Il tempo passava e con esso cresceva la nostra amicizia.
I giorni di scuola, i pomeriggi al Bunker, le serate passate a parlare e ridere diventavano ricordi preziosi che custodivo nel mio cuore.
La prima canna, la prima sigaretta, i primi baci, e soprattutto la pubertà.Diventai più carina, o meglio più donna, ero cresciuta e cambiata tanto con gli anni e notavo gli sguardi dei ragazzi in generale cambiare nei miei confronti.
Anche se cercavo di evitare qualsiasi tipo di contatto con qualsiasi essere umano di sesso maschile.
Ormai ero abituata solo ai ragazzi del bunker, non riuscivo neanche ad immaginare altro.Solo Jackson era sempre più presente nei miei pensieri.
L'unico che durante quegli anni mi faceva sentire in modo diverso e mai in imbarazzo.La sua figura alta e snella, i capelli castani ricci e disordinati, e quegli occhiali che non si toglieva mai, lo rendevano affascinante e misterioso.
Era un tipo taciturno, ma quando parlava, le sue parole avevano un peso particolare, come se venissero direttamente dal profondo della sua anima.Nel corso degli anni, la mia cotta per lui si era ovviamente affievolita.
Non perché avessi smesso di provare qualcosa, ma perché avevo imparato ad accettare la nostra amicizia per quello che era. Jackson era una persona riservata, difficile da leggere, e non volevo mettere a rischio il nostro legame per qualcosa di incerto. Soprattutto per come sono fatta io.Ricordo ancora il nostro primo compleanno festeggiato insieme.
Era il mio diciottesimo compleanno e i ragazzi del Bunker mi avevano organizzato una festa a sorpresa.
Faster e Caph mi avevano bendata e portata al Bunker, dove avevano allestito una piccola festa con luci colorate e musica.
Jackson era lì, con un piccolo regalo avvolto in una carta colorata.
Quando lo aprii, trovai un ciondolo a forma di chiave.-"È per te"
mi disse, con un sorriso timido.-"Per ricordarti che hai sempre la chiave del Bunker, e anche del nostro cuore."
Mi commossi un po' lo ammetto, e lo abbracciai forte, sentendo il calore della sua amicizia.
Quella chiave divenne il mio portafortuna, un simbolo della nostra connessione.
Lo porto sempre con me.Gli anni successivi furono pieni di momenti indimenticabili.
Soprattutto il giorno in cui i ragazzi firmarono il loro primo contratto discografico.
Il Bunker era pieno di risate e brindisi, e io mi sentivo incredibilmente orgogliosa di loro. Jackson, con il suo solito modo riservato, sembrava più felice che mai.-"Non ci saremmo mai riusciti senza di te"
mi disse una sera, dopo una lunga giornata di registrazioni.-Non dire sciocchezze, avete fatto tutto voi...
risposi, ma dentro di me sentivo una gioia immensa nel sapere che avevo contribuito in qualche modo al loro successo.Ci furono anche momenti difficili.
Discussioni, incomprensioni, ma ogni volta riuscivamo a superarle scendendo a compromessi.Faster e Caph erano i miei confini di sicurezza, sempre pronti a sostenermi, e Jackson... beh, Jackson era sempre lì, con la sua presenza silenziosa e rassicurante.
Arriviamo così al presente.
A vent'anni le cose cambiano un po'.
Dopo aver finito quest'altra sessione di esami ed essere stata lontana dai miei amici, finalmente posso godermi l'estate.È un'altra estate, un'altra festa.
Questa volta, però, sento una tensione diversa nell'aria.
Forse è perché siamo cresciuti, o forse è perché le cose tra me e Jackson non sono più così semplici come una volta. Non lo vedo da un po', e il pensiero di rivederlo mi riempie di emozioni contrastanti.Organizzarono una delle loro solite feste al bunker, giusto per festeggiare l'inizio della nostra nuova estate.
Mi arrivò una notifica dal nostro gruppo whatsapp.