𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐫é:

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Quando la mano di un uomo tocca la mano di una donna, entrambi toccano il cuore dell'eternità.
(Khalil Gibran)

Indossai l'abito che avevo scelto qualche ora prima e andai a specchiarmi, osservando con attenzione, la mia figura, riflessa nello specchio.

Era rosso scuro, non troppo aderente e lungo fin sopra le ginocchia, con le spalline sottili.

Era a dir poco perfetto, mi calzava a pennello.

Avevo scelto di tenere i capelli sciolti, ondulati come piacevano a me, il trucco abbastanza semplice, ma impeccabile, come sempre.

Ero davvero elettrizzata per la serata.

«Accidenti... Sei... Sei a dir poco incantevole» affermò Can, facendomi sobbalzare dallo spavento, mi voltai, trovandolo alla porta, poggiato allo stipite con la spalla e le braccia incrociate, con lo sguardo già rivolto su di me.

«Da quanto tempo sei lì tu?» gli chiesi con un sorriso, poggiando le mani sui fianchi, «Giusto un pò» rispose scrollando le spalle, «Grazie comunque...» mormorai con un sorriso, con un velo di imbarazzo.

«E' la pura verità» disse, per poi venirmi incontro, «I tuoi?» gli chiesi, lui si avvicinò e afferrò le mie mani, «Sono già usciti, volevano fare un giro prima di andare al locale, ci vedremo direttamente lì, tra un po'» spiegò, annuii.

«Dio, quanto sei bella...» mormorò, fissandomi ancora, osservando la mia figura con attenzione, facendomi inevitabilmente bruciare dall'imbarazzo.

Nessuno mi aveva mai guardata in questo modo.

Il suo sguardo brillava, percepivo tutto l'amore che provava nei miei confronti.

«Talmente bella, da togliermi il respiro» aggiunse ed io sorrisi, «E tu... sei troppo gentile...» risposi, lasciandogli un bacio sulle labbra, «No, semplicemente dico ciò che penso» chiarì, mentre poggiava le mani sui miei fianchi, attirandomi a sé, sorrisi e poggiai le mani sul suo petto evitando di finirgli addosso.

Lo osservai qualche istante, con molta attenzione mentre il cuore sussultò nel petto.

«E, a tal proposito...» esordì, «Posso togliertelo io il vestito quando torniamo?» chiese in un sussurro, mentre con la mano mi accarezzava lentamente il viso, avvampai di nuovo, sentendo improvvisamente molto, molto caldo.

Annuii in silenzio e lui sorrise sornione, visibilmente soddisfatto, «Non avevo dubbi...» disse annuendo, mentre poi giocava con una ciocca dei miei capelli.

Questo mio modo di reagire nei suoi confronti, non mi sarebbe passato mai.

«Sei troppo sicuro di te» commentai fissandolo, prendendolo in giro, lui accennò un sorriso, «Come se ti dispiacesse» disse con aria divertita, inevitabilmente arrossii, «Io davvero non so come farti capire che sono pazzo di te...» mormorò, mentre la mano continuava ad accarezzarmi il viso, «Puoi provarci» suggerii incrociando le braccia al petto, sfidandolo.

«Vuoi davvero che ci provi?» chiese ridendo, annuii, «Prova a farmi capire che cos'è che ti fa' impazzire» gli risposi, fissandolo.

«Daccordo» concordó annuendo, «Ma sappi che non sarà facile...» aggiunse con un sorriso, «Tu provaci» gli dissi, «A patto che tu, farai lo stesso dopo» affermò puntandomi un dito contro, scossi la testa, «No, l'ho chiesto io a te, non serve che lo facca pure io!» replicai facendolo ridere.

«Perché? La cosa ti imbarazza forse?» chiese prendendomi in giro, avvicinandosi, «Allora? Cominci o no?» chiesi di rimando poggiandogli una mano sul petto, sorrise e annuì.

Hidden Hearts || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora