2. Rieccola

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MATTHAUS POV

E, A, N, A, erano le lettere del nome di quella ragazza, che in qualche modo, aveva provato a non farmi scoprire.

Oramai sono passati due giorni da quell'incidente, e, di solito, non mi ricordo mai con perfezione i giorni in cui mi sbattono dietro le sbarre, ma quel giorno no.

Stranamente è uno diverso, uno che non mi vuole uscire dalla mente e, non so perché, ma sento che sia speciale.

Quegli occhi blu e quel viso rosso non fanno altro che rimbombare nella mia mente.

"In che senso ti sei fermato a parlare con una sconosciuta mentre la polizia ti cercava?!" Strilla come una ragazzina Heinrich.

Ecco cos'altro mi rimbombava nella testa e nelle orecchie.

Lui, alla mia destra, mi guarda perplesso, come se avessi appena ucciso un cane, ma io non gli do cenno di interesse, la mia testa, inclusa la mia mente, è altrove.

Fisso il bel panorama mattutino, gli edifici scolastici e il verde parco che si trovano intorno a noi, immerso nei pensieri.

"Mi stai ascoltando?" Grida, questa volta si che mi giro verso di lui.

"Non mi importa" dico con tono calmo, e ritorno perso davanti a quello che mi affaccia; gli alberi, il sole, il cielo e il vento che come sempre mi sfiora la faccia.

"Vuoi farti uccidere" sbuffa deluso.

"Non è la prima volta questa, e siamo soltanto ai primi di maggio, sei già entrato nel mirino della polizia oramai"

"Ma perché mi parli come se fossi tuo figlio e te mia madre?" aggiungo con indifferenza, la mia nuca appoggiata ai miei palmi delle mani, disinvoltura in faccia e con un solo pensiero; lei.

Lui, il ragazzo alla mia destra che mi tratta come suo figlio, è Henry.

Il suo vero nome è Heinrich Klein, ha la mia stessa età e siamo migliori amici sin dall'infanzia, sin dall'inizio della nostra vita, e son ben sicuro che quest'amicizia durerà per sempre, almeno spero, anche se a volte, come adesso, può diventare fastidioso.

Mi fa sempre queste ramanzine, ma è soltanto perché ci tiene a me.

Vedendo il mio disinteresse si stringe ancor di più nel suo grande cappotto nero, deluso da me, e in viso si possono vedere gli insulti che vorrebbero tanto uscire dalla sua bocca.

Gli do una pacca.

"E dai, rimani tranquillo" Dico, ma è ancora triste e arrabbiato.

Una nuvola di fumo mi sfiora il viso e si intromette nella mia vista.

"Infatti rimanga calma signora Müller" Ride a crepapelle un'altra voce maschile alla mia sinistra.

Invece lui è Jax, nome vero? Jakob Alscher.
Fumatore seriale, è diventato mio amico due anni fa, così all'improvviso, e pian piano l'ho fatto conoscere anche a Henry, anche se, come tutti, credeva che non fosse un tipo da frequentare.
In effetti...Ma è sempre nostro amico, anche se siamo così diversi; Lui ha quasi sedici anni, pur essendo in classe nostra per via dei brutti voti.

Lui fa sempre a botte, con chiunque, noi in confronto a lui siamo delle femminucce.
È sempre stato così, più grande, più forte, più "figo", dalla prima media.

L'ho sempre ammirato, anche se tutti dicono che sia una brutta influenza, compresa mia madre, che dice di starci lontano.

Tossisco e rido insieme a lui in faccia a Henry.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 29 ⏰

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