Insite realtà {5}

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font: passato
font: presente

Zoro camminava con passo irrequieto, i movimenti rigidi e lo sguardo perso nel vuoto. Non era da lui trovarsi in quello stato; i pensieri che si agitavano nella sua mente sembravano dilaniarlo dall'interno. L'espressione era priva della solita risolutezza, come se il filo della sua coscienza fosse stato spezzato, lasciandolo in balia di un turbinio di emozioni che non riusciva a gestire.

Ogni cosa intorno a lui risultava sfocata, persino le parole di Chopper sembravano lontane, eppure continuavano a riecheggiare nella sua mente come un'eco incessante mentre attraversava i corridoi della Thousand Sunny. Quello che il medico gli aveva rivelato l'aveva trascinato in uno stato di profondo turbamento, qualcosa che nemmeno le consuete provocazioni di Sanji riuscivano a dissipare. Anzi, l'insolita mancanza di reazione di Zoro aveva sorpreso persino il cuoco, che si era ritrovato ad osservarlo con un'espressione corrucciata,
confusa.

Un passo dopo l'altro, Zoro si lasciava guidare meccanicamente lungo la nave.

«La notte in cui incontrammo T/n...»

La voce di Chopper riecheggiava nei suoi ricordi, scavando nel profondo della sua coscienza.

Un altro passo, ancora.

«Lei stava tentando il suicidio.»

Un altro passo.

«Luffy la fermò, salvandola all'ultimo istante, e da quel momento decise di accoglierla a bordo. Ti ricordi?»

Le immagini si materializzavano nella mente di Zoro con vividezza inquietante, frammenti di un passato che fino a quel momento erano rimasti sepolti nel disordine della sua memoria, ma che adesso cominciavano a ricomporsi come le tessere di un mosaico. Annuì in silenzio, incatenato a quei ricordi, mentre Chopper proseguiva nel suo racconto.

«Hai mai notato l'intensità con cui T/n guarda Luffy? L'adorazione nei suoi occhi?»

Le parole continuavano a pesare su Zoro, al punto che si rifugiò dietro l'albero di poppa, cercando un luogo appartato dove nessuno potesse notare il conflitto interiore che lo stava logorando.

«La realtà è che Luffy non l'ha salvata davvero, non del tutto» continuava Chopper nella sua rievocazione. «In quel momento le ha dato una speranza, un appiglio a cui aggrapparsi, ma era evidente che non sarebbe stato sufficiente a cambiarle completamente idea. Nei giorni successivi, iniziai a notare delle stranezze. Una notte, incapace di dormire, decisi di fare un giro per i corridoi della Sunny. Non mi aspettavo di trovare nessuno sveglio a quell'ora, ma avevo bisogno di compagnia e così passai davanti a tutte le vostre stanze, una ad una. Quando giunsi davanti a quella di T/n, però, percepii subito qualcosa di strano.»

Zoro serrò le mani a pugno, lasciando che lo sguardo scivolasse oltre l'orizzonte, dove il mare si srotolava in profondi abissi. La nave stava attraversando un arcipelago complicato. Poi, senza quasi accorgersene, abbassò lo sguardo sulle sue spade, cercando in esse un rifugio dal tumulto della sua mente.

«La trovai lì, immobile, con lo sguardo perso oltre l'oblò, come se cercasse qualcosa nelle profondità del mare. Sussurrava frasi incomprensibili, e per un attimo rimasi confuso, incapace di comprendere pienamente ciò che stava accadendo. Non si accorse subito della mia presenza; ero già a pochi passi da lei, pronto a oltrepassarla, quando notai la lama. La teneva stretta, puntata all'altezza del cuore, e nel momento in cui mi resi conto di quello che stava per fare, il sangue mi si gelò nelle vene. Senza distogliere lo sguardo dal mare, mi disse solo: "Va via".»

Le parole di Chopper si erano fatte pesanti come macigni, affondando Zoro in un abisso di pensieri da cui sembrava impossibile risalire.

«T/n, io non sono nessuno per chiederti di non farlo» disse Chopper, la voce piena di incertezza, «e se è davvero la tua scelta, non tenterò di fermarti. Ma lasciami provare ad...»

Memories    (ZoroxReader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora