La nave finalmente attraccò nel porto di Venezia. Maria e Conti, stanchi e preoccupati, si ritrovarono sul ponte, osservando la città che si stendeva davanti a loro. Avevano promesso di aiutare Lilia, ma ora che erano in Italia, non sapevano da dove cominciare.
"Conti, dobbiamo fare qualcosa," disse Maria, la voce tremante. "Non possiamo lasciarla sola in questa situazione."
Conti annuì, ma il suo sguardo era distante. "Lo so, Maria. Ma non è così semplice. Non abbiamo le risorse per affrontare una battaglia legale."
Maria si passò una mano tra i capelli, frustrata. "E se ci rivolgessimo a un investigatore privato? O a un avvocato? Qualcuno che possa aiutarci a capire cosa sta succedendo."
Conti scosse la testa. "Gli investigatori privati costano una fortuna, e gli avvocati non sono da meno. Non possiamo permettercelo."
"Ma non possiamo semplicemente aspettare che Lilia torni in Italia e sperare che tutto si risolva da solo!" esclamò Maria, sentendo crescere l'impotenza dentro di sé.
Conti sospirò. "Forse è meglio aspettare. Quando sarà qui, potremo parlare con lei e capire meglio la situazione."
Maria si sentì sopraffatta. "E se fosse troppo tardi? E se nel frattempo le succedesse qualcosa?"
Conti non rispose, il silenzio tra loro era pesante. Maria si allontanò, cercando di calmarsi. Non poteva accettare di non fare nulla. Doveva trovare un modo per aiutare Lilia.
Nel frattempo, Lilia si trovava nella stanza degli interrogatori, il cuore che batteva forte nel petto. L'investigatore italiano era seduto di fronte a lei, con uno sguardo incalzante e determinato.
"Signora Ferro, è importante che ci dica ogni piccolo dettaglio," iniziò l'investigatore, la voce ferma. "Descriva le sue ultime giornate con Andrea nei minimi particolari."
Lilia deglutì, cercando di mantenere la calma. "Eravamo a casa, come al solito. Andrea era... possessivo. Non mi lasciava mai sola."
L'investigatore annuì, prendendo appunti. "E Walter? Quando vi incontravate? Le aveva promesso di aiutarla?"
Lilia sentì il cuore stringersi. "Walter era il mio solo amico. Mi ha aiutata a trovare lavoro sulla nave."
L'investigatore insistette, chiedendo dettagli su ogni incontro, ogni conversazione. Lilia rispondeva, ma a volte era confusa, stanca. Le domande si susseguivano senza sosta, e lei sentiva il peso della situazione schiacciarla.
Il secondo interrogatorio di Lilia si rivelò inconcludente. La ragazza, sotto pressione e stremata, rispondeva in modo confuso. Le domande si susseguivano senza sosta, e lei sentiva il peso della situazione schiacciarla. Alla fine, venne confermata la sua estradizione verso l'Italia.
Lilia si sentiva persa, sola e disperata. Non sapeva cosa l'aspettasse in Italia, ma una cosa era certa: il suo incubo non era ancora finito. La sua mente era un vortice di pensieri e preoccupazioni. La solitudine della cella italiana la attendeva, e con essa, un nuovo capitolo di incertezza e disperazione.
Maria, determinata a non arrendersi, decise di agire da sola. Iniziò a cercare informazioni su investigatori privati e avvocati specializzati in casi come quello di Lilia. Dopo ore di ricerche, trovò un nome che sembrava promettente.
"Devo parlarne con Conti," pensò, afferrando il telefono. Compose il numero di Conti, ma non ottenne risposta. Provò ancora e ancora, ma ogni tentativo risultò vano. "Dove sei, Conti?" mormorò, sentendo crescere l'ansia.
Maria non capiva perché Conti non rispondesse. Avevano promesso di aiutare Lilia insieme, ma ora sembrava che lui stesse evitando la situazione. Decise di andare a cercarlo, ma non riuscì a trovarlo da nessuna parte. La frustrazione e l'impotenza la travolsero.
Maria decise di procedere da sola. Non aveva molti soldi, ma la determinazione di aiutare Lilia la spinse a cercare un investigatore privato. Dopo alcune ricerche, aveva trovato il nome di una professionista che sembrava promettente: Elena Rossi.
L'ufficio di Elena Rossi si trovava in un vecchio edificio nel centro di Venezia. Maria salì le scale scricchiolanti fino al terzo piano, dove una targa di ottone lucido indicava "Investigazioni Rossi". Bussò alla porta e, dopo un attimo, una voce femminile la invitò ad entrare.
L'ufficio era piccolo ma accogliente. Le pareti erano rivestite di scaffali pieni di libri e fascicoli, e una grande scrivania di legno occupava il centro della stanza. Dietro la scrivania, una donna dai capelli corti e scuri, con occhi penetranti, si alzò per accoglierla.
"Buongiorno, sono Elena Rossi. Prego, si accomodi," disse, indicando una sedia di fronte alla scrivania.
"Grazie," rispose Maria, sedendosi. "Mi chiamo Maria e ho bisogno del suo aiuto."
Elena annuì, prendendo un blocco note. "Mi dica tutto."
Maria spiegò la situazione di Lilia, il loro viaggio sulla nave e le difficoltà che stavano affrontando. Elena ascoltava attentamente, annotando dettagli di tanto in tanto.
"Capisco," disse Elena alla fine. "Il caso è complicato, ma non impossibile. Tuttavia, devo informarla che, essendoci un'indagine ufficiale in corso, il mio lavoro potrebbe essere limitato. ."
Maria annuì, sentendo un misto di speranza e preoccupazione. "E cosa comporterebbe questo incarico ufficiale?"
"Significa che dovremmo ottenere un'autorizzazione formale per poter accedere a determinate informazioni e condurre indagini parallele. Senza di essa, potrei essere limitata nelle mie azioni," spiegò Elena.
"Capisco. E per quanto riguarda i costi?" chiese Maria, temendo la risposta.
Elena fece una pausa, riflettendo. "Le spese possono variare molto a seconda della complessità del caso e del tempo necessario. . Per un caso come questo, potremmo parlare di diverse migliaia di euro."
Maria sentì il cuore sprofondare. "Non ho molti soldi. Quanto potrebbe costare, indicativamente?"
Elena fece un rapido calcolo. "Per un'indagine approfondita, potremmo parlare di una cifra intorno ai 5.000 euro, ma potrebbe aumentare se il caso si protrae."
Maria abbassò lo sguardo, sentendosi impotente. "Non so se posso permettermelo. Devo pensarci."
Elena annuì comprensiva. "Capisco perfettamente. Prenda il tempo che le serve. Se decide di procedere, sarò qui per aiutarla."
Maria si alzò, stringendo la mano di Elena. "Grazie per il suo tempo. La contatterò presto."
Maria uscì dall'ufficio di Elena con il cuore pesante. Non sapeva cosa fare. Aveva promesso di aiutare Lilia, ma ora si sentiva impotente. Decise di fare una passeggiata lungo i canali di Venezia, cercando di schiarirsi le idee.
Mentre camminava, il telefono squillò. Era un messaggio di Conti. "Maria, dobbiamo parlare. Ho trovato qualcosa che potrebbe aiutarci."
Maria sentì un barlume di speranza. Forse non tutto era perduto. Rispose rapidamente al messaggio, fissando un incontro con Conti per il giorno successivo. Aveva bisogno di tutte le risorse possibili per aiutare Lilia, e forse, insieme, avrebbero trovato una soluzione.
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Lilia - Gli oceani del cuore
AventuraLilia è intrappolata in una relazione soffocante, ma quando il suo compagno Andrea viene trovato morto, la sua vita viene sconvolta da accuse ingiuste e segreti nascosti. Con l'aiuto di amici fidati e l'ispettore De Luca, Lilia deve navigare attrave...