𝖿𝗂𝗏𝖾.

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se il capitolo vi piace lasciate qualche stellina e qualche commento, ne sarei felicissima! buona lettura❤️!

𝐂irca due settimane dopo il ritorno dei Tokio Hotel a Magdeburgo, Nives sarebbe dovuta partire con sua madre a New York, dove poi si sarebbero incontrate con suo padre ed avrebbero passato del tempo insieme.

Aveva sempre sognato di andare in quella città magica e piena di luci che parevano stelle, e le sembrava quasi irreale il pensiero che a breve le avrebbe viste dal vivo, quelle stelle.

Era intenta a fare la valigia sorridente, seppur con un pizzico di tristezza negli occhi, pensando che non avrebbe visto Bill fino alla fine del mese.

Qualcuno bussò alla porta della sua camera, e subito dedusse che fosse sua madre.

La donna entrò in camera e le sorrise, per poi schiarirsi la voce.

Quando lo faceva, quasi sicuramente avrebbe parlato di una notizia negativa.

Infatti il viso della ragazza s'incupì leggermente, e lentamente mise una maglietta viola nella propria valigia, in attesa che sua madre parlasse.

«Mi hanno chiamata da lavoro»

Dio..

La mora sospirò, e si appoggiò al comodino accanto al suo letto incorciando le braccia al petto.

«C'è l'apertura di una nuova sede e devo andare lì a rappresentare i colleghi del mio settore»

«Quindi?», disse Nives, sperando fino all'ultimo che non dicesse quelle parole.

«Quindi non possiamo partire, è saltata tutta la vacanza»

«Che cazzo ma'!», si lamentò lei.

Ormai la sua famiglia non era unita come un tempo, i suoi genitori non si amavano più e questa cosa la faceva soffrire.

«Non posso farci niente, lo sai», cercò di giustificarsi sua madre

«Parto domani mattina alle 9»

«Così presto?!», disse la ragazza guardandola con un pizzico di nervosismo negli occhi.

«Per rappresentare un settore ci vuole un corso di preparazione, Nives.»

La mora era arrabbiata, tutto era saltato e sembrava che alla madre non importasse.

«Non posso farci niente.
Metti le tue cose a posto, io vado a preparare la mia valigia per domani», sua madre uscì dalla stanza senza aspettare risposta, e con rabbia la ragazza si buttò sul letto.

Annoiata posò tutti i vestiti nell'armadio, chiudendone poi le ante con un sospiro.

Sentiva la donna parlare dalla stanza accanto, ed una nuova emozione si fece spazio in lei: delusione.

Ormai le sembrava come se sua madre non volesse passare del tempo con lei, come se la detestasse.

In parte ne avrebbe avuto motivo, visto che a volte la mora le rispondeva in malo modo oppure non la salutava nemmeno quando entrava ed usciva di casa.

Ma la ragazza lo faceva solo perché aveva paura di essere osservata, giudicata e poi commentata, anche dalla sua stessa madre.

Entrò nel suo circolo mentale di pensieri, perdendosi in essi come se la risucchiassero come un vortice.

Il sole stava lentamente tramontando, e prese in considerazione l'opzione di addormentarsi, stanca di tutti quei pensieri.

Così s'infilò sotto il lenzuolo leggero e chiuse gli occhi sospirando.

𝐌𝐀𝐆𝐃𝐄𝐁𝐔𝐑𝐆→𝖻𝗂𝗅𝗅 𝗄𝖺𝗎𝗅𝗂𝗍𝗓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora