Il tesoro più importante

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NB: Caldamente consigliata la lettura con la musica

"Fammi rileggere quella lettera."

Io e Silver siamo in cima al Campanile di Piazza San Marco. Dopo avermi insultata, bonariamente ma non troppo, per averlo costretto a "salire migliaia di scalini senza preavviso", ha urlato di gioia, incantato dalla vista di Venezia dall'alto.

I turisti passano e vanno, noi siamo qui da più di mezz'ora.

"Insieme alla lettera hai ricevuto una chiave. Usala. Serve per aprire lo scrigno del tesoro più importante di tutti. Lì troverai il mio regalo per te. L'inizio del tuo viaggio."

Mi guarda. "Qui c'è un indizio, tesoro."

Sollevo le sopracciglia, con sarcasmo. "Davvero? Fortuna che sei qui con me, ti assicuro che da sola non ci sarei arrivata!"

"La domanda giusta è... perché tua nonna ti scrive attraverso indizi, invece di dirti, che ne so: la chiave apre una porticina segreta che ti porterà al giardino della Regina Rossa?"

Lo spingo leggermente con la mano sulla spalla, ridendo. Eppure... lui ha il suo modo scherzoso di dire cose serie, e questa volta non fa eccezione.

"Forse è una specie di prova da superare? Se indovino vuol dire che sono degna?"

Lui sbuffa. "Oh ti prego! Tu leggi troppi fantasy tesoro!"

Allargo le braccia. "Hai qualche idea geniale in quella testolina piena di sarcasmo?"

"Un nemico. Potente e pericoloso. Qualcuno che vuole impedirti di fare quello che devi."

"Ah, e poi sarei io quella che legge troppo?"

Non posso, tuttavia, ignorare il brivido che mi ha attraversata.

"Casomai, stellina, non leggi abbastanza attentamente", dice lui, mostrandomi la lettera e indicando una frase in particolare.

...le ombre non si fermano e già ora i loro artigli si allungano, turbando l'intero universo. Devi fermarle.

Ho la gola secca e improvvisamente l'idea di essere così in alto non mi piace affatto.

"Scendiamo", mormoro, a disagio.

Scendo lentamente, cercando di ignorare il tremito che mi rende le gambe deboli e instabili.

"Per tua fortuna, qui parla anche di me", sta dicendo Silver. "Senti qui: Non sarai sola in questo viaggio e questo mi rallegra. Posso sentire il cuore di chi ti accompagnerà. Puro e forte come il più brillante dei diamanti. Chi altri potrebbe essere?"

"Mmmh, non puoi essere tu. Ha dimenticato di scrivere modesto", rispondo, secca.

Lui ride, ma non risponde. Usciamo dal campanile e l'aria che respiro non è più così soffocante.

"Vieni, ti faccio vedere una cosa che ti piacerà", dico, mentre lo accompagno verso i Giardini Reali.

Proprio come mi aspettavo, lui è ammirato. Camminiamo lentamente, fino a raggiungere le panchine sotto il pergolato. In questo periodo il glicine è in fiore, e i grappoli lilla e bianchi incorniciano il suo stupore.

"Queen, you're my shero, you know that? Come diavolo hai fatto a stare lontana da queste meraviglie e non impazzire?"

Sorrido. Se solo sapesse quanto ho odiato tutto quello che lui sta adorando. Venezia è stata la mia gabbia. Solo ora, da adulta, sa di radici, di vita e di mare.

Si siede accanto a me sulla panchina, non senza aver fotografato il glicine. "Ok, darling, pensiamo all'indizio. Cosa può essere lo scrigno del tesoro più importante?"

Scuoto la testa, non ne ho la minima idea.

"Andiamo, Queenie! Possibile che non ti venga in mente proprio niente? Niente niente?"

"Mi fai girare la testa con tutti questi soprannomi, non puoi sceglierne uno solo?"

Lui spalanca gli occhi. "E dove sarebbe il divertimento?"

Mi copro la faccia con le mani, con teatralità. "Non ce la possiamo fare!"

Chiudo gli occhi, assaporando i rumori di Venezia, ed è in quel momento che la vedo.

-

Avevo dieci anni e mia nonna stava cercando una cosa in soffitta. Una vecchia lettera, mi pare. Io gironzolavo, interrompendola in continuazione.

"Nonna Val cos'è questo?"

"Oh tesoro... che ricordi! Questo era un quadro che mi aveva fatto un artista di strada, a Londra."

"E questo nonna?"

"Questo, tesoro mio, è il primo libro che mi regalò tuo nonno."

"Il Mercante di Venezia? Di che parla?"

"Di saggezza e compassione..."

Un baule aveva attirato la mia attenzione. "E questo nonna? Cosa c'è dentro?"

Lei aveva sorriso. "Qui, piccola, c'è il tesoro più importante di tutti", aveva detto, facendomi l'occhiolino.

-

"So dov'è!", esclamo, alzandomi di botto e facendo cenno a Silver di seguirmi.

Quando arriviamo a casa lui è ansante. Mi segue per le scale, brontolando e sbuffando. "Ti odio, perfida donna malefica!"... Uno sbuffo. "Quella chiave...", un altro sbuffo, "ha aspettato quasi trent'anni!". Si ferma sulla scala e mi prende per il braccio.

"Ora arrivi tu, con tutta sta fretta...", un sospiro. "Da dove arriva sta fretta, eh?"

Rido e riprendo a salire.

Quando Silver mi raggiunge, sono davanti al baule, con la chiave in mano.

"Ah, perfetto. Tutta sta corsa e poi stiamo lì fermi a guardare. Aprilo, no?"

Mi inginocchio, e avvicino la chiave al baule. Non so se preferisco la versione nella mia testa in cui la chiave non funziona a quella in cui apro davvero il "tesoro".

Si avvera la seconda. La chiave si inserisce perfettamente e un click mi conferma che il baule, adesso, è aperto.

Lo apro con dolcezza, per rispetto alla nonna. Quando vedo quello che contiene, le lacrime iniziano a scendere, ribelli e copiose.

 Quando vedo quello che contiene, le lacrime iniziano a scendere, ribelli e copiose

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Solo una domanda, questa volta: secondo voi cosa ci sarà nel baule? ^^

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