Chapter 2

7 1 0
                                    

"Signorina Jenna, il Signor Baker l'aspetta in sala da pranzo" Amelia, la governante, si congeda con un dolce sorriso prima di chiudere la porta.
Amorevole e paziente donna, lei. É nata per questo lavoro, si vede che lo ama. Nonostante le difficoltà che riscontra nel rapportarsi con mio padre in ambito lavorativo, non ha mai peccato di puntualità, organizzazione, gentilezza e professionalità. Per non parlare di quanto più difficile sia stare dietro ad ogni esigenza di mia madre. Io, d'altro canto, cerco di non rendermi un ulteriore peso per lei, anche se non sempre mi riesce.

Dopo aver cambiato la camicia macchiata, avvisando la signora delle pulizie che necessitava di un'immediato lavaggio, mi rendo presentabile per raggiungere mio padre in sala da pranzo come richiesto.
Il tavolo è pieno di assaggi del buffet che immagino ci sarà domani.
C'è un infinità di roba, dal salato al dolce, dalla frutta ai carboidrati. Una vastità di scelta incredibile, non so neanche come farò a scegliere tra tutte queste opzioni, non riuscirei a mangiare nemmeno la metà per assaggiare tutto.

"Jenna, tesoro, abbiamo assunto un nuovo cuoco, specializzato in piatti vegetariani e vegani, per avere maggiore varietà, oltre ai classici" mi spiega.
"Questi sono parte del buffet principale, decidi quello che preferisci e Amelia lo comunicherà al cuoco. Lì c'è la torta" dice indicandomi il tavolo con le fette dei dolci "tra poco usciranno le portate della cena" continua.
Il suo cellulare comincia a squillare quando stava per aggiungere qualcosa.
"Devo andare ora, ci vediamo più tardi, la tartare di tonno rosso è speciale" mi dice, dandomi un bacio sulla guancia prima di uscire dalla sala.

Non posso mangiare tutti questi cicchetti e poi assaggiare anche le portate, è veramente troppa roba. Più di quella che una persona affamata potrebbe immaginarsi di contenere, potrei stare male se ci provassi.

"Amelia, chiama tutti i dipendenti, stila una lista dei loro preferiti e lasciala al nuovo cuoco" le dico avvicinandomi alla porta. Quando svolto l'angolo mi rendo conto del tono impositore con il quale mi ero posta, torno subito indietro. "Per favore" le sorrido quasi imbarazzata. Sembra apprezzare il gesto e allo stesso tempo non ci fa molto caso, come se fosse normale. Li ho sentiti spesso dire 'per favore e 'grazie', i miei genitori. Non siamo persone maleducate, forse tra i vari pensieri non ci ricordiamo la gratitudine tutte le volte che ci rivolgiamo ai nostri dipendenti. Quel che so per certo è che non voglio essere una figlia ricca alla quale è tutto dovuto.

Il vestito comprato ieri già non mi convince più, ma ormai non ho il tempo di uscire a comprarne uno nuovo. La parrucchiera e la make up artist sono appena uscite dalla mia camera, non mi rimane che raggiungere tutti in giardino. A quanto pare le segretarie di mio padre avevano dato indicazione anche per il dresscode dal momento che tutti gli invitati sono vestiti di bianco. Mi chiedo se mi fosse sfuggito il piccolo dettaglio o se sanno bene che per le occasioni eleganti vesto sempre lo stesso colore.
Mentre mio padre mi avvolge i fianchi e invita gli ospiti al brindisi post discorso, non faccio altro che pensare al fatto che oggi mi sono decisamente svegliata male. Non ho voglia di festeggiamenti. Una lieve forma di malinconia mi pervade il petto e mi comprime, la testa è piena di pensieri negativi e vorrei solo andarmene, anche se non risolverebbe il problema.
Mio fratello maggiore Liam, pettinato e impostato come sempre, batte delicatamente il calice contro il mio facendomi accorgere della fine del discorso. Sorrido agli invitati che riempivano il giardino, feci cin con mio padre e mia madre per poi scendere la lunga scalinata, inspirando profondamente prima di inoltrarmi in mezzo alla folla ed essere riempita di baci, auguri e complimenti.
Ne conosco pochi ma sorrido e ringrazio ugualmente, una fila infinita di sconosciuti venuti qui per concludere affari più che festeggiare il mio ventesimo compleanno. Tiro un sospiro di sollievo quando riesco a raggiungere Kim e Ashley, sollevano calici pieni dai vassoi dei camerieri ogni volta che ne passa uno. Mi aggrego a loro per mandare giù il nodo in gola. Sono solo le cinque e la serata durerà fino a notte inoltrata.

Annuisco e fingo di seguire i discorsi di Ashley, Jonathan e altri due ragazzi. Non so chi sono ma probabilmente devo averli visti a qualche inaugurazione o cena aziendale. Forse sono amici di famiglia incontrati a feste natalizie o pasquali.
So solo che sono stata abbastanza brava per reggere tutta la serata, l'orologio segna le undici passate e credo di potermi finalmente congedare dalla festa.
Incrocio lo sguardo di mio padre che mi fa un cenno con la mano per raggiungerlo, avviso i ragazzi impegnati in discorsi politici che li avrei raggiunti più tardi, anche se so che non era vero. Mentre mi avvicino a mio padre noto che sta parlando con una famiglia schifosamente ricca, i loro vestiti e le loro espressioni parlano da sole. Con loro un giovane ragazzo, viso pulito e impostato proprio come Liam. Fortunatamente altri invitati bloccano la mia strada per ulteriori auguri e saluti, incrocio velocemente lo sguardo di mio padre che mi aspetta ma sorride pazientemente sapendo bene che i convenevoli sono d'obbligo. Prendo la palla al balzo per scappare una volta salutati i signori, quando mio padre non guarda. Penserà che sono stata trattenuta da qualche altro ospite.

Mentre cammino velocemente tra la folla per sfuggire ad ulteriori chiacchiere e familiari non graditi, noto in lontananza Kim. Ora che ci faccio caso è sparita da qualche ora. Ero così distratta dai miei pensieri che nemmeno mi ero accorta, meglio così, dal momento in cui l'impegno che la trattiene è litigare animatamente con mio fratello.
È innamorata persa di lui e lo so bene, Liam invece ha sulle spalle la responsabilità delle aziende e non ha il tempo di pensare ad una relazione seria. Certo, avrebbe potuto pensarci bene prima di andare a letto con lei non so quante volte. Comunque non sono affari miei, finché non me ne parlano io sono tranquilla. Kim sa che non mi interessa, che possono fare quel che vogliono.

Dentro casa gli unici rumori che si sentono provengono dalla cucina, dove i cuochi staranno ormai sistemando le ultime cose visto che le portate hanno smesso di uscire da un pezzo. Per un attimo penso di andare a congratularmi con il nuovo chef per la bontà e puntualità di ogni piatto, ma sono stanca di parlare e di interagire con il mondo quindi decido di andare in camera. Oltrepasso la cucina e dalla porta aperta intravedo due ragazzi, uno di spalle dai capelli ricci, l'altro di fronte a lui li ha neri corti, è girato nella mia direzione e incrocia il mio sguardo. Il ragazzo di spalle si accorge della sua distrazione, mentre si gira per capire qual è la causa, imbocco il corridoio e sparisco dalla loro vista.

BLUE || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora