"La vita non è forse tutta
patetica e inutile?Raggiungiamo qualcosa,
l'afferriamo. E alla fine,
cosa ci resta in mano?
Un'ombra. O peggio
che un'ombra, l'infelicità".*
Mentre usciamo dal ristorante il sole inizia a calare, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa.
Nessuno dei due parla molto mentre torniamo verso la moto. È come se le parole che ci siamo scambiati poco fa avessero lasciato un segno difficile da cancellare, e adesso il loro eco ci accompagnasse silenzioso.
Taehyung accende il motore e partiamo verso casa, il vento sul viso è freddo e tagliente, ma in qualche modo confortante. Non c'è altro su cui concentrarsi, solo il rombo del suo mezzo di trasporto preferito e i nostri respiri.
I miei pensieri sono completamente rivolti a quello che i nostri genitori hanno interrotto. Mi domando come sarebbe andata a finire se non fossero arrivati, o se avessero tardato di qualche minuto. Mi domando cosa sarebbe potuto accadere, se entrambi saremmo finiti per fare qualcosa di cui ci saremmo pentiti, o che probabilmente, al contrario, ci avrebbe stravolto le vite.
Quando arriviamo davanti casa vedo subito le luci accese all'interno e un'ombra familiare dietro la finestra. Perciò entriamo, e la scena davanti a noi è quasi surreale.
Mia madre e il padre di Taehyung seduti sul divano che ci aspettano. Lei sorride in maniera nervosa, come se avesse qualcosa di importante da dire, mentre lui ha il solito sguardo impassibile, una maschera di calma che non lascia trasparire nulla.
«Siete finalmente tornati» dice la donna di casa, mentre la voce tradisce una certa ansia. «Abbiamo delle notizie per voi».
Io e Taehyung ci scambiamo uno sguardo rapido, ma nessuno dei due parla. Ci avviciniamo al divano e ci sediamo uno accanto all'altro, aspettando di sentire cosa hanno da dire.
«Abbiamo due cose di cui parlarvi» continua lei, cercando di mantenere il sorriso, anche se noto come le sue mani si stringono l'una sull'altra, azione che mi turba parecchio. «La prima è che abbiamo deciso di vendere questa casa per prenderne una ancora più grande».
Sento lo stomaco contorcersi, ed il respiro bloccarsi in gola, non posso credere a quello che ho appena sentito. «Cosa?» riesco a dire, e la voce è più alta di quanto avessi intenzione. «Non potete vendere questa casa. È-».
«Jungkook» mi interrompe lei, cercando di mantenere la calma, ma io non la lascio finire.
«No, mamma, non potete farlo!» ribatto, alzando il tono. «È la casa in cui venivo con papà, ci sono tutti i nostri ricordi qui! Non permetterò mai che la vendiate!»
Vedo Junghwa guardarmi, freddo e calcolatore, come se stesse valutando ogni mia reazione. Prima che io possa continuare, però, mia madre alza una mano, cercando di calmarmi. «Aspetta, Jungkook, c'è un'altra cosa che dobbiamo dirvi».
Al peggio non c'è mai fine, dicono.
Respiro a fatica, cercando di contenere la frustrazione che cresce dentro di me, mentre mi preparo a sentire qualunque altra assurdità abbiano in serbo. «Il prossimo mese» riprende lei, abbassando lo sguardo per un momento prima di risollevarlo e cercare i nostri occhi, «abbiamo deciso di sposarci».
Le parole mi raggiungono come un colpo di frusta, e improvvisamente tutto diventa confuso. Li guardo, cercando di capire se è uno scherzo, ma il sorriso nervoso di mia madre e l'espressione imperturbabile di suo padre mi dicono che stanno parlando sul serio. Giro lentamente lo sguardo verso Taehyung, e per un attimo vedo lo stesso shock riflesso nei suoi occhi, ma subito dopo torna la solita freddezza, quasi come se avesse spento ogni emozione dentro di sé.
STAI LEGGENDO
stepbrothers - taekook
FanfictionIl quieto vivere di Jungkook viene stravolto impetuosamente dall'arrivo di una scia di disordine che compierà una carneficina nella sua mente, stravolgendone ogni dettaglio. Il caos era a lui ignoto fin quando non è stato battezzato con il nome di K...