3. Fuochi d'artificio

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"Quelle ti fanno male" mormora Simone, indicando con cenno la sigaretta che Manuel sta fumando.

Il ragazzo più grande piega le labbra in un sorriso amaro e la spegne nel portacenere che ha poggiato sul muretto accanto, poi intreccia le braccia al petto e ispira bruscamente per il freddo gelido che sta facendo: è pur sempre la sera di Natale.

Manuel e Anita sono stati a cena a casa Balestra questa sera, e adesso che è passata la mezzanotte stanno facendo qualche stupido gioco di società a cui Manuel aveva deciso di non partecipare.

Si era imposto di cambiare negli ultimi due mesi, certo, ma ci sono alcune abitudini – come quella di estraniarsi dal mondo di tanto in tanto – che sono difficili a perdersi.

Simone si è messo un giubbotto e lo ha raggiunto fuori sul portico, e non gli importa minimamente che faccia freddo da morire lì fuori: c'era Manuel, e questo è stato un motivo sufficiente per farlo uscire.

"Pari uno di quei fastidiosi messaggi che scrivono sui pacchetti di sigarette" si lamenta Manuel, e Simone sorride divertito scuotendo la testa. "Comunque ce stanno cose che fanno molto più male de quelle."

"E cioè?"

Manuel esita qualche istante, poi si volta e lo guarda negli occhi. "Le persone."

Simone annuisce, e l'istinto gli suggerisce di chiedergli come stia andando le superiori, ma qualcosa gli dice che Manuel non prenderebbe preso bene la domanda.

E poi è cambiato da un paio di mesi a questa parte: ha cominciato a fumare, è sempre scontroso, tratta male tutti e ogni giorno che passa, si allontanava sempre di più dal ragazzo felice che era un tempo.

"Manuel, come ti sei accorto di non essere etero?"

Gli chiede semplicemente questo, perché è la domanda che gli preme di faee da un bel po' di tempo.

Manuel semplicemente torna a guardarlo, con un sorriso dolce che gioca sulle sue labbra pallide.

"E tu?"

Simone smette letteralmente di respirare per qualche secondo. "Manuel, io - "

"Non dirò gnente a nessuno e bla bla bla" lo rassicurò subito Manuel. "Sarò pure 'no stronzo, ma non me piace l'outing forzato."

Simone ce la sta mettendo davvero tutta per sembrare indifferente, ma si ritrova a sorridere stupidamente. Cavolo, gli piace così tanto.

"Mi piace il sorriso di un ragazzo" confessa Simone, fissando le labbra di Manuel incurvate in quel meraviglioso sorriso per qualche secondo. "In realtà, ci sono tante cose che mi piacciono di questo ragazzo, ed io- be' io penso di essere gay. Poi le ragazze non mi sono mai piaciute."

Manuel annuisce, comprensivo. "Ho capito che sei gay tipo n'anno fa. Non è che se vede o altro, solo... non lo so, io lo sapevo e basta" gli dice, mentre si sfiora con le dita delle mani la sciarpa che porta al collo. "Grazie pe questa. Te ho fatto pure io un regalo di Natale... l'ho fatto a tutti, magari prima te sarai chiesto perché non te l'ho dato, ma non potevo. Non davanti agli altri."

Prende dalla tasca della sua giacca una piccola scatolina e la porge a Simone. "Non è gnente eh, volevo solo che capissi, tipo. E metterte a disagio, ovviamente."

"Oh, grazie" rispose Simone con sarcasmo. Prende la scatolina dal palmo della mano di Manuel e la apre, con le dita che gli tremano.

All'interno ci trovò un portachiavi con vicino un piccolo arcobaleno.

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