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Alessandro pov.

Ho scelto di allontanarmi un po' da Riccardo, sotto consiglio del mio cuore che non ne poteva più di mantenere il segreto.

Ho acquistato un anello con l'incisione "non dimenticarmi" in greco, sperando che fosse ignorante in materia. A quanto pare non lo è, visto che ha tradotto la frase in pochi secondi.

La vibrazione della sveglia proveniente dal comodino di Riccardo mi sveglia.

Si è accoccolato in un angolo del letto, rannicchiato su se stesso, mentre io mi sono stirato tutto quanto.

Allunga un braccio verso il cellulare che fa cadere per terra.

<<Che cazzo!>> esclama mentre si mette seduto.
Osservo il suo volto divertito.

Le occhiaie sotto gli occhi e le labbra più gonfie del solito con i capelli simili a quelli di un elettricista che ha fallito nel suo lavoro. Eppure lo trovo bellissimo.


Sbuffa e si alza reperendo il telefono finito sotto il letto.

<<Dai, vado a lavarmi>> dice chiudendo la porta del bagno alle sue spalle.

Ripenso a quello che è successo ieri in bagno e divento rosso.
 
I miei ormoni si svegliano al solo pensiero di lui nudo sotto la doccia.Okay.Basta.

Cerco dell'acqua, ma l'unica fonte reperibile è quella della doccia, oppure delle piante finte. Per quanto ho la gola secca penso non sia una pessima idea bere quella.

O bere qualcos'altro, magari.

La verità è che non so se allentandomi ho fatto la scelta giusta. Per Chiara-che finalmente si è messa con Carola-ho sbagliato.

Adesso è come se mi fossi represso e ogni volta che lo vedo non riesco a frenare certi pensieri. Non passano. Mi perseguitano.

E adesso dovrò dormirci quattro giorni senza fare nulla.

Quando esce mezzo nudo dal bagno con lo spazzolino in bocca sento qualcosa svegliarsi.
Ecco cosa intendo quando dico che mi sto reprimendo.

Lo vedo scegliere tranquillamente i suoi vestiti non curandosi di me che lo fisso come un maniaco con la bava alla bocca.

<<So di essere una bella vista, ma la prof incazzata non lo è. Vai in bagno>> primo giorno. Prima figura di merda.

Sorrido e reperisco i miei vestiti dalla valigia per poi entrare in bagno con un sorriso stampato in faccia.

Riccardo entra diverse volte vestito, fortunatamente.

<<Posso lavarmi oppure devi posare o prendere la millesima cosa>> dico sbuffando.

<<Si, si fai quello che vuoi>> dice uscendo dalla porta e sbattendola.
Finalmente mi rilasso in doccia e mi vesto.

*

Fortunatamente non siamo gli unici studenti ad avere scelto di dormire cinque minuti in più, insieme a noi infatti, arrivano anche altre persone.
Sarebbe stato ridicolo entrare con tutti gli occhi addosso.

Ci sediamo accanto a Carola e a Chiara che sembrano intente a divorare un pezzo di torta al cioccolato in silenzio.

Di mattina è piacevole il silenzio.

Uscendo dall'hotel, siamo obbligati a camminare a braccetto con i nostri compagni di stanza per il timore di smarrirci. Naturalmente, io e Riccardo non lo facciamo.

<<Sorvoliamo il fatto che stamattina siete arrivati in ritardo. Oltre a voi vedete qualcuno non seguire le regole?no?allora seguitele anche voi, se vi toccate non prendete a fuoco e neanche vi prendete la peste tranquilli.>>ci dice e noi sbuffiamo.
Ci fissa in modo inquietante.

Ut amen et foveamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora