Capitolo 9

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Erano trascorsi diversi giorni dal mio arrivo in Accademia, giorni in cui mi ero dedicata per lo più ad orientarmi e a rimettermi fisicamente

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Erano trascorsi diversi giorni dal mio arrivo in Accademia, giorni in cui mi ero dedicata per lo più ad orientarmi e a rimettermi fisicamente. La febbre si era spesso ripresentata costringendomi a frequentare diverse volte l'infermeria.

Dopo il confronto con Costanza non mi ero più fatta del male. Non che non ci avessi pensato, il silenzio della mia stanza faceva emergere pensieri mostruosi nella mia testa che mi pregavano di dare loro sfogo. La febbre e la stanchezza mi avevano salvata, rendendomi impossibile non addormentarmi sul colpo ogni volta che mi distendevo sul letto.

Quella mattina, invece, Costanza si era presentata alla mia porta con la richiesta della preside Aurona di incontrarmi. Ovviamente, l'unica che poteva accompagnarmi in quel dedalo sotterraneo era la mia compagna di dormitorio, la mia guida di fiducia, che non si tirò indietro alla mia richiesta.

L'ala dove si trovava l'ufficio della preside era fuori mano rispetto alla zona che gli studenti frequentavano quotidianamente. Questo escamotage era nato per motivi di maggiore e migliore riservatezza. Argomenti seri ed importanti venivano discussi nel suo ufficio ed erano quasi sempre all'ordine del giorno. Costanza mi aveva spiegato che Aurona aveva appositamente lanciato un incantesimo sulle pareti della stanza per renderla insonorizzata dall'esterno. Nessuno avrebbe mai potuto sapere l'eventuale argomento di discussione.

Camminammo a passo svelto tra i corridoi dell'Accademia, affiancandoci quando possibile, o in fila indiana quando il cunicolo era troppo stretto. Mentre avanzavo, mi feci sempre più silenziosa e guardinga. Non mi ero ancora abituata del tutto a quella vita né agli sguardi che ricevevo, a volte di compassione a volte di giudizio. Lo trovavo insopportabile e ingiustificato e alimentava l'angoscia che covavo dentro da quando avevo scoperto cosa fossi in realtà. La convocazione della preside non aveva fatto altro che acuire il mio stato d'animo. Temevo profondamente di scoprire nuove informazioni sulla mia stessa esistenza e di non essere preparata a quella eventualità.

"Sei preoccupata per questo incontro?" chiese improvvisamente Costanza, cercando il mio sguardo.

"Puoi immaginare la risposta." Mi sforzai di accennare ad un sorriso ma ne uscì uno piuttosto tirato, così rinunciai. "Ho avuto già modo di incontrarla ma non riesco a fidarmi ancora di queste persone... ne so talmente poco di questo mondo."

"So che non è facile, la preside Aurona è una delle janare più potenti che esistano a Napoli ma posso assicurarti che ha a cuore tutti noi, la nostra salvezza e la nostra formazione. Col tempo imparerai a fidarti di lei."

"Non è facile, Costanza. Questa realtà per voi è la normalità ma io ancora non riesco a credere di avere dei poteri..." e a tutti gli effetti non ero in grado di percepirli a causa del sigillo.

"Hai ragione, non posso assolutamente capire cosa tu stia passando. Ti è crollato il mondo addosso e adesso devi iniziare una nuova vita ma... almeno hai trovato un'amica su cui fare affidamento!" mi disse con entusiasmo, cercando palesemente di rincuorarmi e distrarmi dall'incontro oramai prossimo.

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