10.È una Sfida?-SECONDA PARTE🌘

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Ero intrappolata tra la porta e il corpo enorme e possente di Mason Campbell

Cercai di esortare il mio cervello a funzionare. Forza!

"Perché vuoi sposarmi? Non ha alcun senso". Quelle parole vennero fuori più amare di quanto avessi voluto.

"Si che ha senso. Non ce l'ha soltanto per te", rispose lui. C'era una luce fiera nei suoi occhi, fiera e, in qualche modo, spaventosa.

"Non importa come la si guardi, tu sei l'unica buona opzione".

"Opzione? Opzione per cosa?"

"Per divenire la signora Mason Campbell".

Mi riportò nella stanza. Era così vicino... così vicino da sentire il suo fiato caldo contro le mie guance.

"Lo fai sembrare un affare di lavoro piuttosto che un matrimonio".

"È un affare di lavoro, signorina Hart. Da cui trarremo beneficio entrambi, sia tu che io"

"Devi rimanere con me soltanto per un anno, dopodiché saral libera di andartene e fare quello che preferisci".

Cercai di trovare un senso a quello che mi stava dicendo.

"Perché vuol essere sposato per un anno?" Giuro, non stavo considerando l'idea, ma ero curiosa sulla sua motivazione

"Le mie ragioni ti saranno chiare una volta accettata la mia offerta", taglio corto lui.

Suonava come se non avessi alcuna scelta, ma in realtà era lui che sembrava particolarmente disperato

Aveva già deciso che l'avrei sposato, era soltanto così elemente da farmelo sapere, prima.

Lo stronzo del secolo.
Suonava quasi romantico, ma io sapevo che non lo era affatto.

Mason Campbell non sapeva cosa fosse il romanticismo.

Era freddo e calcolatore.

Io ero una comodità.

Un'opzione.

Un oggetto da reclamare.

Eppure ciò non mi fermò da arrossire tanto che il mio volto parve in fiamme, Sentirli proferire tali parole con voce profonda e sexy...

"Non... non succederà. Non ti sposerò, signor Campbell. Non in questa vita, né nella prossima".

Se anche mi avesse offerto tutto ciò che avrei desiderato, tutto ciò che potevo avere, mi rifiutavo di sposare Mason Campbell. Era tutto così assurdo!

Soltanto otto ore prima mi odiava e adesso voleva sposarmi? Non c'era qualcosa che puzzava di marcio?

"Io ottengo sempre ciò che voglio", sussurrò, la soffice ricchezza della sua voce mi avvolse come la prima volta che l'avevo visto

"Se devo costringerti a indossare un anello, che sia. Ma alla fine sarai tu mia moglie".

Mi strinsi nelle spalle, fissando i suoi occhi spavaldi. Il silenzio era così pesante da espandersi per tutto il soggiorno.

"È una sfida?" chiesi, con un tono piatto che rivelava molto più di quelle tre semplici parole.

"Una sfida?" domandò lui, con tono brusco. Sollevò un sopracciglio, scettico. "Sul serio? Come desideri."

Distolsi lo sguardo quando mi rivolse un cenno della mano di congedo, percorsi lo spazio che mi separava dalla porta, con la testa che mi girava.

Sposare Mason Campbell?

Era per caso uno scherzo di cattivo gusto?

***

Il giorno dopo non riuscii a togliermi dalla testa Mason Campbell neanche per un istante.

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