Non riescono a stare in silenzio per più di qualche minuto.

È una coppia, non c'è dubbio. La familiarità brutale con cui si parlano e la quantità di dettagli personali che condividono nelle loro liti lo dimostrano chiaramente. Non smettono di battibeccare. Ogni parola è una miccia, ogni sussurro una detonazione. La mia testa martella.

Poi, incredibilmente, tutto cambia in un attimo.

Le accuse lasciano spazio a gesti d'affetto. In meno di trenta secondi, passano dal litigio al tenersi per mano. Questa altalena emotiva è sconcertante. Un momento sembrano essere sul punto di separarsi per sempre, e il successivo si guardano come due innamorati al primo appuntamento.

Mi sforzo ad ignorarli, concentrandomi su ciò che mi attende a destinazione. Sto tornando a casa prima del previsto dopo un viaggio che non facevo da troppo tempo, ma che mi serviva.  Finalmente ho trovato l'occasione per fare visita ai miei genitori e staccare la spina, che mi serviva veramente. Salutarli è sempre difficile, ma so che li rivedrò presto. Federico, mio fratello, mi manca terribilmente.

Abbiamo sempre condiviso tutto fino a quando lui si è trasferito a Torino per inseguire il suo sogno e pochi anni dopo, ho deciso di seguirlo per continuare i miei studi all'università. Il mio sogno era sempre stato quello di lavorare nel mondo del giornalismo, spinta dalla mia passione per la scrittura fin da bambina. Diventare giornalista mi avrebbe permesso di trasformare il mio amore per le parole in una carriera significativa e gratificante. Tuttavia, come si dice spesso, le cose non vanno sempre come previsto, come ho constatato pochi mesi fa.

«Mi vuoi spiegare che cosa ti è saltato in mente durante quell'intervista? Ti avevo avvisata di rimanere professionale e neutrale, e invece cosa fai? Sbotti contro Kenan Yildiz e fai un commento sul suo ego.» Il suo tono è duro e severo, le sue parole sono taglienti e non prova nemmeno a nascondere la rabbia per la situazione.

«Mi dispiace, ma ti assicuro che ho cercato di restare calma, ma era come se lo stesse facendo apposta per farmi uscire di testa.» cerco di giustificarmi, con scarsi risultati.

«Ma ti rendi conto della figura che ci farai fare? Non mi lasci scelta, non posso permettermi di rischiare per un tuo scatto di rabbia incontrollato. Sei licenziata.»  

La nostalgia per Federico si è fatta sentire in queste ultime settimane senza di lui. È incredibile come una persona possa diventare parte integrante delle tue abitudini e come, appena queste cambiano, se ne senta immediatamente la mancanza. Per questo ho deciso di organizzargli una sorpresa. Sarà una semplice cena tra fratello e sorella, raccontandoci le ultime novità delle nostre vite. Già immagino la sua sorpresa quando mi vedrà.

Continuo a contare fino a dieci.
La mia pazienza sembra più solida ora. Il treno continua a sobbalzare sui binari, la coppia prosegue la loro danza di conflitti e riappacificazioni, ma io mi sento più serena. Respiro profondamente e guardo fuori dal finestrino, so che questo viaggio vale ogni minuto di fastidio e ogni irritazione sopportata.

Arrivata nella stazione della mia città, prendo un taxi per raggiungere l'appartamento che condivido con Chicco. Sono arrivata con largo anticipo, quindi mi concedo il tempo per rinfrescarmi e sistemare le valigie. Mentre mi trucco, il telefono squilla: è Caterina, la mia migliore amica. La sua voce familiare mi aiuta a distrarmi un po'. Uscendo di casa, prendo la macchina e mi dirigo verso la Continassa con il cuore che batte forte.

Mi fermo in un angolo discreto poco lontano dall'uscita, che dà sul parcheggio riservato ai calciatori e allo staff, osservando la folla e chiacchierando ancora con la mia migliore amica al telefono.

«Aspetta, stanno uscendo dallo spogliatoio, ti richiamo più tardi.» Chiudo velocemente la chiamata.

Osservo le persone che escono dal centro sportivo, sperando di riconoscere subito mio fratello. Il tempo sembra rallentare mentre cerco tra i volti familiari. Poi, tra la folla, vedo l'ultima persona che avrei voluto vedere al mondo, nonché la causa dei miei problemi. Il cuore mi salta un battito. Non mi aspettavo di vederlo qui, ma d'altronde è uno dei giocatori più in vista della squadra di Federico.

Cercando di rimanere invisibile, mi sposto un po' più indietro, sperando che non mi noti. Ma è troppo tardi. Kenan mi vede e si dirige verso di me con un sorriso che mi fa rabbrividire.

«Ehi, guarda chi abbiamo qui. La mia giornalista preferita.» Dice con un tono beffardo.

Non credevo si ricordasse di me, sono passati circa due mesi da quell'intervista, ho letto alcuni articoli su essa, ma erano per lo più incentrati sulle sue risposte. Cerco di mantenere la calma e di non mostrarmi infastidita provando a ignorare la sua presenza.

«Ci mancava solo l'idiota.» sussurro tra me e me.

«Aspetti qualcuno?» Chiede, guardandomi con quegli occhi penetranti che mi fanno sentire come se potesse leggere i miei pensieri.

«Sì, mio fratello.» Dico, cercando di evitare il suo sguardo.

«Buona serata, Anastasia.» Sembra voler dire qualcosa di più, ma si limita solo ad augurarmi una buona serata. In quel momento vedo Federico uscire dallo spogliatoio. Sollevo una mano per attirare la sua attenzione, e lui mi vede subito, il suo viso si illumina in un sorriso.

«ANASTASIA?! Che ci fai qui?»  esclamò il biondo con entusiasmo non appena mi riconobbe correndo ad abbracciarmi.

«Sorpresa! Sono tornata prima del previsto.» spiego a mio fratello sfoggiando un sorriso a trentadue denti e ricambiando il suo abbraccio.

«Non ce la facevi più a sopportare papà, vero?» continuò lui con un sorriso ironico come per dire "non dirmi cazzate".

«Beh, quello è un'altro motivo in più.» sospiro, il rapporto con mio padre è complicato, ha iniziato ad essere complicato da quando io sono diventata un'adolescente e da lì non è più cambiato, solo Federico sa quanto ci ho sofferto a riguardo.

«E poi, scusa, sono venuta anche a prenderti e ho organizzato la nostra serata. Non guardarmi così che poi arrivati a casa continuerai a leccarmi di nuovo il culo come fai sempre» continuo, prima di scoppiare a ridere insieme a lui.

Arrivati a casa Fede si guarda intorno, come se si aspettasse festoni o qualcosa del genere, ma al posto di ciò la casa era come sempre. Il campanello suona e lui subito mi guarda con un sorriso.

«Sushi e gossip?» disse eccitato. Annuisco ridendo. Siamo soliti passare serate seduti sul divano a rimpinzarsi di cibo e aggiornarsi dei fatti accaduti in questo periodo in cui non ci siamo visti. Non ci vuole perciò tanto perché lui capisca. Mi abbraccia e va di corsa a farsi una doccia mentre io sistemo il tavolino davanti al divano con la nostra cena. Io e Fede eravamo sempre legati in questo modo, un po' pappa e ciccia come si dice e non c'è cosa che amo di più al mondo.

Gli racconto della mia vacanza e dei miei progetti per i prossimi giorni, ovvero mandare il mio curriculum ad altre agenzie e sperare in un nuovo lavoro.

«Nana» richiamò la mia attenzione Federico chiamandomi con il mio soprannome. «Che ne dici di venire a vedermi giocare alla prossima partita? è la prima partita in casa della stagione e-»

Non gli lascio tempo di finire la frase e lo interrompo «Sarei più che felice a venire a vederti giocare. » gli faccio un sorriso di sicurezza. « Quand'è la partita?»

«Prossima settimana.» alla sua risposta annuisco e lui ricambia sorridendomi, sono sempre andata a vederlo giocare alle partite quindi senza dubbio sarei andata a vederlo anche alla prossima. La serata continua fino a quando entrambi ormai pieni fino allo scoppiare ci addormentiamo sul divano con in sottofondo un poliziesco.

Toccandoti il cuore || Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora