Capitolo 40.

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Il suo passo si trasformò in una corsa, non appena vide l'amico dall' altra parte della strada.

"Hee, aspetta!" Urlò, per chiamare la sua attenzione.

Heeseung si girò immediatamente verso Jungwon e, appena lo vide, tirò un sospiro di sollievo. Gli venne incontro e non esitò ad abbracciarlo.

"Che spavento che ci hai fatto prendere, Jungwon!" Esclamò. Il suo fiato si fece condensa.

Jungwon non rispose subito. Il dolore al fianco era diventato così insopportabile, che gli strozzava ogni respiro.
Quando l'amico si staccò, notò la sua espressione sofferente in volto e si preoccupò.

"Stai bene?" Chiese.

"Sì... Non preoccuparti." Fece due colpi di tosse e aspettò che il dolore si alleviasse, prima di continuare a parlare: "scusatemi se sono sparito..."

"Ci hai spaventati a morte. Perché non rispondevi ai messaggi?"

"Ho perso il telefono."

Il cipiglio dell' amico non era rassicurante. Era la prima volta che Jungwon vedeva una simile aria da rimprovero sul suo volto.

"Ci siamo distratti per un attimo e tu sei sparito. Dove sei andato? Sei tornato a casa? Come hai fatto a perdere il cellulare e perché non ci hai chiamato da casa?" Pronunciava tutte queste parole a una velocità assillante, tant'è che il ragazzo si chiese se quello fosse il tipico comportamento di una madre preoccupata per i figli.

Jungwon aprì bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo, indeciso se dire la verità o tacere.
Sentì una lieve pressione sulla spalla e lui si tranquillizzò. Jongseong era ricomparso, affianco a lui e gliene fu molto grato. Appoggiò la mano su quella del divo e sorrise.

Heeseung si era immobilizzato. L'incredulità si dipinse sul suo volto, come la paura e lo stupore.
"J-Jongseong?! Com'è possibile?! Ti credevamo morto."

"Ecco, a questo proposito..." Si intromise Jungwon, ma non fece in tempo a finire la frase, che sentì Jaeyun in lontananza fare il suo nome. In pochi secondi era lì, accanto a Heeseung, pronto per abbracciarlo.

"Per fortuna stai bene. Ero così preoccupato!" Mormorò, stringendo l'amico tra le braccia. Anche lui tirò un sospiro di sollievo.

"Sto bene, Jaeyun. Non dovete sempre preoccuparvi per me." Lanciò un' occhiata a Heeseung e notò che c'era qualcosa di strano nel suo sguardo. Quell'accenno di sorriso era stato tradito dai suoi occhi fissi su Jaeyun, pieni di tristezza.

Jaeyun si staccò e fu allora che il suo sguardo si incrociò con quello di Jongseong. Il suo sorriso scomparve e si trasformò rapidamente in un ringhio.
"Tu..." Pure la sua voce subì una modifica repentina. "Ti presenti qui, come se nulla fosse, dopo un anno e mezzo..." Si avvicinò, con aria di sfida. "Hai la minima idea di quello che hai provocato?! Jungwon voleva persino uccidersi per il dolore, che gli hai causato!"

"Jaeyun!" Gridò Jungwon, per zittirlo.

"Perché urli? Non è forse vero?" Gli puntò il dito contro. "Perché lo hai fatto? Ti sei stufato di lui? Tipico tuo! Scommetto che è stato bello passare un anno e mezzo a scoparti mezzo Olimpo, per poi tornare qui e illudere un' altra volta Jungwon con le tue manfrine da..."

Jungwon gli tirò uno schiaffo, così forte che il ciocco con la guancia dell' amico rimbombò per le strade quasi deserte.
"Sim Jaeyun, non ti permettere più! Lui non ha provato a illudermi; ha ammesso la verità davanti a me, la verità che per tanto tempo mi hai tenuto nascosta!" Lo redarguì.

"Quindi tu sai ciò che ha fatto? Sai tutto? Anche quello che è accaduto a quella povera sacerdotessa?"

"Sì, so tutto quanto."

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora