Alex Baker

Nuovo personaggio all'interno della storia, già citato nello scorso capitolo

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Nuovo personaggio all'interno della storia, già citato nello scorso capitolo.


Sto preparando il borsone che mi ero portata per il weekend, dato che oggi devo ritornare in università, e sono più che felice, non sentirò parlare mio padre dell'episodio di venerdì sera per una settimana. Non è tanto, ma ce lo facciamo bastare. Mentre metto le ultime cose dentro, la porta si apre rivelando la figura di mio padre «Io sto andando a lavoro» sembra meno arrabbiato rispetto a ieri, ma dalla voce trapelava un filo di preoccupazione, forse perché me ne stavo andando e sapeva che non avrebbe potuto controllarmi. Al contrario suo, io sono radiante «Ok, io tra poco vado, sto sistemando le ultime cose» lascio fuori dal borsone solo un cambio da mettere dopo aver fatto la doccia.
Ho questa strana abitudine di preparare tutto prima di fare qualunque altra cosa. «Hai bisogno che ti accompagni?» per farmi l'ultima ramanzina giusto per ricordarmi di essere stata drogata? No, grazie «Non c'è bisogno, vado con la mia macchina puoi andare» mi sto per chiudere in bagno, ma vengo fermata dalla mano di mio padre che afferra il mio braccio «Layla capisco che sei arrabbiata con me, ma lo sai che che faccio tutto questo per te» lo so ma non lo capisco «Si, certo» non voglio fomentare la conversazione, sento il bisogno di andarmene il prima possibile. Non aggiungendo altro, mi guarda per l'ultima volta e chiude la porta di camera mia.

Sono pronta, ricontrollo tutto per essere sicura di non aver dimenticato nulla, chiudo la porta di casa e mi dirigo verso la mia auto. Dopo aver messo tutto nel portabagagli, mi siedo nel sedile del volante e parto. Manca poco meno di mezz'ora e sono arrivata, ma prima decido di fare il pieno, ho la continua paura di poter rimanere a piedi e che nell'attesa di un carroattrezzi arrivi una macchina che mi offre il passaggio ma l'uomo si rivela in realtà un mostro che vuole la mia anima e... si, forse tutti quei film horror non mi fanno poi così bene, ma comunque sempre meglio prevenire che curare. Appena mi rimetto in moto, la mia pancia mi fa pensare al fatto che ho completamente dimenticato di fare colazione, la dimentico sempre quando sono a casa, vabbè la farò quando arriverò al college, decido anche di chiamare Addy per chiedergli di farla insieme. Interrompo "Every day" di A$AP Rocky, una delle mie canzoni preferite, e faccio partire la chiamata in attesa che mi risponda, «Ehi» esclama la mia amica dall'altra parte del telefono, «Ehi, sei in macchina vero?»
«Si sono appena arrivata in questo posto chiamato università, strano a me sembra più un manicomio, non capisco se il problema sono io, tu che dici?» sono scoppiata a ridere, non tanto per ciò che diceva (devo ammettere che certe volte mi sentivo più in un manicomio che in un'università, ma vabbè), ma per come lo diceva «No, la penso come te, saremo strane tutte e due»
«Si, probabilmente hai ragione» continuo a parlare ricordando il vero motivo per il quale l'ho chiamata «Comunque, non ho fatto colazione e sto morendo di fame, mi fai compagnia a mensa?»
«Ho già mangiato, ma chi dice che non posso mangiare un altro po'? Nessuno quindi ok. Dove ci vediamo?»
«Io 10 minuti e arrivo, vediamoci direttamente lì» dopo esserci accordate stacco la chiamata, continuo a guidare e quando finalmente arrivo, vado a posare velocemente il borsone nella mia camera e mi direggo verso la mensa, dove trovo Addison ad aspettarmi.

Dopo aver fatto colazione sono andata nuovamente in camera per riposarmi e mi sono risvegliata alle 15, stranamente tardi rispetto al mio solito, comunque, mi sono data una sistemata e sono andata verso il campus. Il programma di questo pomeriggio prevedeva 2 ore di criminologia, un'ora di diritto e infine un'ora di biologia. Tutto sommato era abbastanza leggero come pomeriggio. Arrivo giusto in tempo nell'aula di criminologia, poco dopo rispetto a me entra in aula Alex, anche lui segue il corso di criminologia, gli faccio un sorriso a mo' di saluto e mi metto a sedere. Le due ore passano molto velocemente e prima della fine della lezione il professore volle ricordarci dell'esame che si sarebbe tenuto di lì a pochi giorni. Ho già studiato, ma sicuramente darò una ripassata generale, essendo una delle mie materie preferite ma soprattutto, la materia principale del mio corso. Finite le ultime due ore delle altre lezioni, ho fatto giusto in tempo a mangiare qualcosa per cena e poi sono salita subito in camera. Ho un sacco di sonno nonostante abbia dormito a pranzo. Ora che ci penso è dall'incidente che certe volte mi sovrasta un sonno assurdo, forse sarà qualche effetto collaterale. Sto sistemando tutto prima di mettermi a letto, mentre cerco il telefono nella borsa mi cade una cartaccia, ma non una qualsiasi, bensì la specie di invito che mi aveva dato Alex ieri. Mi ero completamente dimenticata della festa di sabato. Decido di mettere il biglietto attaccato alla lavagnetta che c'era nella mia stanza, almeno ce l'ho sempre davanti.

È giovedì. Questa settimana è passata subito a mio malincuore. Tra poco dovrò tornare a casa, con l'homo sapies di mio padre che mi aspetta. Questa settimana non si è fatto sentire molto, sarà ancora arrabbiato, ma se ne deve fare una ragione, ciò che è successo e successo. Comunque non mi farò rovinare la giornata da questi pensieri, ho un esame che mi aspetta e il lato positivo di tutto ciò è che tra 2 giorni ci sarebbe stata la festa di Alex, a cui parteciparó di nascosto probabilmente, ma poco importa. Sono davanti alla porta dell'aula quando, prima di entrare sento la voce dello stesso Alex chiamarmi «Lay, aspettami» deve fare anche lui l'esame, quindi lo aspetto. «Ehi» è così affannato che sembra che ha appena corso una maratona, «Ehi...come va?» non capisco perché me lo stia chiedendo ora. Non poteva aspettare? «Bene, tu invece sembra che ti sia fatto il giro di tutto il college» non riuscì a trattenere un risolino «Beh...in realtà ero dall'altra parte del campus dovevo distribuire gli ultimi "inviti" per sabato» ma quante persone ha invitato!? Ma alla fine è Alex mi sorprende che non abbia invitato tutta la scuola. «Comunque, dopo il compito vieni con me? Andiamo a pranzo insieme»
«Ehm si va bene, non ho altro da fare, quindi ok» detto ciò, entriamo in aula e si comincia. Abbiamo avuto 2 ore per questo esame, non sono tantissime devo ammettere ma ce le facciamo bastare. Dopo aver riconsegnato tutto mi dirigo insieme ad Alex in mensa. «Allora come va la distribuzione degli inviti» comincio io a parlare curiosa di capire quante persone ha invitato, «Come ho detto prima, oggi ho dato gli ultimi ed è stata una lotta contro il tempo, che ho vinto io» lo dice come se fosse un supereroe «Ma quante persone ci saranno all'incirca?»«Penso un centinaio di persone, poco più poco meno» cosa potevo aspettarmi. «Beh sarà praticamente la festa dell'anno»
«Eh infatti, è proprio quello il mio intento. Tutti quelli che parteciperanno si dovranno ricordare di questa festa»
«Hai invitato solo ragazzi del campus?»
«La maggior parte si, poi c'è qualche amico di altri college e Michael che- vabbè non c'è bisogno che io ti dica chi è, a quel che ho capito vi conoscete già» mi sono fermata alle sue ultime parole per far caso al tono di voce che ha assunto. Come Michael?? Cosa centra lui con- ah vero...è amico di Alex. «Si, Michael, me lo ricordo » eccome se me lo ricordo. Ciò significa che dovrò stare attenta al mio drink o forse è meglio se non bevo.«Come vi siete conosciuti?» in circostanze che avrei preferito evitare «Ehm...ci siamo conosciuti... diciamo in un bar, precisamente nel bar in cui lavora, ma niente di speciale, non abbiamo nessun tipo ti rapporto amichevole». Non so perché non ho menzionato ad Alex la parte in cui vengo drogata, ma forse è meglio così, alla fine Michael è suo amico non voglio alzare litigi e comunque i miei sono deisemplici, ma giustificati, sospetti.
«Capisco, quindi non siete amici e non uscite insieme?»
«No, assolutamente no» tra le cose più impossibili che mi possano capitare, questa è in fondo alla lista.
«Va bene, adesso accelera il passo piccola Lay, potrei svenire qui in questo momento» melodrammatico.
«Andiamo allora, sei troppo pensante da trasportare» scompiglia la mia bellissima acconciatura (cosa che odio) e entriamo finalmente a mensa.

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