Ferragosto

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Quella mattina era così caldo da non riuscire a respirare. A svegliare Silvia era stato il calore dei raggi solari che attraverso le tapparelle infiammavano la sua pelle nuda. La sensazione dei capelli appiccicati al collo e della maglietta inumidita dal sudore la costrinsero ad alzarsi subito col desiderio di farsi una doccia. L'aspettava una giornatina niente male: un pranzo coi pomodori col riso della nonna, riscaldati accuratamente nel forno a microonde, un pomeriggio di trucco e parrucco a casa di Isi, e poi la mega festa di ferragosto a cui erano state inspiegabilmente invitate.
Silvia aveva cominciato a soprannominare la sua amica Isi ai tempi del liceo perché la bisnonna di Isabella l'aveva sempre chiamata così quando erano bambine. Quel simpatico nomignolo era un po' come lei, semplice e coinciso. Isi era una brava ragazza, solare e allegra, tranne quando qualcuno o qualcosa le storceva la luna, in quel caso era meglio starle alla larga. Una volta Silvia l'aveva vista adirarsi per una sigaretta appena accesa e poi scivolata a terra, oppure per una scarpa bianca nuova che si sporcava accidentalmente. Molto spesso, però, erano i litigi con la madre a mandarla su tutte le furie: si punzecchiavano giorno e notte, e ogni occasione era buona per battibeccare, che fosse per la lavatrice o per il pranzo poco importava. Ecco, certe situazioni le davano proprio fastidio, ma quando si trattava di riportare un'amica ubriaca a casa o accompagnarla dall'estetista, anche se questo voleva dire aspettare due ore in sala d'attesa su quei divanetti scomodi, lei c'era.
Silvia non aveva scarpe troppo costose, nè faceva caso alle marche popolari di tendenza e quando si trattava di scegliere cosa mettere era solita indossare capi semplici, cercando di abbinare come meglio poteva i colori, che poi alla fine erano sempre gli stessi: grigio, nero, bianco. In generale si limitava a farsi la ceretta dove c'era bisogno per non sembrare uno yeti, ma mai si sarebbe dedicata alle pratiche della skincare di cui sentiva solo parlare dalle sue amiche senza neanche sapere di cosa si trattasse. A volte le ascoltava confrontarsi sulle marche di creme, correttori, illuminanti, e scambiarsi consigli tra i pareri delle influencer e le recensioni lette su internet, e spesso le vedeva soddisfatte dai risultati che ottenevano utilizzando quei prodotti ma, sebbene riconoscesse l'importanza della cura del proprio corpo, Silvia rimaneva disinteressata. Tutto quel mondo l'annoiava a morte e preferiva impiegare il suo tempo sognando ad occhi aperti mentre ascoltava musica, o vedendo serie tv così divertenti da farla ridere a crepapelle.
Era il 14 Agosto, il giorno della famosissima festa in piscina a casa di Guido, il ragazzo più gettonato del suo paese. Lei lo conosceva poco, aveva saputo della festa da i suoi amici compaesani, per questo Silvia rientrava nella categoria "amici di amici", una via di mezzo tra gli imbucati e gli invitati veri.
Anche se non aveva niente a che fare con la maggior parte degli invitati, quella mattina Silvia aveva provato uno strano senso di adrenalina, non vedeva l'ora di andare a quella festa, di buttarsi nella mischia e divertirsi. Grazie al suo carattere estroverso riusciva a dare confidenza anche agli sconosciuti e metteva chiunque nella condizione di ridere e scherzare serenamente con lei. Inoltre negli ultimi mesi si era riavvicinata al gruppo dei suoi amici compaesani e con loro aveva riscoperto un senso di spensieratezza. Cresciuti insieme durante i tempi dell'asilo e delle elementari, Silvia li aveva persi di vista negli anni del liceo e ora era felice di averli ritrovati, ragazzi divertenti, forse anche un po' fuori di testa, alcuni più scapestrati di altri ma sempre tutti allegri e in vena di fare baldoria. Durante i loro incontri gli alcolici non mancavano mai e quando le bottiglie cominciavano a svuotarsi troppo in fretta si rimediava al danno col solito copione. Chiamavano al telefono chi ancora doveva unirsi alla festa e una volta che il povero sventurato aveva risposto si esordiva sempre con la solita frase: "Fra', porta da bere".
Silvia non era mai stata una grande bevitrice, ma da quando era cominciata l'estate ogni tanto aveva provato il brivido di bere un bicchiere di troppo. Quando era accaduto non si era mai spinta troppo oltre, non aveva mai fatto cose eclatanti come portarsi a letto qualcuno o roba simile, piuttosto i superalcolici le spegnevano un po' i freni inibitori e i milioni di complessi nella sua testa, il culo moscio, la cellulite, il naso lungo che pendeva da un lato, le gambe poco toniche e così via. Grazie ai numerosi effetti dell'alcol, quando beveva quel cocktail di troppo capitava che si buttasse nelle conversazioni o in situazioni divertenti col gruppo senza farsi troppi problemi, e quella sera alla festa di Ferragosto sarebbe andata esattamente come le altre volte, o almeno così credeva.

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