La vita è una vera e propria stronza.
L'attimo prima sei felice e spensierato, mentre quello dopo sei triste e angosciato.
Alcune volte, per cambiare le nostre vite, ci impieghiamo mesi, se non anni. Altre volte invece bastano dei semplici minuti, o secondi, per far crollare tutto quello che eri o che saresti potuto essere.
Non importa chi tu sia o cosa tu abbia. Se la vita decide che doveva andare in una certa maniera, allora così doveva essere.
E la cosa più divertente è che, nonostante tutto, tu non puoi fare nulla per fermarla. Puoi solo guardare e sperare che non sia troppo crudele.
Successe tutto in fretta, in una sera di novembre. Il ventisette, per la precisione.
Il ventisette novembre duemiladiciassette .
Avevo solo dodici anni e non conoscevo ancora nulla del mondo. E, diamine, quanto mi sarebbe piaciuto vederlo tutto.
Si dice che alcune persone percepiscono i pericoli, capiscono che c'è qualcosa che non va fin dal primo momento che si svegliano la mattina. E così era stato per me, ma non ci aveva fatto tanto caso, avevo semplicemente lasciato perdere.
Ma quella sera, chiamatelo "corso della vita" o semplicemente destino, aveva qualcos'altro in serbo per me.
L'attimo prima eri in macchina con tua madre, a cantare a squarciagola le canzoni più famose dei Queen come Bohemian Rhapsody oppure I want to break free.
E l'attimo dopo ti ritrovi con l'auto capovolta a qualche metro da te, le orecchie che fischiano e la vista a macchie. Ti giri verso la vettura, nel frattempo che cerchi tua madre aspettandoti di vederla vicino a te, o ancora all'interno della macchina.
Ma, al contrario, eccola lì. In mezzo alla strada. Con le braccia spezzate, le gambe in una posizione innaturale e gli occhi che ti fissavano, privi della luce che prima possedevano.
Ti sembra tutto surreale, quasi impossibile che sia accaduto veramente. Che sia accaduto proprio a te.
Sbarrai gli occhi e spalancai la bocca. Avrei voluto gridare, correre da lei. Scuoterla e dirle di svegliarsi, che fosse tutto un brutto scherzo.
Ma niente di tutto quello accadde. Rimasi ferma immobile, cercando di regolare il respiro affannato e aspettando che tutto mutasse e che si smaterializzasse magicamente.
Il fuoco continuava a crescere, alimentato probabilmente dalla benzina presente dall'auto.
Lo shock fa talmente tanto forte ed improvviso, che subito non provai dolore.
Soltanto dopo aver sentito il suono delle sirene della polizia e dell'ambulanza, mi risvegliai da quello stato di trance. Fu come l'interruttore che azionò il dolore fisico che stavo provando.
Mi ero rotta la gamba, probabilmente. Avevo graffi su tutte le braccia e le gambe- probabilmente, ne avevo anche in faccia, perché sentivo bruciare- , i capelli erano scompigliati e attaccati al viso. Il respiro era ancora corto e non sapevo come calmarlo.
Nonostante questo, mi riuscì con non so quale forza a trascinare verso il suo corpo.
Nota anche un'altra auto a metri di distanza, non riuscì però a vedere se ci fosse altre persone. Non mi importava.
Arrivai da mia madre e le accarezzai una guancia.
Inevitabilmente, iniziai a piangere mentre la realtà dei fatti mi colpiva in faccia e allo stomaco.
Mia madre era morta, ed il suo corpo inerme giaceva a qualche millimetro da me.
Piansi tutte le lacrime che avevo i. corpo e, finalmente, la voce repressa uscì. Gridai, cercando di svegliarla in tutti i modi possibili. La scossi, continuando ad urlare.
Avrei voluto guardare tutto, ma non quella scena. Avrei voluto che quella non fosse stata l'ultima scena che avrei visto.
E avrei voluto tanto, anzi tantissimo, notare che il fuoco che prima sembrava innocuo, adesso si stava iniziando ad ingrandire. Le fiamme si propagavano sempre più velocemente, impossibili da fermare loro e l'imminente esplosione della macchina sconosciuta.
"Notte da incubo in Florida
Il ventisette novembre, alle ore mezzanotte e un quarto, grave incidente su una delle strade isolate di Jacksonville. Scontro fatale tra due autovetture, trovate distrutte dagli agenti della polizia locale.
[...] ritrovati il corpo di una donna tra la quarantina e la cinquantina, reso irriconoscibile e carbonizzato dall'esplosione. Purtroppo, all'arrivo dell'ambulanza la donna era già morta. Trovata a qualche metro di distanza una ragazzi di dodici anni, si suppone sia la figlia. Presentava ferite superficiali su tutto il corpo; la gamba destra rotta, il polso sinistro slogato e gravi danni alla vista che, secondo i medici, non potrà più recuperare."
HELLOOOOO
come inaugurare il nuovo profilo? pubblicando questa storia👹
avendo eliminato l'account, ho perso tutti i commenti di the final musical (al momento non disponibile) e ovviamente, le letture, inoltre nonostante questa storia fosse ancora iniziata diciamo, aveva già poche letture🥹🥹
potremmo definirlo come un nuovo inizio
chi lo sa
spero comunque che vi piaccia; mi è stato chiesto quando uscirà il primo capitolo e avevo risposto che non lo sapevo.
effettivamente non lo so nemmeno adesso, anche perché lunedì prossimo ho l'esame di riparazione di mate e giovedì quello di fisica (non ci capisco un cazzo🎀), ma comunque uscirà prima di quanto possiate immaginare (magari fine settimana prossima, dopo gli esami)
and that's it
-Sadie🧿
STAI LEGGENDO
Cursed Game
Teen FictionRora Clark è una semplice ragazza di diciannove anni, con una piccola particolarità. Dopo aver frequentato il liceo studiando a casa e stufa di questo, vuole iniziare il college immersa nelle persone. Harvard è uno dei college più famosi e ambito d...