16. cosa vuoi, Taehyung?

47 6 3
                                    

"Bene visse
colui che poté morire come volle".

*

Mi sveglio lentamente, con la luce del mattino che mi filtra tra le palpebre, e per un attimo non capisco dove mi trovo. Poi, apro gli occhi e vedo Taehyung, ancora disteso accanto a me. È sveglio e mi sta guardando, ma il suo sguardo non è quello che mi aspettavo. C'è qualcosa di distante, quasi freddo.

Per un attimo resto immobile, cercando di ricordare la notte precedente. Lui era ubriaco, l'ho portato nella stanza, l'ho aiutato a fare una doccia fredda e poi l'ho messo a letto. Non pensavo che avrei dovuto passare la notte a controllare che non combinasse altri guai, ma alla fine mi sono addormentato accanto a lui. Mi ricordo di come si è comportato, delle parole che mi ha sussurrato, dei suoi tocchi... e mi chiedo se lui ricordi, almeno qualcosa.

«Buongiorno» mormoro, cercando di rompere il silenzio, sperando che non si senta troppo in imbarazzo per quello che è successo. Forse posso cercare di fargli capire che va tutto bene, che non deve sentirsi in colpa. Allorché gli rivolgo un piccolo sorriso, ma lui non ricambia.

«Buongiorno» risponde, ma il suo tono è duro, quasi gelido, il che mi sorprende, e subito mi sento confuso, adesso sono io quello stordito.

Per un momento ci fissiamo senza parlare. I suoi occhi sono scuri e imperscrutabili, e mi sembra di essere tornato al punto di partenza, come se tutta la tenerezza che ho visto in lui ieri notte fosse sparita. Quando toglie le lenti a contatto mi incute ancor più timore che altro, poiché i suoi occhi trapelano più di quanto si possa mai immaginare. «Va tutto bene?» chiedo piano, cercando di sondare il terreno. «Ieri sera... voglio dire, stavi un po'...»

«Non parlarne. Ho l'emicrania» mi interrompe bruscamente, e il modo in cui distoglie lo sguardo mi colpisce come un pugno allo stomaco. «Non è successo niente, okay?»

La freddezza nel suo tono è tagliente, e mi fa male più di quanto vorrei ammettere. Annuisco, cercando di non lasciar trasparire la delusione che mi si insinua dentro. Mi chiedo perché si stia comportando così. Ricordo ancora i suoi occhi confusi e vulnerabili di ieri sera, le sue mani che cercavano le mie, come se avesse bisogno di me. E adesso sembra che voglia spingermi via. «Okay...» sussurro, cercando di mantenere la calma. «Ma... se hai bisogno di parlarne, io ci sono».

Per un attimo vedo qualcosa cambiare nei suoi occhi, come se volesse dire qualcosa, ma poi il suo volto si chiude di nuovo. «Non c'è niente di cui parlare» ribatte, dopodiché si alza dal letto, voltandomi completamente le spalle.

Lo guardo allontanarsi, senza sapere cosa dire o fare. Vorrei dirgli che non deve fare tutto da solo, che non deve mettere quella maschera ogni volta, ma so che se provo a spingerlo troppo, lo perderò definitivamente.

Mi stringo perciò le mani nel lenzuolo, mentre sento la distanza tra di noi diventare più grande, anche se lui è ancora nella stessa stanza.

Forse ho sbagliato qualcosa, forse dovevo comportarmi in un altro modo, o forse, semplicemente, Taehyung ha deciso che non può permettersi di mostrarsi vulnerabile con me. E questo, per quanto cerchi di accettarlo, mi fa sentire troppo impotente.

Mentre lo vedo allontanarsi, sento la frustrazione crescere dentro di me. Mi dà rabbia il modo in cui riesce a passare da una versione di sé così tenera e sincera a quella completamente chiusa e distante.

stepbrothers - taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora