Capitolo 2

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Dopo tanti giorni eccomi qui. Davanti al mio armadietto dei traumi a pregare mentalmente di non ritrovare un altro scherzo di Victor.

Victor è il classico bulletto di scuola che prende di mira tutti, tranne i suoi amici e le sue puttane.

Qualche anno fa ricordo che aveva letteralmente litigato di brutto con mio fratello, e da lì ha iniziato a prenderlo in giro, ma visto che mio fratello ora lavora ha preso di mira la Elenor junior. Cosí è come mi chiama lui.

Nell'armadietto non c'era niente, ma neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo che qualcuno mi sbatte fortemente alla porticina del metallo, facendo creare un boato in tutto il corridoio.

Era Victor, ovviamente, insieme ai suoi amici.

<<Victor lasciami stare.>> faccio per scollarmelo di dosso, ma un suo amico rosso mi prende fortemente dai polsi bloccandoli.

Victor mi prende bruscamente dal mento facendo incrociare i nostri occhi.

<<E da un po' che non ti fai viva, Elenor Junior. Piccola vacanza con mammina e papino, oh che sbadato... sono morti.>> i suoi amici ridacchiarono.

Sono abituata alle sue battutine. Non mi fanno piú né calco e né freddo.

<<Ok. Ti levi ora? Ho storia.>> dico annoiata.

<<Forse con te bisogna le maniere forti... mhh si. Portatela in bagno.>> ordina ai suoi cagnolini, e subito inizio a dimenarmi per non farmi prendere in braccio.

Una voce fece fermare tutti i loro movimenti.

<<Calser, avrai l'onore di far visita alla preside, insieme ai tuoi amici.>> era tanto famigliare questa voce.

Gli amici di Victor mi buttarono a terra facendomi tanto male, e se ne andarono sghignazzando.

Non do tanto peso al mio ginocchio sbucciato, e raccolgo velocemente il libro di storia e lo zaino.

Volto le spalle a qualsiasi professore sia, nemmeno dire un: "Grazie".

<<Grace. Aspetta.>> mi fermo all'istante.

No non può essere.

Mi giro lentamente, e mi ritrovo lo stesso tipo di ieri, Nopah.. Noah o come cacchio si chiama.

<<Ciao.>> rispondo indifferente provando a scappare di nuovo, ma sento la sua presa delicata sul mio braccio.

<<Grace hai il ginocchio ferito.>> mi fa notare.

<<Non fa niente sul serio. Adesso devo andare, ho storia. La ringrazio.>> balbetto.

Mi sorride.
<<Insisto Grace. Ti accompagno in infermeria due minuti.>> non mi darà tregua.

<<Poi mi lascerà in pace?>> chiedo.

Annuisce.
<<Ti daró pace. Ah approposito...>> inizia a cercare qualcosa nella sua borsa da insegnante.

Mi porge con un sorriso il mio libro che ho fatto cadere ieri nel bosco.

Lo prendo sotto il suo sguardo.

<<Grazie mille.>> arrosisco vedendo che mi fissava intensamente.

<<Di niente. Dai andiamo, poi parleró io con il tuo professore per il tuo ritardo.>>

Insieme ci incamminiamo verso l'infermeria, e nel mentre parlavamo di tutto, e devo dire che è un tipo molto divertente.

Solo divertente.

The eyes of love || Noah WindsorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora