12.Non si gioca con il fuoco

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Quando ritrovai il signor Campbell, un'ora dopo, mi fermai di fronte a lui e presi un bel respiro.

"Se dobbiamo proprio farlo, penso che io meriti di sapere perché vuoi sposarti cosi, all'improvviso".

Rispose alla mia domanda con un sorriso soddisfatto e consapevole.

"Beh", iniziò con arroganza, allontanandosi da me di qualche passo e poggiando il fondoschiena contro il tavolo. "Ti devo una spiegazione, vero?"

Il signor Campbell sedette su una sedia e incrociò le gambe.

"Mio nonno possedeva una fortuna. Saresti scioccata a sapere quanto era ricco. Ha avuto due figli, mio padre e mio zio

"Ha dato a entrambi il venti percento di tutto e il restante sessanta percento sarebbe andato al nipote più grande.

L'erede avrebbe dovuto essere Tom, ma ha avuto un incidente sei anni fa e ha perso la ragione, non è curabile." La sua postura e la sua voce non mostravano segni d'emozione.

Non sapevo come commentare, quindi rimasi in silenzio.

Dire che mi dispiaceva sembrava la cosa sbagliata da fare, si sarebbe potuto arrabbiare per essere stato interrotto. E poi, non sembrava che si aspettasse alcuna risposta.

"Dopodiché, tutto è passato al secondo nipote. Che sarei io", continuo.

"Beh, non proprio io, ma la donna che avrei sposato, mia moglie". L'inasprirsi della sua voce non passò inosservato, almeno per me.

I miei occhi quasi strabuzzarono dalle orbite.

"Sto per ereditare tutti quei soldi?" Lui mi rivolse uno sguardo letale. Mi resi conto di quello che avevo detto e feci un sorriso imbarazzato, le mie guance rosse e ardenti.

"Non intendevo quello che hai capito."

"E allora cosa intendevi, signorina Hart?"

Alzai gli occhi al cielo. "E perché a tua moglie? Perché non a te?" Chiesi, piano.

"Andiamo alla sua tomba a chiedercelo, che dici? Magari a te risponderà", ribatté lui, sarcastico.

"Quindi vuoi sposarmi per poi..."
"Acquisire tutto quanto, sì".

"Ma non è come barar..."

Mi interruppe. "Non siamo qui per discutere della mia decisione, signorina Hart". Poi fece una risata amara.

"E, francamente, tu sei l'unica donna di cui mi fidi che non scapperebbe con i soldi appena questi finiranno sul suo conto in banca".

Mi accigliai. "Oh, cavolo, che fortuna, allora".

"L'avvocato di mio nonno si aspetta che io sposi una donna entro questo mese, altrimenti i soldi andranno a quel segaiolo di mio cugino.

"E se non scelgo una sposa al più presto, il testamento dice che dovrò attenermi alla donna che mio padre ha scelto per me". Uno spasmo di furia attraverso il suo volto.

"Sposare una persona che ha scelto mio padre non è un'opzione plausibile, signorina Hart"

Sulle mie labbra si formò un sorrisetto. "Quindi anche il grande Mason Campbell deve piegarsi al volere di qualcun altro?"

Mi rivolse un'occhiataccia. "Mio padre è un uomo determinato che si prende sempre ciò che vuole".

Tale padre, tale figlio.

"Ma io non gli lascerò scegliere una moglie per me. Se lascio che mi controlli su questo, si convincerà che può controllarmi in tutto e nessuno può comandarmi".

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