Capitolo 16

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La mattina dopo Oscar si sveglio confusa e con un forte mal di testa, si guardo a torno cercando di mettere a fuoco l'ambiente e una volta fatto si rese conti di trovarsi in una stanza d'ospedale, si tocco la testa per poi accorgersi di avercela fasciata. Subito dopo senti qualcuno bussare alla porta "avanti" quando si apri nella stanza entrarono La Fayette e Alain. Quest'ultimo era sollevato dal fatto che Oscar si fosse ripresa "comandante per fortuna state bene" la donna si prese qualche secondo per far passare il mal di testa poi chiese "cosa è successo?" La Fayette rispose "speravamo potesse dircelo lei comandante. I vostri uomini vi hanno trovata svenuta sulla via del ritorno, vi hanno portata qui e poi Alain è venuto ad avvisarmi. Per caso siete caduta da cavallo visto che ieri sera siete uscita a festeggiare con i vostri uomini?" Oscar cerco di ricordare cosa era accaduto ieri sera e quando tutto gli fu chiaro sgrano gli occhi "il conte di Fersen ha aiutato la famiglia reale a fuggire da Parigi!" A quella notizia Alain rimase sorpreso, anche La Fayette che fu uno dei primi a sapere della scomparsa della famiglia reale non poteva che rimanere sorpreso da una simile notizia. Il generale apri la porta, guardò a destra e a sinistra per assicurarsi che nessuno li abbia sentiti poi chiuse la porta a chiave. Torno davanti ad Oscar e le domando "siete assolutamente certa di quello che dite comandante?" Lei gli rispose "si signore!" La Fayette si porto una mano sotto il mento preoccupato "quindi il Conte di Fersen ha rapito la famiglia reale, è davvero una colpa terribile" capendo il fraintendimento Oscar aggiunse "la famiglia reale non è stata rapita anzi sono andati con Fersen di loro spontanea volontà melo ha detto la regina poco prima che io svenissi" quel chiarimento lascio tutti di sasso, Alain si rivolse al generale "signore devo comunicare con la massima urgenza che la famiglia reale è scappata da Parigi!" La Fayette però lo trattene "non fate sciocchezze se qualcuno viene a sapere che i reali sono scappati allora il progetto della monarchia costituzionale crollerebbe comprese tutto il lavoro fatto fin ora. La città è già sull'orlo dell'anarchia una notizia farebbe scoppiare il caos" Alain dovette dare ragione al generale l'ultima cosa di cui Parigi aveva bisogno erano dei cittadini armati pronti a trasformare le strade in un campo di battaglia "allora cosa facciamo? Presto o tardi la voce si spargerà" La Fayette si prese un minuto per riflettere "tu di ha tutti gli uomini di diffondere la notizia che il re e la sua famiglia sono stati rapiti, digli anche di dire al popolo che il Conte di Fersen è la mente dietro il rapimento e una volta che avremo scoperto dove li sta portando cerchiamo di catturarlo vivo in questo modo renderemo la storia del rapimento più credibile. Ora vai di corsa!" Alain uscì senza nemmeno chiedere il parere del suo comandante che subito protesto all'idea del generale "signore trovo che la vostra idea sia folle, non possiamo accusare pubblicamente Fersen di essere un criminale ne tantomeno dobbiamo mentire al popolo!" Il generale si rivolse a lei con tono severo "mi dispiace comandante, so della vostra amicizia con Fersen tuttavia non posso permettere che un simile atteggiamento resti impunito, in oltre se il conte tiene davvero alla famiglia reale come lui stesso ha dichiarato più di una volta allora capirà il perché lo dobbiamo dipingere agli occhi dei cittadini come un criminale. Per ciò vi ordino di scoprire dove il re e la sua famiglia sono diretti e di arrestare Fersen sono stato chiaro!" Detto ciò lascio la stanza senza aggiungere altro. Oscar rimase sola in preda alla rabbia e alla frustrazione, batte con violenza il pugno sul materasso "sono stata un idiota non avrei mai dovuto dire nulla a Fersen. Perché mia regina siete caduta ancora una volta cosi in basso? Perché avete tradito ancora una volta le mie speranze?" Una lacrima salata le rigo la guancia mentre si alzo per indossare la sua uniforme, non c'era tempo per piangersi addosso aveva un lavoro da fare. Nel frattempo Alain aveva attraversato a cavallo mezza Parigi diffondendo la notizia del rapimento della famiglia reale per mano del Conte di Fersen, purtroppo qualcuno lo aveva battuto sul tempo dato che i cittadini erano stati informati che il re era scappato da Parigi come un codardo abbandonando il popolo bollandolo cosi come un traditore, queste due versioni della stessa storia avevano generato un caos incontrollabile tra le strade di Parigi. Nel mentre Robespierre sene stava a casa sua facendo finta di niente e proseguendo la sua normale routine quotidiana, si stava dedicando alla lettura delle Confessioni di Rousseau un filosofo del 1700 ciocche ammirava di più di quest'uomo era la sua ideologia sul fatto che la natura umana sia innocente e pura e che usando la ragione gli uomini possono ritrovare quell'innocenza persa a causa del peccato originale. Robespierre era ossessionato dall'ideologia di Rousseau sull'innocenza perduta, il rivoluzionario si chiedeva come poteva applicare l'ideologia di questo filosofo nella vita reale? Come poteva ridare all'umanità quell'innocenza perduta a causa della corruzione dell'animo umano? L'unica cosa che sapeva con certezza era che la famiglia reale rappresentava un ostacolo alla felicità umana e per questo andava sradicata. Stava continuando la sua lettura quando un servo gli annuncio una visita "mio signore c'è il signor Louis Antoine che chiede di vederla" ordino che lo lasciassero entrare, Luis entro nella sala sfoggiando un sorriso a 32 denti "buone notizie finalmente la trappola è scattata, presto la famiglia reale sarà solo un lontano ricordo e noi guideremo la Francia verso la gloria incontrastati" quando smise di esultare si accorse che Robespierre non gli aveva prestato la minima attenzione, stava continuando a leggere come se niente fosse e ciò gli dava fastidio "ancora con Rousseau, non capisco cosa ci trovi di tanto interessante? I filosofi sono soltanto dei grandi ciarlatani con le loro parole rendono complessi argomenti che in realtà sono semplici o banali voglio sperare che tu non voglia andargli appresso finiresti solo per perdere di vista l'obbiettivo." Robespierre chiuse il libro "i filosofi sono soltanto dei ciarlatani per te?" Louis non senti bene la domanda e si avvicinò "come hai detto scusa?" Con un movimento improvviso Robespierre lo afferrò per la gola e lo sbatte sul tavolo, prese il coltello dal vassoio della colazione e lo punto alla sua gola. Louis fu costretto a guardarlo dritto negli occhi, poteva giurare di non aver mai visto Robespierre con uno sguardo cosi agghiacciante i suoi occhi non lasciavano trasparire alcuna emozione ed erano freddi come il ghiaccio. Quando comincio a parlare il povero Louis senti un brivido lungo la schiena "è da un po' di tempo che telo vorrei chiedere, perché ti sei unito a noi? Perché hai deciso di seguirmi?" Stava per rispondergli ma lui gli premette il coltello sulla gola "i filosofi sono tutt'altro che dei semplici ciarlatani, sappi che se oserai parlare ancora male di loro ti taglierò la gola. Per quanto riguarda le domande che ti ho fatto credo di sapere già la risposta: tu vuoi il potere, deve essere bello avere il coltello dalla parte del manico, poter fare tutto ciocche vuoi, abbassarti ai tuoi istinti di assassino con la scusa di lottare per la rivoluzione e per la Francia. Tutto questo ti eccita ma dimmi ce l'hai davvero uno scopo oppure la tua vita si riduce soltanto a seguire i tuoi impulsi?" Louis non sapeva come rispondere a questa domanda "proprio come pensavo, tu non ce l'hai uno scopo mentre io si ed è stato proprio Rousseau a darmelo, la filosofia può aiutare gli uomini a trovare uno scopo ed è anche grazie ad essa se oggi abbiamo la matematica e le altre scienze. Dalla semplice curiosità dell'uomo è nata la filosofia. Per tua informazione sono già a conoscenza del fatto che la prima parte del piano è andata a buon fine ma sappi anche che sto riconsiderando il tuo ruolo all'interno del mio disegno." Sentendo ciò Louis si spavento ulteriormente possibile che Robespierre volesse davvero ucciderlo?! L'avvocato continuo il suo discorso "ma questa mia decisione dipenderà dalle tue scelte, sappi che nella mia nuova Francia non ci sarà posto per le bestie sanguinarie come te dato che le tue azioni non aiuteranno il genere umano a ritornare a quella felicità e innocenza perduta da tempo tanto cara a Rousseau. Il mio fine ultimo non è il potere ma ricondurre l'umanità al punto più alto delle sue virtù eliminando i parassiti come la famiglia reale, purtroppo per completare questo disegno dovrò versare molto sangue e ciò non lo faro a cuor leggero ma si sa che nella storia i grandi uomini per cambiare il mondo hanno dovuto sostenere il peso delle scelte più gravose, c'è chi l'ha fatto con gioia e chi invece ne è rimasto segnato e con molta probabilità io sarò tra questi ultimi. Ma vedendo il risultato finale sono sicuro che ne varrà la pena. Ma ora torniamo a te, mi sei stato di grande aiuto è vero anche se non ho mai appoggiato i tuoi mezzi in te vedevo il potenziale di un grande politico e condottiero capace di smuovere le masse con un solo cenno della tua voce, ma ultimamente mi hai fatto cambiare idea e in certi casi mi hai anche deluso." Capendo infine quali tasti andare a toccare Louis rispose "ho capito Robespierre! Hai ragione sono davvero caduto in basso ma hai anche detto che ho ancora molto da offrirti e se davvero ti ritieni uno capace di salvare gli uomini riportandoli sulla strada della virtù allora ti prego di tendermi la tua mano e di ricondurmi su quella strada. è vero che tutti gli uomini che hanno segnato la storia hanno dovuto sporcarsi le mani di sangue ma tu puoi essere il primo che ha risollevato un uomo riconducendolo sulla retta via. Per cui mostrate pietà per questo peccatore che ha osato insultare e sminuire la filosofia, mostrarmi la luce che da solo non riesco a vedere." Con quel discorso riuscì ad ottenere l'effetto sperato, Robespierre si calmo, il suo sguardo torno quello di un uomo lucido e compassionevole, tese la mano al suo amico e lo invitò a sedere in modo da potergli spiegare la filosofia di Rousseau e di come lo abbia aiutato a trovare il suo scopo. La sera prima Fersen aveva continuato a condurre la carrozza fino a Bondy che distava mezz'ora da Parigi, incontrarono un uomo che gli ordino di fermarsi, quell'uomo era uno dei pochi rimasti fedeli alla corona, la sosta era programmata per fare riposare i cavalli. Fersen scese dalla carrozza e si inchinò davanti ai sovrani per fargli rapporto sulla situazione "maestà siamo arrivati a Bondy una breve sosta per far riposare i cavalli" la portiera della carrozza si apri "credo che ormai dobbiate consideravi salvi, la strada per Chalon è abbastanza sicura e poi una volta arrivati a Point de Somme Vesle troverete un reparto del generale Boudie ad attendervi." Maria Antonietta fu felice di sentire questa notizia ma  Luigi XVI da diverso tempo sospettava che tra il conte e la sua regina ci fosse qualcosa di più a legarli rispetto al semplice giuramento di lealtà e infastidito da ciò cerco di mandarlo via "bene Conte di Fersen" l'uomo sollevo il capo "si?" Il re lo guardo dritto negli occhi "avete ragione ormai siamo salvi, io vi ringrazio e vi invito a lasciarci qui proseguite nella direzione che volete." Quelle parole lasciarono la regina e il conte di sasso con quest'ultimo che cerco di opporsi alla decisione del re "vi prego maestà io non" ma lui non lo lascio terminare "vedete voi siete un cittadino Svedese e io non vorrei coinvolgervi nel caso dovesse accadervi qualcosa di spiacevole." A Fersen però non gli importava di ciò avrebbe rischiato la forca pur di portare in salvo la sua regina, fu quando incrocio lo sguardo di lei che il conte si arrese all'ordine del re "bene come volete maestà, si farò come desiderate, cercherò rifugio in Belgio." Il re lo ringrazio per i suoi servigi "siate prudente, non dimenticherò mai la vostra amicizia e credo che questo valga anche per sua maestà la regina." Gli occhi di Maria Antonietta divennero lucidi per le lacrime che cercava di trattenere, anche gli occhi di Fersen si abbandonarono alle lacrime quando sprono il suo cavallo nella direzione opposta e con questo atto segno il suo ultimo e doloroso addio a Maria Antonietta, non avrebbe mai potuto immaginare che questo suo ultimo ricordo con lei l'avrebbe tormentato per il resto della sua vita. La famiglia reale per quella notte alloggiò in una semplice casa che il duca Roland aveva fatto preparare apposta, la regina era tormentata dalla decisione di suo marito di allontanare Fersen e quando furono soli non mancò di confessargli i suoi dubbi "mio re, trovo che allontanare il Conte Fersen sia stato un errore" il re ascolto le sue parole con scarso interesse "mia regina se l'ho fatto è stato solo per il suo bene" Maria Antonietta non era d'accordo dato che ciò poteva compromettere il piano "ma Fersen è stato un membro chiave per la nostra fuga dalla Tuileries. Come possiamo portare avanti la nostra fuga senza di lui? Che senso ha avuto mandarlo via?" Luigi XVI era irritato dalle insistenti domande della regina, ciò confermava le voci che da tempo giravano per Parigi ovvero che lei e il conte fossero amanti, non aveva mai dato peso a queste voci ma da quando Fersen si era trasferito nel palazzo della Tuileries aveva notato che i due erano molto vicini, vedendo ciò qualcosa nel profondo del suo animo lo costrinse a dare peso a tutte le voci che aveva sentito su sua moglie per questo ha allontanato il conte con la scusa di proteggerlo nel caso a loro fosse capitato qualcosa. Luigi XVI non voleva confessargli le sue reali motivazioni cosi disse di essere stanco, consiglio alla regina di andare a dormire dato che domani sarebbero dovuti partire all'alba. Nel frattempo Luigi XVII e sua sorella Maria Teresa erano già nella loro stanza, il principe fin dalla partenza era assalito dall'ansia e dai dubbi, si chiedeva se i suoi genitori avessero preso la decisione giusta, per cercare di togliersi questi dubbi si rivolse alla sorella "tu cosa credi che accadrà da adesso in poi?" Maria Teresa invece pensava che scappare da Parigi fosse stata la scelta giusta dato che il popolo li detestava ma anche lei aveva dei dubbi sul futuro, non riusciva a mentire al suo fratellino cosi anche se non poteva placare la paura nel suo cuore decise comunque di essere sincera "per la prima volta in vita mia sono smarrita quanto te. Ma fuggire da Parigi è stata la decisione giusta, il popolo non ci ama e i nobili che una volta stavano al fianco di nostra madre e di nostro padre sono tutti scappati, quindi perché non dovremmo fare lo stesso anche noi?" Quelle parole come c'era da aspettarsi non risollevarono il morale del principe "mi manca il conte Fersen, secondo te cela faremo anche senza di lui?" Anche a Maria Teresa mancava Fersen molto spesso lo aveva visto insieme a sua madre e quando stavano insieme la regina nonostante i momenti bui riusciva sempre a sorridere una cosa che la principessa riteneva impossibile, di solito erano lei e il suo fratellino a strappare un sorriso alla loro mamma, il fatto che un altra persona oltre a loro potesse riuscire a fare altrettanto era davvero sorprendente. La piccola Maria Teresa aveva capito che i sentimenti di sua madre per il conte andavano oltre l'amicizia e forse era per questo  rimase fedele alla famiglia reale, anche se non era loro padre la compagnia di Fersen non dava fastidio ai bambini anzi il conte si era dimostrato una persona gentile con loro oltre che a essere un bravo insegnante, vedere il sorriso della loro madre anche tra le lacrime era la cosa più bella del mondo e niente e nessuno avrebbe dovuto spezzare quel sorriso. Il fatto che il re avesse mandato via il conte preoccupava non poco i due giovani dato che pensavano che sarebbe stato con loro fino alla fine del viaggio per proteggerli adesso devono affidare la loro vita e quella dei loro genitori a un perfetto sconosciuto e solo il cielo avrebbe potuto sapere come sarebbe finita questa storia. C'era un'altra persona che turbava i pensieri dei due giovani ovvero il comandante Oscar, era stato scioccante vedere il comandante e il conte combattere e pensare che un tempo erano amici ma dopo ciò la frattura tra i due sarebbe stata insanabile, Luigi XVII non riusciva a togliersi dalla testa quello spettacolo ed era preoccupato per Oscar "secondo te il comandante sta bene?" Chiese preoccupato alla sorella, quest'ultima rispose "sono sicura di si, Oscar è una delle persone più forti che conosciamo e di certo non ci lascia le penne per cosi poco, sono sicura che in questo momento starà riposando il qualche letto d'ospedale per riprendersi dalla caduta. Sono sicura che appena si rimetterà in piedi ci verrà a dare la caccia e per allora dovremo già essere il più lontano possibile da Parigi." Il principe ripensando meglio alle parole della madre disse "nostra madre avrebbe dovuto dire tutta la verità ad Oscar, sono sicuro che lei ci avrebbe aiutato a trovare un altro modo" la principessa si trovava d'accordo con lui la decisione della loro madre di nascondere la verità a quella che considerava la sua migliore amica non era stata affatto la migliore che avesse preso, ma ormai la musica e bella o brutta che sia adesso toccava ballarla fino alla fine. Fu molto difficile per Maira Antonietta, Maria Teresa e Luigi XVII riuscire a dormire quella notte, dato che le loro due figure di riferimento ovvero Fersen e Oscar non erano li presenti. Il primo era stato allontanato dal re e ormai sarebbe stato troppo pericoloso per lui tornare indietro mentre la seconda con tutta probabilità gli stava dando la caccia per ordine di La Fayette e dei membri dell'Assemblea. La mattina dopo la famiglia reale parti per Chalson dove giunsero alle sei di pomeriggio per poi ripartire ma durante il viaggio la ruota della carrozza si danneggio grevemente, arrivarono a Pont de Somme Vesle con due ore di ritardo, degli uomini del generale Boudie che avrebbero dovuto scortarli però non c'era alcuna traccia. Il fatto che il generale non li avesse aspettati come stabilito nel piano li fece preoccupare ma non avevano altra scelta se non quella di proseguire il viaggio e raggiungere Sainte Menehould che si trovava a sole due ore di viaggio da li, ad accoglierli ci fu il responsabile della stazione di posta Jean Baptiste Drouet costui all'insaputa dei sovrani era un complice del Duca Roland il quale in cambio del suo aiuto gli aveva promesso una lauta ricompensa e la sua elezione come deputato della Convenzione. Anche tempo prima l'uomo aveva avuto l'occasione di vedere la regina di persona e purtroppo per lei Drouet era molto bravo a riconoscere le persone infatti gli basto una sola occhiata per riconoscere i due sovrani, allora capì che era il momento di far scattare la trappola. Fece passare la carrozza senza problemi tanto sapeva benissimo quale sarebbe stata la loro prossima tappa ovvero il paese di Varennes en Argonne. La famiglia reale parti di nuovo la mattina presto, chiese anche di sostituire i cavalli per la loro carrozza, per sicurezza nei documenti scrissero che la loro destinazione era Verdun, convinti di aver superato senza problemi anche questo ostacolo partirono in tutta fretta ma anche Drouet era partito a cavallo insieme a un suo amico entrambi conoscevano una scorciatoia per raggiungere Verennes prima della famiglia reale. I due giunsero a destinazione quando alle 11 di sera e ordinarono al sindaco di bloccare le porte del fiume Aire attraverso il quale si sarebbe dovuti passare per lasciare il paese, per vincere le preoccupazioni del sindaco Drouet informo la popolazione locale del suo piano per arrestare la famiglia reale. Anche i reali erano giunti a Verrennes a notte fonda e data l'ora tarda decisero di fermarsi a dormire in periferia, quando entrarono nel villaggio la mattina presto Maria Antonietta aveva un brutto presentimento, il villaggio era avvolto da un silenzio su reale come se non ci fosse anima viva ma Luigi XVI non sene curò affatto. Giunsero sull'Aire senza aver incontrato nessuno sul loro cammino, ma a metà strada del ponte il cocchiere comunico che le porte erano chiuse e che sarebbe stato impossibile proseguire, all'improvviso il suono delle campane a martello ruppero quell'inquietante silenzio e una folla di persone armata circondo la carrozza, la famiglia reale era confusa e spaventata non capiva cosa stesse succedendo fino a quando non si presento a loro il sindaco Jean Baptiste Sauce. Luigi XVI cercava di mantenere la calma e chiese "gentile signore che sta succedendo qui? Perché questa folla ci ha teso un imboscata?" Il sindaco rispose "vi prego di seguirmi signori, gira voce che molti nobili abbiano lasciato il paese grazie a documenti falsi, quindi devo verificare che i vostri documenti siano in regola." Sentendo ciò i reale tirarono un sospiro di sollievo dato che Fersen e il Generale Jarjayes avevano usato i loro agganci per creare dei documenti falsi che risultassero veri agli occhi di qualsiasi autorità anche quella più severa cosi fecero come gli era stato chiesto e ordino al cocchiere di seguire il sindaco. Sauce era chiuso nel suo ufficio e analizzo i documenti datigli dai sovrani ad assisterlo c'era Drouet "allora avete trovato qualcosa di sospetto?" Sauce si tolse gli occhiali e rispose "qui non c'è niente di strano i documenti sono in regola quindi non possono essere il re e la regina" ma le parole del sindaco non bastarono a convincere Drouet dato che si stava giocando il suo posto come deputato della Convenzione non era intenzionato a dargliela vinta "vi dico che sono la famiglia reale e quindi dovete arrestarli!" Il tono che utilizzo non piacque a Sauce "signor Drouet le consiglio di controllarsi se non vuole che chiami le guardie e la faccia arrestare!" Il sindaco sperava di riuscire a calmare o a spaventare il suo interlocutore ma ottenne l'effetto opposto. Drouet porto la mano al coltello che potava nella cintura e si avvicinò pericolosamente a lui minacciandolo "sono il re e la regina, e se li lascerete varcare la frontiera sarete accusato di tradimento!" Al pover uomo gli bastò guardarlo negli occhi per capire che non scherzava e che avrebbe trasformato in fatti le sue parole, l'ultima cosa di cui un Francese voleva essere accusato a quei tempi era di essere un traditore avrebbe perso tutto e il tribunale lo avrebbe lasciato a marcire in prigione, non avendo altra scelta il sindaco ordino che la famiglia fosse messa agli arresti. Drouet soddisfatto del risultato scrisse una lettera al duca Roland, quest'ultimo la lesse davanti a Robespierre e a Louis i quali erano felici per la riuscita del piano "adesso la famiglia reale non potrà più contare sull'aiuto di nessuno e presto anche il generale La Fayette e i suoi sostenitori seguiranno lo stesso destino dei sovrani." Louis sogghignò "mi congratulo con voi Roland, il vostro ruolo di spia è stato fondamentale per la riuscita del piano, senza di voi i reali sarebbero sicuramente riusciti a fuggire" il duca fu sorpreso dal fatto che Louis riconoscesse i suoi meriti "come mai tanta umiltà da parte vostra? Per caso è cambiato qualcosa?" L'uomo si alzo dalla poltrona e rispose "è stato Robespierre a farmi capire per cosa stiamo lottando. All'inizio pensavo che volesse il terrore solo per sbaragliare i propri nemici mentre io volevo solo fare ciocche mi riesce meglio ovvero uccidere. Ma adesso so che il nostro scopo va oltre il semplice scopo di ottenere il potere sulla Francia, non so spiegarlo bene quanto lui ma sono sicuro che quando sentirete le sue parole capirete come mai sono cambiato." Roland divenne sempre più curioso "allora il signor Robespierre qui presente potrebbe illuminarmi su questo suo reale scopo e scoprire se le sue parole riusciranno a cambiare qualcosa in me. Tanto dovevamo trovarci qualcosa da fare prima di accogliere la famiglia reale con gli onori che meritano." Detto questo si sedette davanti a Robespierre il quale comincio a parlare della sua ideologia e sulla via che intende percorrere.  Era la mattina del 15 Giugno 1791 dopo tre giorni di viaggio la carrozza con abbordo la famiglia reale scortata dalla folla arrabbiata e dai soldati della guardia nazionale giunse a Bondy, il viaggio fu traumatico per Maria Antonietta e i suoi figli ogni volta che attraversavano un villaggio la folla inferocita cercava di attaccare la carrozza mentre gridavano a gran voce di volere la testa della regina. A Bondy a capo dei soldati della Guardia Nazionale che aveva il compito di scortare la famiglia reale fino al palazzo della Tuileries c'era Oscar, la donna aveva accettato questo incarico con riluttanza dato che la regina aveva definitivamente infranto le sue speranze, i suoi sogni e la loro amicizia ma sapeva anche che lei era l'unica in grado di proteggerla dato che senza di lei probabilmente tutti i cittadini di Parigi avrebbero fatto a pezzi la carrozza appena ne avessero avuto l'occasione. Il capitano della precedente scorta cedette il comando ad Oscar e ai suoi uomini per poi andarsene insieme ai suoi mentre loro si occuparono di riportare i reali a Parigi. Come era prevedibile appena la carrozza entro in città la folla si riverso per le strade "eccoli li!" Grido uno attirando cosi una cinquantina di persone arrabbiate che in poco tempo divennero migliaia, i soldati della Guardia Nazionale dovettero creare un corridoio per permettere alla carrozza di passare ma a stento riuscivano a tenere a freno la folla, per le strade non si sentiva nient'altro che le voci della folla la quale insultava i sovrani e chiedeva che fossero messi a morte, alcuni di loro riuscirono ad aggrapparsi ai finestrini della carrozza, chi ci riusciva  guardava dentro e minacciava la regina con un arma poco importava se c'erano dei bambini il popolo aveva sete di sangue. Maria Antonietta stringeva a se i suoi figli nel disperato tentativo di proteggerli da quei mostri ma fu solo grazie all'intervento di Oscar che allontanava le persone dal finestrino altrimenti l'interno della carrozza sarebbe diventata una scena del crimine. Dal balcone di una delle case Robespierre osservava la scena con il sorriso sulle labbra.                                        

Lady Oscar: L'Epoca della RivoluzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora