prologo

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era tutto quello che avevo.
era tutto quello che mi serviva.
-charles bukowski

buio

l'unica cosa che riuscivo a percepire era il dolore quelle mani che non facevano altro che, graffiarmi e colpirmi.
il mio corpo bruciava sempre di più a ogni colpo.

"ti prego..."
dissi al mostro davanti a me, sperando che mi lasciasse stare anche solo per poco, ma l'unica cosa che faceva era ridere e urlarmi contro insulti troppi forti per una bambina.

"sei solo una mocciosa che non rispetta le regole, ecco cosa sei!!"

e uno schiaffo mi colpì in pieno viso, mi iniziò a bruciare, ma non ci feci caso visto che dopo quel colpo c'è ne furono di più forti.

"non l-o f-arò p-più"

dissi con le poche forze che mi erano riamste e per fortuna quei colpi cessarono, era ancora buio, non riuscivo a capire se quella bestia fosse  ancora lì pronta a colpirmi.

l'unica cosa che sentì furono dei passi, veloci, esattamente come la mia paura, che ritornò a farsi strada nel mio corpo, ma quando pensavo che sarebbe ricominciato l'inferno, venni avvolta dal calore di un abbraccio e quando sentì quel buon odore, così familiare, capì subito che quel calore umano, che mi fece dimenticare subito il dolore degli schiaffi e dei colpi che avevo ricevuto fino a poco prima, era quel bambino che mi è stato sempre affianco e lì iniziai a sfogarmi, piangendo e urlando, con l'unica persona con cui riuscivo a essere me stessa, perché sapevo che non mi avrebbe mai giudicata, perché siamo entrambi rotti e nessuno sa cosa sento più di lui...

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