𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐮𝐧𝐨:

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La nostra vita insieme comincia adesso.

Stirai le gambe fra le lenzuola azzurre e mi strofinai gli occhi, lentamente misi a fuoco la stanza in cui mi trovavo realizzando che fosse ancora la mia.

Mi voltai alla mia sinistra, scoprendo che Can fosse lì, sdraiato al mio fianco, che dormiva beato. Sorrisi e scossi la testa divertita.

Incredibile, ci eravamo addormentati.

Alzai il braccio e, delicatamente, gli accarezzai il viso, beandomi di quella vista meravigliosa.

Non avevo mai amato un uomo così tanto, in tutta la mia vita. Il sentimento che provavo nei suoi confronti era così potente e trascinante che mi faceva quasi paura.

Ma non ci avrei rinunciato per nulla al mondo.

Can aprì gli occhi lentamente e mi sorrise, mostrando le fossette che tanto adoravo.

«Perché mi stai fissando?» mi chiese con aria divertita ma ancora impastata dal sonno, «Perché sei incredibilmente bello...» gli risposi, sincera, sorrise di nuovo e alzò il braccio, poggiando una mano sul mio viso, «Mai quanto te amore» replicò, sorrisi e mi avvicinai a lui, lasciandogli un bacio.

«Ci siamo addormentati...» constatai divertita, «Si, così sembrerebbe» concordò lui con un sorrisino mentre mi stringeva fra le sue braccia, poggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi, inspirando a pieni polmoni il suo profumo.

Quel profumo che sapeva di casa.

«Non potevo mica lasciarti qui da sola in quelle condizioni, ero preoccupato, volevo accertarmi che stessi bene, ma alla fine, sono crollato anche io dopo di te» aggiunse divertito facendomi sorridere.

Mi sentivo mentalmente stanca, la notte precedente non avevo dormito molto, e il dolore alla testa aveva peggiorato la situazione, era inevitabile che crollassi alla fine.

«Sei un vero tesoro, sei rimasto per me, come sempre...» commentai, «Ma la testa come va? Stai bene?» mi chiese d'un tratto, con tono apprensivo, «Si, sto bene, è solo ancora un po' dolorante...» risposi, infastidita, «Non va bene, dovremmo andare in ospedale immediatamente» commentò, preoccupato.

«No, non se ne parla, posso farne a meno stai tranquillo» lo rassicurai, lui sospirò, «Se continua a farti male, credo sia necessaria una visita invece» insistette, mi tirai su e mi voltai verso di lui.

«Invece no perché non ce n'è bisogno» chiarii, Can sorrise e poggiò una mano sul mio viso, «Dio quanto sei testarda!»

«É che... non voglio perdere tempo, voglio solo stare qui, con te» gli dissi, «Amore, noi staremo insieme per sempre e non è di certo una perdita di tempo, si tratta della tua salute, è fin troppo importante» replicò, sorrisi immediatamente.

«Cosa?» chiese confuso, «Mi piace tantissimo quando mi chiami in quel modo...» mormorai, Can sorrise immediatamente.

«Sei il mio amore, adesso e per sempre» affermò, poggiando di nuovo una mano sul mio viso, accennai un sorriso «Ma mi sento ancora un po' in colpa per ciò che ho fatto...» commentò, amareggiato.

«Dobbiamo ancora parlare di questo?» gli chiesi inclinando la testa, lui scrollò le spalle, «Abbiamo fatto ciò che ritenevamo giusto, ma ormai è acqua passata, basta pensarci, siamo qui, insieme, non conta ciò che è successo ieri, ci siamo già chiariti!» gli dissi poggiandogli una mano sul viso

«Ti amo» mi disse Can con un sorriso, «Oh, ti amo anche io, moltissimo!» risposi, avvicinò il suo viso al suo e mi stampò un bacio mentre la sua mano si poggiava sulla mia testa, tenendomi stretta a lui.

Hidden Hearts || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora