note: NON PUBBLICO DA DUE MESI sono terribileeeee. per farmi perdonare però aggiorno con due capitoli (che stavano facendo la muffa ormai)
10.
Quando Lena apre la porta di casa, trova Jeongin con un'enorme busta di carta decorata in mano. I capelli schiacciati sulla fronte dal berretto nero che indossa, il sorriso ampio e dai denti dritti, gli occhi dal taglio affilato che brillano di gioia. "Ti ho portato il gelato", annuncia sorridente e lei non può fare a meno di donargli un abbraccio, riconoscente.
Anche se Jeongin è venuto una sola volta a casa sua, Lena è contenta di vedere che il ragazzo si trova a suo agio a fare avanti e indietro tra la cucina e la sala da pranzo. Le ruba la tovaglia dalle mani e la stende sul tavolo, le frega le posate e le posiziona ordinatamente. Al turno dei bicchieri, Lena li allontana prontamente dalla portata di lui, ridacchiando. - Dài, siediti, faccio io.
- No, macché, ti aiuto. - risponde lui risoluto, e cerca di acchiappare i bicchieri.
- Ma sei tu l'ospite! - Controbatte Lena. - Facciamo così. Io apparecchio e tu ascolti la cosa che ti volevo raccontare.
Le orecchie di Jeongin si tendono per la curiosità. Si mette a sedere, dritto sulla sedia. - Va bene. Spara.
Un bicchiere capovolto lo mette davanti a Jeongin, l'altro lo posiziona vicino a lei. - Non te l'ho mai detto perché non ce n'è mai stata l'occasione... Ho un disturbo, che si chiama amnesia dissociativa. L'anno scorso casa mia è bruciata, e io sono finita in ospedale.
- Cazzo...
- Io per fortuna non mi sono fatta niente, ma qui dentro, - Con l'indice picchietta un paio di volte la propria tempia. - è successo un casino. Ho dimenticato tante cose, che sto cercando di ricordare pian piano con l'aiuto di una psichiatra.
Jeongin, con l'espressione intristita, si alza dalla sedia e abbraccia Lena, accarezzandole la schiena affettuosamente. - È terribile, mi dispiace tanto.
Il campanello del forno comincia a squillare, annunciando che la cottura è terminata. Lena si congeda brevemente, senza però mai essere persa dallo sguardo di Jeongin, e spegne l'elettrodomestico.
- Che cos'è che non ricordi?
Lena alza le spalle. - Ho scordato delle cose che sono successe nell'arco di più di dieci anni. Però, - Comincia, e fa cenno a Jeongin di seguirla. Lo porta nella propria stanza. Indica il letto sul quale ha sparso il contenuto dello scatolone che si è portata da casa di mamma. - ho scoperto questi diari. - raccoglie una delle svariate foto che ritraggono lei e Chris insieme e la porge a Jeongin.
Quello la fissa, gli occhi strabuzzati e l'espressione di uno che non ci sta capendo niente. - Ma scusa, ma questo non è...?
- È proprio lui. Io però non mi ricordo niente.
- Ma allora ha fatto finta di non conoscerti?
- Così pare.
La cena procede in maniera tranquilla, nonostante l'animo di Lena sia in completa agitazione. Per un momento riescono anche a cambiare completamente discorso. Jeongin le racconta la giornata assurda che ha avuto in fabbrica, le parla del collega che si è infortunato col flessibile, le parla della capocciata che ha dato ad uno scaffale e del fatto che si è sentito rintronato nonostante avesse l'elmetto di sicurezza. Lena si ritrova a ridere un paio di volte a crepapelle, anche mentre sta bevendo l'acqua col rischio di soffocare.
- Io lo so che non sono affari miei... - Mormora Jeongin, dopo aver poggiato il cucchiaino nella coppa da gelato. - Ma dovresti parlargli. Si tratta della tua vita, hai diritto di sapere. Leggi tutto il contenuto dei diari, poi organizza i pensieri e decidi cosa fare.
- Già... hai ragione... Però mi spaventa.
- Che cosa?
- Sapere. Ho paura di scoprire cose che potrebbero non piacermi. Ho letto delle cose, mi lamentavo di qualcuno. Scrivevo che non lo sopportavo più. E Chris ha fatto finta di non sapere chi fossi. Ora che ci penso, non sembrava mai tanto invogliato a stare in mia compagnia, mi sfuggiva. Però... però una volta mi ha detto... Aahh!! Accidenti!! - sfrega entrambe le mani ai lati del suo viso, stizzita.
- Non giungere a conclusioni affrettate. Hai molto da leggere, non puoi sapere se quello che hai ipotizzato è vero. Non voglio intromettermi, ma se hai bisogno ti do una mano.
Lei guarda il ragazzo, intento a mangiare il gelato. Il suo sguardo genuino, preoccupato, è come una secchiata d'acqua che arriva dritto in faccia Lena. Ancora una volta c'è qualcuno pronto ad offrirle aiuto per qualcosa, mentre lei in cambio non ha niente da restituire. Poi c'è quest'altra cosa, che a Lena fa venire voglia di piangere, e cioè che Jeongin è troppo buono.
O forse è il tuo orgoglio, ci hai mai pensato?
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PASSANDOTI ACCANTO| Bang Chan
ChickLitLena è una giovane artista che soffre di amnesia dissociativa. L'arte è il suo rifugio sicuro e il mezzo attraverso il quale supera i momenti difficili. Ma c'è un uomo. Lui, col suo sguardo disarmante, stravolge tutte le certezze che Lena ha acquisi...