Capitolo Quarto

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Entrò dalla finestra in villa Stark.
Era tardi non voleva infastidire Tony che era stato tanto gentile da tenerlo con sé.

Chiudendosi la finestra alle spalle, si strappò via la maschera dalla testa. Le sue guance arrossate come non mai. Voleva dare la colpa allo sfrozo fisico che aveva fatto tutta la serata, ma sapeva fin troppo bene che quello non era l'unico motivo per il suo viso paonazzo. Il respiro ancora pesante, e il cuore che ancora stava correndo una maratona.

Sbuffò. "Merda." Imprecò subito dopo togliendosi anche la tuta. Restò in Boxer, il corpo abbastanza appiccicoso e sudaticcio.

Si buttò dentro la doccia facendo scorrere l'acqua calda su tutto il corpo. I capelli si appiccicarono alla sua fronte, il suo corpo si riempii di brividi inizalmente per poi ricoprisi del comforto che l'acqua calda gli dava.

Pensò a Deadpool. Perché tornava a pensare a lui?
Lo vedeva di rado, ma ogni volta che lo vedeva non riusciva a dimenticarlo per troppo tempo.
Quell'uomo poteva davvero essere suo padre, ma Peter... non sapeva spiegare l'attrazione che provava per lui. Era qualcosa che non gli sembrava normale, ma contemporaneamente non ne poteva fare a me di eccitarsi al pensiero di quanto fossero vicini quella stessa sera.

Si mordicchiò il labbro inferiore. "Maledetto, Deadpool!" Imprecò tra sé e sé.

La mattina dopo Peter si svegliò con i capelli ancora umidi, e il cuscino bagnato. Doveva togliersi il vizio di andare a dormire con i capelli bagnati.
Prima di scendere in cucina si mise addosso una tuta e una maglietta.

"Buongiorno Peter, come hai dormito?" Chiese Pepper alle prese con la cucina. Peter ripensò alla sera prima, ripensò a Deadpool, ma cosa c'entrava Deadpool con la domanda che gli aveva porso Pepper? "Bene, grazie." Rispose Peter sorridendole.

"La colazione è quasi pronta. Tony è già in laboratorio e si è portato anche Morgan." Lo informò Pepper. Peter era felice che Tony avesse una figlia come lui, una cervellona. Qualche momento dopo che Pepper lo disse i due salirono le scale e arrivarono in cucina. "Buongiorno Peter!" Esclamò Morgan andando ad abbracciarlo. Tony gli fece un segno con la mano e andò ad aiutare la moglie con la colazione.

Dopo colazione Tony gli aveva proposto una giornata in piscina, Peter rifiutò.
"Grazie, ma credo che andrò da Ned oggi." Morgan sembrò esserci rimasta un po' male. Tony gli sorrise e disse "tranquillo, fa come vuoi."

Peter si vestii come il solito, una felpa e dei banalissimi jeans. Usci da casa Stark e si incontrò con Ned difronte casa dell'amico.

"Bella bro!" Lo salutò Ned facendo il loro saluto con le mani. Si incamminarono per il centro della città.
Solitamente stavano a casa a giocare con la play, ma quella giornata c'era un caldo bestiale, fin troppo caldo per stare dentro casa.

L'amico iniziò a parlare del suo nuovo videogioco.
Peter ascoltava, ma ad una certa aveva captato qualcosa, anzi qualcuno. Una tuta rossa che teneva in mano un unicorno mentre camminava con un gelato alla fragola in giro per la città.

Peter iniziò a ridere. "Cosa c'è di tanto divertente, ti ho appena raccontato la storia più triste di un personaggio del gioco." Disse Ned rattristato.
"Cosa stavi dicendo?" Chiese poi al amico.
Ned restò a bocca aperta. "Amico, non mi ascolti mai." Proprio mentre inizia a parlare di nuovo quel uomo rosso andò a sbattare contro Ned che fece volare il suo gelato per terra.

Peter si ricordò di quello che gli aveva detto Deadpool la sera prima. "Merda, scusa!" Disse Ned al uomo.

Deadpool alzò lo sguardo su Ned e poi lo posò su Peter. "Hai... mi hai fatto cadere il gelato, stronzo!" Urlò contro Ned. "Senti, amico, non l'ho fatto apposta." Disse Ned giustificandosi. "Ma il gelato è comunque caduto, ciccione!" Puntò la mano al gelato sciolto per terra.

"Ti ha detto che non l'ha fatto apposta." Si intromise Peter. Deadpool spostò lo sguardo su di lui. Non era niente male il ragazzo, ma questo non c'entrava con il fatto che il suo gelato non era nel suo stomaco ma sciolto su un marciapiede del cazzo. "Non stavo parlando con te, bellezza." Disse, e Peter divenne rosso come non mai. Sta volta non c'era nessuna maschera a nascondere quel rossore ben evidente.

Deadpool sorrise vedendolo arrossire. "Non capisco cosa tu vuoi che io faccia, il gelato è caduto e resterà lì. Mi sono già scusato, non posso fate altro." Disse Ned. Il sorriso di Deadpool si allargò ancora di più.
"Non penso che tu mi abbia capito, ciccia bomba, e mi stai facendo incazzare. Ti fare pulire il pavimento con la tua faccia e se non ti taglio la testa ritieniti fortunato." Lo minacciò.

Peter si allarmò. "Non c'è bisogno di essere violenti. Se vuoi ti compro un gelato nuovo." Sorrise al uomo. Ad un tratto Deadpool guardò nuovamente Peter e sta volta con molta più attenzione. "Tu ed io diventeremo grandi amici." Aveva affermato, afferrò la mano di Peter e lo trascinò verso la gelateria.
Peter arrossì al tatto delle loro mani intrecciate.

"Cosa volete ordinare?" Chiese il gelataio.
"Due gelati alla fragola." Disse Deadpool.
Peter corrucciò le sopracciglia. "Uno è per te, baby." Spiegò poi l'uomo. Peter arrossì al nomignolo.
Ned era infastidito dalla presenza di quel essere travestito. "Ecco a voi due gelati alla fragola." Disse il gelataio porgendoglieli.

Deadpool si alzò leggermente la maschera, mostrando la parte inferiore del suo volto, le sue labbra e il suo mento. Peter potte notare la sua pelle, non era liscia. Sembrava stranamente cruda. Ned sembrò disgustato dalla visuale, ma Peter no.
Peter era incuriosito.

Deadpool leccava quel gelato come se la sua vita dipendesse da ciò. Peter arrossì potentemente per la scena difronte a lui. Si maledii per pensare così male.
"Se non lo mangi ti si scoglie." Lo avvertì Deadpool.
Peter sembrò risvegliarsi da una trance.
Poi iniziò anche lui a leccare il gelato iniziando dalle parti che si stavano scogliendo.

Deadpool iniziò a fissare il movimento della sua lingua e la sua bocca su quel gelato. Si morse il labbro inferiore, e pensò che quel ragazzino sapeva essere più sexy di quando avesse pensato, apparte il culo bello rotondo che possedeva e aveva notato mentre camminava davanti a lui. Quel ragazzo lo eccitava da morire.

Peter solo dopo qualche leccata notò lo sguardo imbambolato di Deadpool, e arrossì violentemente.
Deadpool lo notò, e sorrise. Peter arrossì ancora di più se era possibile.

Finito il gelato Deadpool si alzò dalla sedia su cui era seduto e disse a Peter.
"Posso sapere il tuo nome, piccolo?"
Peter odiava e amava i soprannomi che gli dava, ma lo facevano imbarazzare da morire, odiava arrossire e balbettare. "Peter." Disse mordendosi il labbro inferiore. "Io sono Deadpool, è un piacere conoscerti... Peter." Disse il suo nome come mai nessuno l'aveva pronunciato neanche MJ.
"Cazzo sei un supereroe?!" Esclamò Ned rovinando l'atmosfera.

"No, ciccione. Sono un cazzo di mercenario." Lo corresse innervosito. Si era già coperto la parte inferiore del viso quando disse a Peter. "Questo è il mio numero di telefono, chiamami baby." Disse l'uomo passandogli un bigliettino, e poi saltello felice da qualche altra parte.

Peter restò con le labbra socchiuse, scioccato e con il bigliettino in mano. "Cosa cazzo..." disse Ned.
"Era un fottuto svitato." Disse seguendo l'uomo con lo sguardo. Peter non rispose a Ned.

"Non so cosa rispondere in tutta onestà." Disse Peter senza parole. "Come va con MJ?" chiese poi Ned.
Da qualche tempo MJ e Peter non si vedevano. MJ era con la sua famiglia in vacanza mentre Peter stava con i Stark, e dopo la morte della zia era abbastanza occupato. "Non lo so, Ned. Le scrivo sempre io. Non si fa mai sentire se non le scrivo, poi non vuole mai telefonare con me da quando è partita." Sbuffò.
Peter era stanco di quella situazione.

"Voi due siete strani." Disse in tutta onestà Ned. "Lei è starna, io... mi manca." Disse sconsolato Peter.
"È normale che ti manchi." Rispose Ned posando una mano sulla spalla di Peter.

Poi anche loro si alzarono e continuarono la loro passeggiata.

What If... I love Deadpool? (Spideypool)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora