16. Colin

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Parcheggio la macchina in fondo alla strada, ho bisogno di camminare un po' e pensare. Soprattutto pensare.

 Ignoro il freddo e infilo gli auricolari verdi a filo nelle orecchie e faccio partire l'ultimo album che compose mio padre prima di andarsene, quattro anni fa. Se devo essere sincero, questo è l'unico ricordo che mi resta di lui, l'unica raccolta di canzoni sue che riesco ad ascoltare, perché i titoli glieli ho suggeriti io un pomeriggio distesi su un telo in riva a un lago cui eravamo soliti andare in qualsiasi stagione. Ci vado ancora, a quel lago e il paradosso è che non so nemmeno perché.

Questa via è piuttosto trafficata durante la giornata, per cui cerco di stare il più vicino possibile al muro delle case, il respiro che si condensa davanti agli occhi e scalda il naso freddo..

Il cielo è di un azzurro splendido, libero dalle nuvole, infinito e immenso, ma è comunque dicembre inoltrato. Gli unici intrusi sono i fili elettrici su cui sono posati diversi uccelli che cantano tra loro, spensierati. Io, invece, di pensieri nella mia testa ne ho fin troppi.

Accelero il passo e sorpasso qualche buca nel cemento con dei piccoli balzi e raggiungo la porta di casa in poco tempo. 

Prima di aprirla, però, noto una macchina parcheggiata dall'altra parte della strada. Anzi, non una macchina qualunque: il suv nero che ha rischiato di investire Mike, Hal e me sulle strisce pedonali qualche tempo fa. Non riesco a vedere se ci sia dentro qualcuno a causa dei finestrini scuri, così smetto di fissarla ed entro in casa, cercando di non pensarci.

 Tolgo gli auricolari, spegnendo la musica, e arrotolo in filo sulle dita per poi infilarlo nella tasca posteriore dei jeans.

È mattino relativamente presto, quindi probabilmente mia madre sta ancora dormendo. Lo spero perché non ho voglia di intrattenere una conversazione con lei. Non ancora. Non sono ancora pronto. 

Ho ancora il bruciare prepotente della sua reazione nel cuore. Come può una madre non ricambiare l'affetto del figlio che ha fatto tutto per lei anche nei momenti più difficili? Non mi aspettavo molto, solo un sorriso, o una pacca sulla spalla, un "anche io", senza nemmeno il "tesoro" alla fine della frase come nei film.

 E invece niente.

 Solo uno sguardo perso nel nulla. 

Scuoto la testa; non voglio ripensare a ieri sera, è come grattare con le unghie spezzate su una ferita ancora sanguinante. Forse sto reagendo in modo esagerato, ma dopo quattro anni di sacrifici non era questo ciò che speravo.

Percorro il corridoio d'ingresso e svolto verso la mia stanza. Tornare tra queste mura mi fa rivivere tutto ciò che è accaduto ieri sera e cerco di cancellare le immagini che invadono la mia memoria. Mi pizzica il naso, ma ignoro tutte le sensazioni che si fanno strada nel mio cuore lasciando solo terra bruciata dietro e una mente esausta nonostante le ore di sonno a casa di Eve.

Mi siedo sul materasso immacolato del mio letto, più duro di quello della mia amica, e mi guardo intorno, come se fosse la prima volta in assoluto che entro in questa camera, quando invece ci vivo da sedici anni. 

A un tratto le pareti con appesi i poster delle mie band preferite, gli ultimi tre pupazzi da cui non riesco a separarmi abbandonati su uno scaffale alla mia sinistra, le finestre dipinte di nero anni fa, tutto mi sembra estraneo. 

In questo momento dipingerei tutta la la stanza, di nero, coprendo il tenue colore di adesso, e attaccherei al soffitto delle stelline che si illuminano al buio, per ricordarmi di Eve e trovare la pace. La luce riempie prepotentemente tutto lo spazio e dà fastidio ai miei occhi, ma me ne curo solo in parte.

Non so più niente. Cosa provo. Cosa dovrei provare. Cosa dovrei fare. Come dovrei reagire.

È assurdo come quando non si è più sicuri dell'affetto della persona a cui si tiene di più, tutto il mondo sembra andare a catafascio. Si perde la strada, si diventa incerti su tutto. Non ci si fida più di nessuno. Ma tutto diventa colpa tua. Si diventa un'altra persona, si cambia. E questo cambiamento io lo voglio. Voglio non dover soffrire ancora, voglio poter dormire sempre sonni tranquilli come quello di stanotte, da solo. Voglio non dover più stare sempre dietro a persone che non ricambiano il mio affetto.

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