Prologo

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*****'s pov

«3»Stiamo urlando tutti, le voci si sovrappongono e riempiono l'aria.

«2» Le grida si fanno più forti.

«1» Un secondo, e tutto sarebbe finito.

All'improvviso sento un braccio che mi avvolge le spalle, e qualcuno mi salta addosso, stringendomi forte.

«Ti voglio bene, mio W» mi sussurra all'orecchio

«Io di più, nana» le rispondo, baciandola sulla guancia, senza nemmeno pensarci. È una cosa che faccio spesso, ma stavolta sembra che ci sia qualcosa di diverso.

«Mwah! Oggi resti a dormire?» mi chiede e noto che mi fa gli occhioni dolci. Come faccio a dirle di no?

«Sai che non posso...» provo comunque a rispondere, anche se la mia determinazione vacilla.

«Ti pregoo, solo oggi, è l'ultimo giorno» insiste con quella voce che riesce sempre a convincermi.

Ci scambiamo uno sguardo complice «E i nostri?»

«I miei e mia sorella non ci sono, basta convincere mio fratello»

«Quello? Impossibile, mi odia» le dico, ridendo, ma so che è la verità.

«Ma noo, tranquillo. Ho un modo» ribatte con un sorriso. E in quel momento capisco che non ho mai avuto la speranza di resisterle.

«Se ne sei sicura...»


Le ore successive sono una lunga serie di momenti perfetti. Mangiamo, ridiamo, e ci divertiamo come se il tempo non potesse finire. Arrostiamo marshmallow e ci cimentiamo a preparare cioccolata calda, senza badare troppo ai pasticci che facciamo in cucina. Mi sembra che ogni minuto con lei sia un regalo prezioso.

Alla fine, va a parlare a suo fratello e torna con un sorriso smagliante, fiera di sé. L'ha convinto. Ma come ci è riuscita? Non importa, meglio per noi. Un'ultima notte insieme.

Quando entriamo in casa noto suo fratello fissarmi male, oddio, oggi morirò.

La sua camera è a tema azzurro, il nostro colore.

Noto che sulla sua scrivania ci sono ancora i tulipani che le ho dato un paio di giorni fa, sono ancora freschi, e tra le mani ha le rose che le ho dato stasera.

Lei mi passa il pigiama, poi scompare nel bagno per una doccia veloce. Rimango da solo nella sua camera, ancora avvolta nella luce soffusa delle piccole lampade azzurre che brillano sulle pareti. Mi guardo intorno, lasciando che ogni dettaglio mi parli di lei: i libri impilati sulla scrivania, le candele spente e un po' dimenticate, le foto di noi sulla parete, i piccoli peluche sparsi qua e là, la maggior parte regalate da me. C'è qualcosa di incredibilmente rassicurante nella sua stanza, come se fosse un piccolo rifugio dove tutto il resto del mondo smette di esistere. È un piccolo mondo pieno di dettagli che ci legano, che parlano della nostra storia.

Quando lei esce dal bagno, i capelli ancora umidi e sciolti sulle spalle, mi fa un sorriso. Raggiunge il letto, si arrampica con me e si sistema accanto, tirandosi le coperte addosso. Ci sdraiamo fianco a fianco, spalla contro spalla, e per un attimo rimaniamo in silenzio, senza doverci dire niente. È uno di quei momenti che non hanno bisogno di parole, dove basta la presenza dell'altro per sentirsi in pace.

Sdraiati fianco a fianco sul suo letto, ci avviciniamo ancora di più, fino a non sapere dove finisco io e dove inizia lei. Le nostre voci sono appena un sussurro mentre parliamo, ma in questa stanza sembra che i suoni restino sospesi nell'aria, come a proteggere i nostri segreti. Il nostro mondo è tutto qui, in questa camera azzurra, illuminata appena dalla luce della lampada accanto al letto, e per un attimo tutto sembra perfetto.
Parliamo per ore, e ogni parola che ci scambiamo sembra costruire un nuovo strato di ricordi tra noi. Le confido i miei pensieri più nascosti, i sogni e le paure, e lei mi ascolta con quel suo modo unico, come se ogni parola fosse la cosa più importante del mondo. I suoi occhi, luminosi e pieni di attenzioni, mi fanno sentire compreso, in un modo che nessun altro riesce.

When stars collideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora