Madrid

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Cassie's pov

La sera prima della gita la passo insieme ad Anna, chiuse in casa a mangiare popcorn e a vedere film strappalacrime.

«Come va tra te e Giovanni?» mi chiede la mia migliore amica mentre va a preparare altri popcorn.

«A meraviglia» rispondo con un sorriso fiero.

«Avete già...?»

«No! Insomma stiamo insieme da sette mesi ma per ora niente di che... ha detto che deve essere speciale»

«Allora forse ha intenzione di farlo in gita, sarebbe straordinario!» noto l'entusiasmo di Anna ma io non sono del tutto convinta.

«Certamente, straordinario per il fatto di non poter fare rumore per non essere sentiti, di non poter stare troppo vicini per non destare sospetti... vorrei che fossimo già a luglio per poter essere liberi di stare insieme» mi poggia una mano sulla guancia e punta lo sguardo nel mio.

«Ehi, se c'è qualcuno che può riuscire a gestire tutta questa situazione, sei tu... da domani potrete stare insieme per una settimana in un luogo dove non vi conosce nessuno, ci penserò io a coprirvi, vi meritate del tempo da soli» le rivolgo un sorriso pieno di gratitudine e torniamo a sederci sul divano con i popcorn, prima che io torni a casa mia.

...

Sono le quattro, il pullman parte alle quattro e mezza e io non ho dormito neanche un minuto, finisco gli ultimi preparativi e saluto la mia famiglia.

«Starò via solo una settimana, non fatene una tragedia» mia madre si avvicina con le lacrime agli occhi e mi poggia una mano sulla guancia.

«My love io so che dopo questa gita il tempo passerà più velocemente, arriveranno i tuoi diciott'anni, sarai ufficialmente un'adulta e te ne andrai» la stringo in un abbraccio e nascondo il mio viso nella sua spalla per nascondere le lacrime che mi solcano il viso.

Arrivo alla fermata del pullman e trovo subito Anna, in lontananza vedo Giovanni parlare con altri professori tra cui il suo amico Mauro, per non destare sospetti resto vicino ad Anna ma sento il suo sguardo squadrarmi dall'alto al basso, così mi volto nella sua direzione e incrocio i suoi occhi assonnati, mi sorride e torna a parlare con gli altri accompagnatori.

Mi siedo accanto ad Anna sul pullman e davanti a noi, come se non ci fossimo messi d'accordo, ci sono Giovanni e Mauro; Mi sporgo per arrivare al suo orecchio e gli sussurro.

«Sarà un viaggio piuttosto lungo»

«Ancora di più sapendo che non posso toccarti» gli sorrido.

«Voi due mi farete impazzire» dice Mauro guadagnandosi l'approvazione di Anna, io e Giovanni ci scambiamo un'ultima occhiata come se non ci fosse nessuno intorno a noi e torno al mio posto.

Passo le prime ore di viaggio parlando con Anna e scambiando a volte delle occhiate d'intesa con Giovanni, poi il sonno ha la meglio su di me e mi addormento sulla spalla di Anna.

Mi sveglio dopo cinque ore con una giacca addosso, evidentemente troppo grande e a me familiare, la stringo a me immaginando che ci sia lui al posto di Anna ma non riesco a riprendere sonno, così alzo la testa e noto che Anna è sveglia.

«Non hai dormito?» scuote la testa e si volta a guardarmi.

«Ho dormito questa notte e a quanto ho visto tu invece no»

«Quanto ho dormito?» Anna apre la bocca per parlare ma viene interrotta da una voce che riconoscerei ovunque.

«Cinque ore, ben svegliata piccola Medici» sgrano gli occhi per la quantità di ore che ho passato dormendo e mi avvicino nuovamente a Giovanni.

Distanti, ma fatti d'istantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora