Capitolo 2

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DADDA'S POV
Sono appena tornato a casa dalla palestra quando vedo il messaggio che Riccardo ha inviato nel gruppo che abbiamo in comune con Awed in cui ci ricorda dell'appuntamento davanti a casa sua per registrare un'esplorazione urbex tutti e tre assieme.

Mi accorgo fin da subito di essere leggermente tirato con i tempi quindi mi butto in doccia e inseguito mi dirigo in camera a vestirmi con un paio di pantaloni militari e una felpa grigia.

Scendo poi di casa e raggiungo casa di Richi con la mia Smart. Una volta parcheggiato mi dirigo verso il portone dove trovo Awed sul punto di suonare il citofono.

«Ciao Simo» lo saluto scrutandolo da testa a piedi, non so per quale ragione, ma sento una strana sensazione invadermi lo stomaco nel vederlo.

La scaccio via, è solo il mio migliore amico è ovvio che vederlo mi faccia sentire meglio.

Il mio sguardo si sofferma sui suoi piedi, noto infatti che non indossa le scarpe ma bensì un paio di ciabatte del Napoli. Faccio un sorrisetto notando che sono quelle che gli ho regalato visto che il Napoli era riuscito a vincere il terzo scudetto. Cerco però comunque di mascherarlo.

«Ops» dice Simone quasi fosse imbarazzato. Non ne capisco però la ragione, siamo migliori amici da anni e con me potrebbe fare di tutto e comunque non provare imbarazzo perché io mai e poi mai mi permetterei di giudicarlo.

Continuiamo a parlare fino a quando anche Riccardo esce dal portone intromettendosi nel discorso. Dopo poco saliamo nella sua macchina e passiamo a prendere il cameraman e poi passiamo da casa di Simo per permettergli di mettersi un paio di scarpe adatto all'occasione.

RICCARDO'S POV
Approfitto del aver parcheggiato la macchina davanti a casa di Simone per permettergli di andare a mettersi le scarpe per far scendere tutti e girare l'intro del video.

Inizialmente ci siamo solo io e Dadda e appena vediamo Simone sulle strisce pedonali intendo a raggiungerci lo faccio inquadrare dal cameraman.

Per quell'esplorazione ho deciso di non riprendere direttamente io con il cellulare, ma chiedere un aiuto esterno così da poter muovermi liberamente con Dadda e Simone.

«Vara i bracci più tamarri dell'intera Lombardia» dico, aggiungendo poi «Oggi andremo ad esplorare una villa abbandonata»

«In questa villa si vocifera che ci siano delle voci» dice Dadda. «Tu hai le voci nella testa» rispondo io facendo ridere tutti e due e scoppiando pure io in una fragorosa risata.

Decidiamo poi di tornare in macchina per raggiungere la villa abbandonata.

DADDA'S POV
Durante il tragitto in macchina, che indicativamente sarebbe dovuto durare una trentina di minuti, io mi siedo dietro insieme a Simone e iniziamo subito a parlare del più e del meno.

Gli faccio vedere un TikTok che avevo salvato nei preferiti nel mio profilo Panecarasau88 e poi un post su Instagram a cui avevo messo mi piace e che è molto divertente.

Dopo aver visto un altro TikTok sempre molto divertente ci mettiamo a ridere e incrociamo lo sguardo. Forse è solo una mia impressione e anzi sicuramente è così, però ho come la sensazione che gli occhi di Simo brillino e si facciano più grandi quando guarda me.

Sto per riportare lo sguardo al telefono quando noto i suoi occhi fissarmi le labbra. Sicuramente mi sto sbagliando e probabilmente è solo una mia impressione.

Siamo solamente migliori amici, nulla di più.

«Siamo arrivati» dice Richi parcheggiando la macchina in mezzo a uno spiazzo erboso.

«Certo che te Ricciardo ci porti sempre in luoghi molto romantici» dico io in tono ironico e tutti si mettono a ridere.

AWED'S POV
Benché l'ansia iniziasse sempre di più a salirmi cerco di restare il più calmo possibile. Di fianco a me ho per tutto il viaggio in macchina Dadda e anche una volta arrivati alla villa abbandonata non mi si stacca per neanche mezzo secondo.

Questa sua premura mi tranquillizza, e anche quando comincio a sentire dei strani rumori so che con Dadda al mio fianco nulla mi può accadere.

Stiamo salendo le scale per raggiungere il primo piano quando all'improvviso sentiamo un rumore molto forte, simile a quello di una finestra che sbatte contro un muro e si frantuma in mille pezzi. Io immediatamente sobbalzo e urlo in preda al panico.

Vicino a me sento Richi urlare «CHI È?!?!?CHI È?!?!??CHI È?!?!??!»

Sento dentro di me una sensazione negativa farsi spazio e avvolgermi, come smog che deturpa l'aria di una città. Percepisco il battito del mio cuore aumentare sempre di più mentre mi isolo completamente da quello che sta succedendo fuori dalla mia testa.

L'aria comincia a mancarmi e il mio respiro si fa sempre più pensante. Non so che fare e in preda al panico più totale faccio la cosa che mi viene più spontanea possibile; con passi tremanti e con le gambe che mi potrebbero cedere da un momento all'altro raggiungo Dadda.

Dalla sua faccia, per quanto cerchi di non darlo a vedere, percepisco la paura scavargli delle piccole rughe intorno agli occhi e vicino alla bocca serrata.

Gli metto le braccia tremanti attorno al collo e in quel momento sento il respiro tornare ad essere regolare come anche il battito del mio cuore.

SPAZIO AUTRICE:
Anche questo secondo capitolo giunge al termine. Mi dispiace dovervi lasciare con il fiato sospeso ma prometto che il prossimo capitolo ripagherà l'attesa. Per ora vi ringrazio per aver letto questo capitolo e se vi è piaciuto vi invito a lasciare una stellina e un commento. Ogni consiglio o critica a scopo costruttivo sono ben accetti.
Adiós y hasta luego😘🫶🏻

El camino a tu corazón//DADDAXAWEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora