Capitolo 15

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*Salto temporale di due settimane*

AWED'S POV
Sta sera e domani sera avremo le ultime due date a teatro prima della pausa Natalizia. Rispetto alle ultime volte sono più in ansia, non per lo spettacolo in sé ma più perché mi sono promesso di dire a Dadda che mi piace e vorrei avere qualcosa che vada oltre la semplice amicizia con lui.

Sono però anche molto felice di poterlo rivedere dopo tanto tempo. Infatti è da praticamente l'ultimo spettacolo che non ci vediamo e scriviamo.

Io ho dovuto portare avanti dei progetti importanti per YouTube ed essendo impegnato non sono riuscito né a vederlo né a scrivergli. Ok, forse è solo una scusa, però non so come comportarmi con lui.

Ci conosciamo da quasi dieci anni, però è come se da quando ho scoperto di provare dei sentimenti per lui le cose fossero cambiate dal giorno alla notte. È come se fossero le prime volte in cui ci vediamo e ci dobbiamo conoscere da zero.

Molte volte in realtà mi capitava di andare nella sua chat e scrivere messaggi che poi eliminavo subito. Una volta ho cliccato per sbaglio il tasto per inviarlo e quindi subito ho cercato di cancellarlo sperando che a lui non fosse arrivato.

Torno al presente quando Simone, il nostro manager, mi scrive dicendo che è già sotto casa mia. Prendo la mia valigia e scendo.

«Come sta il mio napoletano preferito?» mi chiede appena entro nel furgoncino dopo aver messo la valigia nel baule.

«Bene bene» aggiungo poi «Ora chi andiamo a prendere?»

«Allora prima andiamo a prendere Richi e poi Dadda» mi risponde accendendo la radio su una stazione dove danno canzoni italiane.

DADDA'S POV
Sono a correre in un parco vicino casa quando sento suonare per la seconda volta il cellulare.
La prima avevo lasciato suonare a vuoto senza neanche guardare chi fosse, avevo bisogno di isolarmi, alla seconda però rispondo.

«Tu adesso mi spieghi dove cazzo sei finito?!?!» urla Richi dall'altro capo del telefono aggiungendo poi «Ti ho scritto venti messaggi, chiamato due volte e citofonato almeno dieci e nessuna riposta!»

«Sono a correre qua vicino, cosa è successo di così grave?» chiedo non capendo il perché sia così tanto incazzato con me.

«Dadda, ma dove hai la testa? Sta sera abbiamo uno spettacolo e se non partiamo entro cinque minuti siamo in ritardo per le prove» dice ancora arrabbiato.

Cazzo, ecco cosa mi frulla per la testa da sta mattina. Neanche la valigia ho fatto.

Chiudo il telefono in faccia a Richi senza dargli alcuna spiegazione e corro verso casa. Appena arrivo lo vedo davanti al portone con il telefono in mano.

«Tu adesso mi devi dire come cazzo hai fatto a dimenticarti dell'orario in cui ti saremo passati a prendere oggi!» continua poi «Abbiamo scritto venti messaggi ieri per ricordare a tutti gli orari e te ovviamente zero».

«Almeno la valigia l'hai fatta?» chiede Simone, il nostro manager con voce sconsolata.

Io non rispondo ma dalla mia espressione devono aver capito tutto. Infatti Richi mi fulmina con lo sguardo e mi dice di salire in casa e prendere velocemente qualcosa per i due giorni che avremo passato fuori.

«Ragazzi scusate non mi faccio neanche la doccia, cinque minuti e torno» asserisco e salgo immediatamente in casa.

Apro la porta del mio appartamento e mi precipito in camera, non voglio far arrivare tardi Simo e Richi alle prove per colpa mia, prendo quindi velocemente un borsone e ci infilo dentro i primi vestiti che trovo nell'armadio.

El camino a tu corazón//DADDAXAWEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora