Giro a zonzo tra gli scaffali del supermercato, fingendo di cercare qualcosa mentre i ragazzi sono sparsi in altre corsie con le loro liste di prodotti. Imbocco la successiva e trovo Harry tra le scatole di farina e lievito. Mi affianco a lui e osservo lo scaffale, imitandolo. Non ci capisco davvero niente, nel tentar di leggere le differenze mi viene mal di testa. Così tanti prodotti tutti simili ma diversi tra loro.
"Hai trovato quello che cercavi?" Chiede senza guardarmi, continuando a leggere le etichette delle farine.
"No" fingo. "Tu?" Domanda stupida, ma vorrei conversare e non so esattamente cosa dire. Sono abituata a sentir sempre parlare dei soliti discorsi noiosi e non so che topic affrontare con le persone.
"Farina tipo zero zero e lievito in polvere" risponde posando gli ingredienti nel carrello, girandosi poi per guardarmi negli occhi. Mi piace quando lo fa, anche se devo ancora decifrare le sue espressioni.
Camminiamo fianco a fianco mentre cerca il resto dei prodotti nella lista."Cosa preparerai?" Chiedo annoiata.
"Una torta per domani"
Un piccolo sorriso si fa largo nel mio viso. Non sono una golosa di dolci ma la torta del mio compleanno era davvero buona.
Mi accorgo delle sensazioni di spensieratezza e leggerezza che sto provando, una pace che non sentivo da tanto tempo. Mi irrigidisco per un attimo, devo focalizzarmi sull'obiettivo, conoscere Harry e tramare qualcosa per vendicarmi. Nonostante questi piccoli momenti di gentilezza, dovuti probabilmente al fatto che sono la figlia del suo capo, non devo dimenticare l'incidente del caffè e sopratutto il modo brusco in cui mi ha parlato. E non perché deve portare rispetto a me perché 'sono io', perché non è il modo di trattare una persona, anche se fossi stata una dipendente la sua arroganza non era giustificata. Sarà mio compito insegnargli la lezione."Ho trovato una cassa di birre per questa sera" il cuoco al settimo cielo sventola le dodici birre che tiene in mano, mostrandole fiero ad Harry. Poi incrocia il mio sguardo e si ricompone, come se si fosse scordato che c'ero anche io, che non devo vedere o sapere nulla al riguardo.
Harry si gira verso di me, dopo aver studiato i suoi movimenti, per poi tornare al collega e con tutta la serenità e tranquillità che lo contraddistingue gli dice "prendine due, per domani".
L'altro ragazzo sbarra gli occhi, di nuovo, come se Harry avesse pronunciato le peggiori parole al mondo.
"Rilassati Zayn, non sta scritto da nessuna parte che quando non siamo di turno non possiamo concederci una birra" cerca di tranquillizzare l'amico, Zayn. Solo ora mi accorgo di non essermi minimamente interessata al suo nome.
Più tempo passo con loro e più mi accorgo di quanto io assomigli alle persone che tanto disprezzo, pensavo di essere più umile e gentile. Pensavo di essere migliore, meno altezzosa, più altruista e generosa con il prossimo. Invece sono una delle tante ragazzine viziate figlie di papà alle quali è tutto dovuto. La cosa mi rende triste ma posso cambiare, no? Posso scegliere di essere diversa, migliore.
Sento i ragazzi bisbigliare qualcosa riguardo il fatto che con me qui, non possono più andare dove avevano organizzato, sul fatto che la mia presenza li limiti negli spostamenti. Ho anche sentito Zayn dire di non provarci, che non voleva guai né problemi, mentre Harry suggeriva di fare un tentativo, che secondo lui c'era una probabilità che io avrei accettato.
"Accettare cosa?" Decido di interrompere la loro conversazione 'privata'.
Zayn ha la solita espressione non molto convinta, ma ad Harry non sembra interessare, è sicuro di come pensa che potranno andare le cose.
"Volevamo andare alle cascate, non che ci abbiano lasciato molto tempo libero ma non ci hanno nemmeno dato orari ferrei da rispettare. Possiamo andare insieme e tacere sull'accaduto, oppure torniamo a casa e ognuno torna al suo posto" spiega Harry.
Ognuno torna al suo posto suona come se non dovessi trovarmi qui con loro e che nemmeno a casa, eventualmente, dovrei farmi intrattenere dai dipendenti.
Chi l'ha deciso? Dove sta scritto? Non ho intenzione di non parlare più con loro solo perché lavorano per mio padre. Andremo alle cascate."Andiamo" rispondo, imitando Harry poco fa, sul ghiaino di casa mia.
Gli sorridono gli occhi al suono delle mie parole, forse la prima espressione che riesco a leggere sul viso di Harry. Zayn invece è cristallino, non è difficile capire cosa prova perché esterna come un ragazzino adolescente. "Ha-ha" sorride, chiudendo la mano in un pugno spingendo il braccio avanti e indietro due volte come quando qualcuno esulta per una vittoria.
Il gesto mi fa ridere.
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BLUE || H.S.
FanfictionLui uno chef di alto livello, lei una giovane ricca e annoiata. L'unica cosa che hanno in comune è il padre di lei che è il capo di lui. Potrebbe davvero funzionare? O rischiano di perdere lavoro e famiglia per una fissa passeggera? Might delate la...