Una storia spagnola

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La Spagna d'estate non è certo il luogo dove ci si aspetterebbe mai di trovare un vampiro, eppure non potrei immaginare di trascorrere in un altro luogo la lunga serie di anni che si stende davanti a me.

Dall'oscurità del mio studio, dietro le pesanti tende e le coperture in legno, sento ugualmente filtrare il calore che proviene dall'esterno. Luglio è un mese caldissimo e questo sole riesce a penetrare ovunque, a raggiungermi nonostante tutte le mie difese. Non è troppo spiacevole, a ogni modo. Chiudo gli occhi nell'oscurità e acuisco i miei sensi, percependo quello che avviene al di fuori della stanza.

La mia azienda sorge a circa due terzi della via che collega Madrid all'Escorial, buen retiro della monarchia spagnola da sempre. Transitando dalla strada non si vede molto, solo una deviazione che si perde per circa un chilometro tra i campi, prima di un muro di cinta cotto dal sole, dal quale fanno capolino diversi alberi e i tetti della mia dimora. Ho fondato io questo luogo, quasi cinquecento anni fa, e ricordo ogni singolo giorno trascorso al suo interno. Entrando, sulla destra si apre il mio giardino, curato e lussureggiante, che non manca mai di suscitare l'ammirazione dei miei ospiti: appena oltre, la mia abitazione, dove cerco di mantenere viva la storia degli uomini che hanno fatto grande questa nazione: molti di loro hanno attraversato la sua soglia. Il piano terra è riservato all'accoglienza, al mio studio e alle cucine, al piano superiore le innumerevoli stanze, tra le quali quella in cui trascorro buona parte del giorno, e al piano inferiore le fresche cantine.

Dalla parte opposta della tenuta si estende il mio allevamento di tori, senza falsa modestia il migliore dell'intera penisola iberica. Da secoli questa è la mia attività, e da secoli sono fornitore delle più importanti arene spagnole. Le stalle, il macello, l'arena per l'addestramento, i recinti e più in là, oltre la recinzione, i terreni dove pascolano questi maestosi e possenti animali, che incarnano il cuore della nazione.

Mentre la sera inizia ad allungarsi sull'altopiano che ospita Madrid e la regione circostante, sento che le attività nell'allevamento si acquietano, gli animali vengono accuditi e preparati per la notte, e avverto chiaramente il rumore delle brusche che li strigliano e i loro muggiti, i garzoni sistemano le ultime faccende, i mandriani accompagnano gli esemplari migliori nelle loro stalle. Li conosco tutti per nome, i miei tori. Ancora qualche ora e potrò andare a far loro visita, a sentir guizzare nei loro muscoli possenti la forza di una natura che esiste anche grazie a me.

Questa è una delle rare serate in cui non riceverò alcun ospite nella mia villa, buona parte della servitù è assente, e le poche faccende quotidiane vengono sbrigate senza troppo rumore. Finalmente il sole tramonta, me ne accorgo immediatamente da una minima sfumatura del modo in cui il calore mi raggiunge: allora le mie mani si allungano nel buio, afferrano i pesanti drappi e li fanno scorrere interamente, rivelando la finestra e le imposte. Sganciati i chiavistelli, eccomi all'esterno, nella sera ancora piena di luce che si lascia ammirare in tutta la sua bellezza. Alla mia sinistra scorgo i rilievi dell'Escorial, in penombra, mentre lontano a destra ecco la cappa di smog che sovrasta la città. Miguel, uno dei giardinieri, mi porge i suoi saluti dal giardino sottostante, dove si sta occupando di una palma. Rispondo con un cenno della mano, mentre il mio sguardo spazia a contemplare il mio regno, la pelle che formicola per l'esposizione alla luce.

Migliaia di volte ho ammirato questo panorama, nei quasi 700 anni della mia vita: ormai fa parte di me, più di qualsiasi altra cosa. I ricordi non sono uniformi, ma molti episodi sono così vividi nella mia mente che sembrano essere accaduti giusto ieri, come per esempio la mia creazione, in una notte di gennaio nell'anno 1313: nel paese infuriava la guerra della Reconquista e i mori venivano ricacciati sempre più a sud. Io, nobile di una casata poco influente, mi trovavo a Madrid per combattere, ma vi avevo trovato una cosa che non avrei mai immaginato, i canini aguzzi del mio creatore e l'inizio di una vita senza fine.

TauromachiaWhere stories live. Discover now