Aidan

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La casa è vuota, gli ospiti sono andati via. Il tavolo ora è pulito, Natalia sta comodamente seduta sulla poltrona ad aspettarmi... non riesco ad avvicinarmi, so che dobbiamo parlare, ma sono bloccato. La paura mi rende debole; io rimango pietrificato sulla soglia della camera da letto.

«Aidan, anche se non ti avvicini io la domanda devo fartela.» esordisce Natalia senza guardarsi indietro. Per la prima volta è lei ad avere il coltello dalla parte del manico.
Il silenzio è meno fastidioso e doloroso rispetto a prima; mi convinco ad avvicinarmi a lei solo dopo aver spento il telefono per evitare che qualcuno ci disturbi.

«Mi hai chiesto di sposarti perché hai paura che qualcuno non possa amarti? Che qualcuno non capisca che persona sei? Oppure per tenermi stretta e invece di usare una pistola abbiamo delle fedi, metaforiche perché non le abbiamo.» mi parla con tono lento e scandendo bene le parole, guarda dritto nei miei occhi senza staccarli mai.

Quelle parole mi riportano al ricordo con Theo... al più brutto ricordo. Eravamo a cena... decise di portarmi in un ristorante lussuoso, con musica dal vivo, una fontana a centro dell'enorme stanza con i pesci che giravano attorno ad essa.

Noi eravamo nel posto migliore; una luce soffusa illuminava il tavolo e una musica soave accompagnava quei pasti e le nostre conversazioni. Non ero mai stato così felice...

«Aidan... so che viviamo insieme da qualche mese e che sono sicuro che anche a te sia venuta l'idea, ma che ne diresti di sposarmi?» Le parole di Theo mi fecero pensare, mi colsero alla sprovvista; rimasi immobile a cercare una risposta, mentre lui aspettava con ansia che dicessi qualcosa per interrompere quel silenzio imbarazzante. Le mie relazioni passate prima di lui e di Karina erano state sempre brutte e tossiche; le ragazze si approfittavano di me, chiedendomi sempre soldi per borse, scarpe... avevo paura che anche con Theo sarebbe sorto lo stesso problema, soldi per regali e altro.

«Theo... non credo sia un'ottima idea, ti amo, okay? Certo che ti amo, ma ho paura e non mi sento per nulla pronto.» ammisi, prendendogli le mani. Un vuoto dentro di me crebbe a vista d'occhio, nonostante fossi stato sincero; lo amavo, cavolo se l'ho amato. Ogni volta che stavamo assieme, non facevo altro che distrarmi, cercando disperatamente un suo contatto.

A quella mia risposta, lui si alzò dal tavolo offeso e prese subito il telefono. Lo trovai strano; non lo toccava mai quando stavamo assieme, ma quella volta non perse tempo. Rimasi seduto a riflettere, sentii lo stomaco sottosopra stavo per vomitare; se non avessi rifiutato, forse non mi avrebbe mai tradito.

Appena tornai, da solo, a casa, mi ritrovai con molti poliziotti in tutto il locale. Fui fermato da Donnelly, che mi prese in disparte e mi disse che un informatore aveva avvisato che erano in corso atti illegali, ma fortunatamente non trovarono nulla. Guardai molti poliziotti che stavano tenendo sotto controllo il locale e tutti erano dalla mia parte.

«Non hanno trovato nulla?» chiesi. Lui scosse la testa.

Io venni arrestato per delle indagini, ma fui rilasciato dopo 48 ore per mancanza di prove. Tuttavia, appena rilasciato, uno dei poliziotti mi disse che uno di loro aveva puntato Theo e che il mio ragazzo mi aveva venduto. Avevano nascosto le prove assieme a Karina, fatto finta di nulla se trovavano qualcosa pur di non far uscire elementi che potessero metterli in pericolo per il loro posto di lavoro. Ero arrabbiato, deluso, mi sentivo perso, come se tutto ciò che avevo costruito fino a quel momento si fosse sgretolato, come se i miei sforzi fossero stati inutili.

«Aidan... per favore rispondimi.» dice Natalia con tono supplicante, la sua voce mi porta con la mente al presente.

«Avevo paura. Non volevo che mi tradissi come ha fatto lui, volevo solo essere felice con qualcuno. Te l'ho detto a te i soldi e a me...» sento le labbra soffici di Natalia sulle mie, afferrandomi forte il viso. Mi stacco subito non capendo perché lo ha fatto. «Io non sono così» aggiunse prima di abbracciarmi forte, lasciandomi ancora più confuso di prima «Non ti tradirei mai. Ci conosciamo da mesi, pochi ma, abbastanza per capire come sei fatto e tradirti? No grazie.» abbozzo un sorriso dolce e la stringo tra le mie braccia.

«Forse è meglio andare a dormire...» dico in un sussurro.

«No Aidan... non voglio.» lei si adagia totalmente sulle mie gambe, facendo dei lievi movimenti su di me, mentre sistema le mani sul mio viso in modo dolce e delicato.

«Natalia...» dico quasi infastidito dal suo comportamento, inizialmente sembra irritata, i suoi occhi, la sua espressione mutò: da dolce e vogliosa a rabbiosa.

«Scendi.» le ordino con tono serio provando a spingerla, in modo da farla scendere dalle mie gambe. Lei mi accontenta e si allontana da me.

«Perché non mi vuoi?» chiede infastidita iniziando a camminare avanti e indietro davanti a me.

«Cosa?» domando incredulo, mi alzo dal divano e mi avvicino a lei provando a fermarla, così le afferro le mani pronto a parlare con pacatezza.

«Non toccarmi!» alza le mani ed indietreggia, io avanzo verso di lei, ma lei nulla, continua ad allontanarsi da me.

«Perché credi che io non ti voglia?» chiedo incuriosito dal suo comportamento strano ed infantile.

«Perché è così, non mi vuoi, non vuoi toccarmi, non mi baci, non alludi con me nulla...» inizia a lamentarsi facendo oscillare la voce, da toni alti a bassi.

«Ma se quando fu ti sei incazzata!» ribatto con tono accusatorio.

«Ma ora è diverso! Volevo baciarti prima ti sei allontanato, poi a cena mi davi baci ma io voglio di più.» farfuglia e riprende a camminare, questa volta per allontanarsi da me.

«Cioè io ti parlo di problemi seri e tu ti lamenti se non ti tocco?» le chiedo sentendo il fastidio dentro di me crescere a dismisura.

«Io... cioè...» inizia a balbettare, come se si sentisse in difetto. Chiude gli occhi sospirando pesantemente come se avesse un attacco di panico. «è solo che io capisco che tu abbia traumi...» riprende lei.

«Non definirli così» esordisco io avvicinandomi a lei.

«Voglio averti. Ti voglio, voglio un tuo bacio che mi lasci senza fiato. Voglio che mi usi. Voglio avere una prima volta indimenticabile, non romantica. Odio il romanticismo...» le sue parole mi spiazzano, come ha fatto a dire ciò? Con che coraggio, sono deluso da lei, ma allo stesso tempo la capisco. Insomma è ancora piccola mentalmente e nonostante capisca i problemi di una persona più grande... si focalizza di più sui suoi che per lei sono molti gravi. Vuole avermi, ma non capisce che io possa avere un blocco, ciò che ho. Io la guardo e la desidero, la bacio, la accarezzo, cerco contatto fisico ma non riesco. Non ancora.

«Quindi? Non hai nulla da dirmi?» Sospira pesantemente, mi guarda con disprezzo, prima di riprendere a parlare «Vuoi ancora lui?»

«No!» dico arrabbiato mentre avanzo verso di lei.

«Dimostramelo. Toccami. Baciami. Fammi sentire amata.» le sue parole mi innervosiscono, aumentando la mia rabbia, sono indisposto. Faccio respiri profondi notando lei davanti a me: braccia conserte, sopracciglia alzato, pronta a sbottare, urlarmi addosso, ma devo lottare contro il mio passato. Sono stato fortunato ad avere una così al mio fianco ma, sto per rischiare di mandare tutto a puttane.

«Sto ancora aspettando! Non hai le palle, vado da Karina.» dice con impertinenza. Io mi fiondo su di lei afferrandole il viso con entrambe le mani, si alza sulle punte ed io la bacio sulle labbra. Un bacio così delicato da far invidia alle nuvole. Sento un vuoto nel mio petto. È piacevole.

«Aidan... perché se non ti provoco non fai nulla?» sussurra sulle mie labbra. «Perché ho dei traumi.» ammetto più a me stesso che a lei.

(non) siamo perfetti assieme;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora