Sono a un centimetro dalle sue labbra e voglio baciarla, ma qualcosa mi trattiene. Sento un conflitto interno, una lotta tra il desiderio e la consapevolezza di quanto sia sbagliato quello che sto facendo. Eve fa un piccolo movimento, avvicinandosi di pochi millimetri, e il suo respiro fresco e dolce di fragole mi colpisce come un pugno nello stomaco.
La mia mente è in subbuglio, il desiderio di baciarla cresce.
"Dimmi di fermarmi Girasole, perché altrimenti non mi riterrò responsabile di ciò che potrei farti" Le sussurro all'orecchio destro con una chiara eccitazione nella voce.
Lei non fa altro che guardarmi come se volesse sfidarmi, aumento la stretta intorno alla sua coscia, un gemito le scappa dalla bocca.
"Oddio, non fare così o mi mandi al manicomio" penso tra me e me mentre il mio cazzo inizia visibilmente a farsi notare.
le stringo la mano intorno al collo, e con una leggera forza la tiro verso di me, sento gocciolare sulla mia mano, ed ora so già che perderò il controllo, con il pollice sotto il suo mento le dirigo la testa all'indietro e avvicino la mia bocca a suo collo.
"Fermami ti prego" le ripeto ansimando, ma lei non mi degna di risposta la vedo sciogliersi come ghiaccio al sole, il battito del suo cuore accelera il suo respiro è sempre più pesante ed o ho una fame di lei che potrei divorarla in un istante. Affondo la mia bocca sul suo collo, sposto la mano posandola sulla parte posteriore della sua coscia, con un movimento fermo e deciso la carico su di me, è cosi minuta e fragile, proprio come i petali dei suoi fiori, profuma di latte e vaniglia, la tengo stretta a me in una morsa decisa, il mio braccio la avvolge completamente, la mia mano si sposta sul retro della sua nuca, i suoi capelli si insinuano fra le mie dita, li stringo e la sento, sta gemendo.
"Sei definitivamente, completamente, irrimediabilmente mia" è l'ultima cosa che le dico prima di baciarla con la fame di chi è a digiuno da settimane, ed è buona, è buona da morire.
Lei domina i miei demoni. Sento le sue mani intorno al mio collo, si sta aggrappando a me. Sento il suo bacino che si muove sulla mia erezione, le alzo la gonna, la mia mano sinistra scivola sotto mentre l'altra affonda le dita nel suo fianco.
Le sposto delicatamente le mutandine, la belva dentro di me brama di uscire, ma le sue parole rimbombano nella mia testa ricordandomi che nessuno l'aveva mai toccata.
La guardo godere, le mie dita sfiorano le sue labbra facendo attenzione a non penetrarla sento il suo bacino che sfrega contro le mie dita ancora più velocemente, mi dominava nonostante fossi io ad avere il controllo. Con il pollice le stimolo il clitoride, e le piace, lo sento ho la patta dei pantaloni zuppa. Le sue mani scendono lentamente, con le poche forze che ha prova a levarmi la maglia nera che indosso, ed io, aiuto la mia bambina a farlo sento le sue mani sulla pelle, e il suo tocco è paradiso e inferno, mi guarda, mi bacio e passa la punta delle dite lungo le mie braccia, i pettorali gli addominali. Sento le sue dita scendere e al solo pensieri delle sue minuscole mani intorno al mio membro mi fa venire nei pantaloni.
"Ivory... ti prego...." Dice con un filo di voce ansimante.
"Lasciati andare bambina" le sussurro baciandole l'orecchio.
E lei, da brava, esegue il mio ordine. Non ce la faccio più, in tre secondi mi ritrovo io sopra lei, e da quassù la vista é mozzafiato mi chino a baciarle l'ombelico, passo le dita dalle caviglie alla sua entrata i miei baci scendono, sussulta è rigida, ma appena la mia lingua sfiora e assapora i suoi umori, libera i suoi muscoli da ogni tensione, si lascia a me.
Oh mio dio, non resisto più con la mano libera che mi rimane mi slaccio i pantaloni, tiro fuori il mio pene, di marmo, pulsante e mi masturbo mentre divoro il suo clitoride e la mia lingua esplora la sua entrata, la sento godere, fino a che non la sento venire. Vengo anche io insieme a lei.
"Sei uno stronzo" mi dice balbettando.
Non riesco a trattenere la risata.
"Ad ognuno la sua cena, tu hai avuto la tua io la mia."
"Non....sai...no?"
"So che nessuno ti ha mai toccata prima, e tranquilla nessuno lo farà mai nessuno se non me"
"Ma come ti ho già detto fino a che non me lo dirai..." ricomincio a baciarle il collo.
"Non farò nulla" Scendo alle clavicole.
"Che tu non vorrai" dico dandole l'ultimo bacio nello sterno attraverso la maglietta.
Ci ricomponiamo, e il suo viso post "sesso" è una delle cose più belle che abbia mai viso.
Tornati presentabili mi sdraio sull'erba affianco a lei provando a leggerle nella mente. Invano. Non riesco a decifrarla.
Mi alzo lentamente dall'erba, cercando di non spezzare l'incantesimo che ci avvolge. Il cielo è ormai scuro, punteggiato solo da qualche stella che timidamente fa capolino tra le nuvole. Mi siedo accanto a lei, sentendo la frescura della notte insinuarsi tra i fili d'erba. La guardo, e nella penombra, i suoi lineamenti sembrano ancora più delicati, quasi irreali. C'è una purezza in lei che mi affascina, un qualcosa che va oltre la bellezza fisica e che mi riempie di un senso di meraviglia. Il vento della sera le sfiora il viso, e lei chiude gli occhi per un momento, come se volesse catturare quella sensazione. Osservo ogni suo movimento, memorizzando ogni dettaglio. È incredibile quanto possa essere bella anche in questa luce soffusa, in questa tranquillità notturna.
"È ora di andare," le dico con un sorriso che spera di trasmettere tutta la dolcezza che provo. Lei afferra la mia mano e si solleva lentamente, i suoi occhi incontrano i miei per un attimo, un attimo che sembra eterno. La conduco verso la moto, dove la aiuto a salire. Le luci della città in lontananza creano un bagliore che rende l'atmosfera ancora più intima. Una volta in sella, sento il calore del suo corpo che si avvicina al mio, e accendo il motore. Il rombo della moto rompe il silenzio, ma non toglie nulla alla serenità del momento. Partiamo, e le sue braccia si stringono intorno a me, un gesto che racchiude tutto: fiducia, affetto, forse anche qualcosa di più. La strada verso casa è silenziosa, la notte ci avvolge in un manto di calma. Le luci dei lampioni passano una dopo l'altra, e io sento il suo respiro dietro di me, tranquillo e regolare. Non c'è bisogno di parlare, tutto quello che serve è già qui, tra noi. Arrivati a destinazione, rallento e fermo la moto davanti alla sua porta. Lei scende con grazia, e per un attimo rimane lì, a guardarmi. Il suo volto è illuminato solo dalla debole luce che filtra dalla finestra, ma nei suoi occhi c'è una dolcezza che mi disarma. La osservo mentre si avvia verso casa, e sento un nodo formarsi in gola. Quando lei si volta verso di me, mi colpisce il modo in cui i suoi occhi brillano nella penombra. Per un attimo, resto immobile, incerto su cosa stia per succedere. Poi, vedo quel piccolo cenno con la testa, un gesto discreto ma carico di significato. È un invito, chiaro come il giorno, e il mio cuore accelera. Spengo la moto e scendo, avvicinandomi a lei con passi lenti. Ogni passo è carico di una tensione dolce, una tensione che ha in sé la promessa di qualcosa di più, qualcosa che va oltre le parole. Quando sono abbastanza vicino, posso vedere il lieve sorriso che si dipinge sul suo viso, e ogni mia esitazione svanisce.
"Thè?" mi chiede.
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Narciso Girasole
Storie d'amoreIntrappolato tra le ombre del suo passato e il peso di una nuova missione, il protagonista di questo racconto si trova immerso in un vortice di desiderio e pericolo. La tensione è palpabile mentre si prepara ad affrontare la sua prossima missione, m...