Capitolo 47.

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Jungwon in un primo momento esitò, ma si fece forza e suonò quel maledetto campanello. Avrebbe voluto festeggiare il compleanno con i suoi amici, indipendentemente se uno di loro era stato crudele con lui; perciò si decise finalmente ad andare da Jaeyun per chiarire. Era molto nervoso, siccome i due non si parlavano da quel pomeriggio movimentato, in cui Jungwon gli si sarebbe avventato addosso, se non fosse stato per Heeseung, che lo tratteneva. Jaeyun, inoltre, si mostrava sempre accondiscendente a chiedere scusa, nel caso si accorgesse di avere torto, ma questa volta aveva rifiutato qualsiasi via diplomatica per chiarire. Questo, infatti, sarebbe stato l'ultimo tentativo del ragazzo.

Al primo tentativo nessuno aprì, perciò Jungwon suonò di nuovo. Era sicuro che Jaeyun era barricato in casa; sapeva che odiava uscire col freddo, senza un valido motivo, in più il periodo degli esami non era neanc'ora concluso.
Suonò una seconda volta e poi una terza.

"Jaeyun! Lo so che sei in casa! Apri la porta. Apri!"

Un cane iniziò ad abbaiare alle sue spalle.

"Sono qui." Rispose Jaeyun.
Questa volta aveva un valido motivo per cui uscire di casa: doveva portare fuori il suo Border Collie, Layla. Non gli importava di niente, né del freddo, né dello studio, se doveva accontentare i bisogni corporei della cagnolina.

Jungwon si voltò di scatto, giusto in tempo per vederla correre verso di lui, scodinzolando allegramente, muovendo in ogni parte il suo pelo lungo color crema.
"Layla!" Esclamò, chinandosi per accogliere il suo abbraccio peloso, umido e puzzolente. Layla fece le feste al suo vecchio amico, leccandogli le mani, vorticando su sé stessa e abbaiando.
"Ciao, bella!" La salutò affettuosamente. "Sai che puzzi? Sì, puzzi proprio di cane bagnato."

"Si è rotolata nella neve." Intervenne Jaeyun. La sua espressione torva fu tradita da un piccolo accenno di sorriso.
Dopodiché richiamò la sua cagnolina all' ordine: "Layla, basta. Vieni qui." Lei ubbidì immediatamente. Anche senza guinzaglio sapeva essere disciplinata e mansueta. Trotterellò dal suo padrone, facendo dondolare allegramente la coda a ritmo dell' andatura.

Jungwon scese dalla veranda e si avvicinò a Jaeyun.
"Mi ricordo ancora quando l'hai portata a casa. Era ancora piccola e tu piangevi dalla gioia. Mi sembrava solo ieri."

L'amico non disse niente. Meditava, assorto in quel ricordo. Quando finì, la sua mente fu riportata subito al presente, nello specifico alla data di quell' esatto giorno: 9 febbraio. La conosceva bene.
"Oggi compi vent'anni. Ti faccio tanti auguri." Successivamente si diresse verso la porta d'ingresso. "Vieni, Layla." Al suo richiamo la cagnolina trotterellò ancora, affianco al padrone.

"Aspetta, Jaeyun, devo parlarti!"

Com'era inevitabile che accadesse. Si fermò e abbassò lo sguardo.
"Sì... Immaginavo."

"Allora voltati e chiariamo una volta per tutte. Ci metteremo poco."

Jaeyun esitò. Strinse il pugno. Intanto Layla scodinzolava davanti alla porta, in attesa che il padrone la portasse dentro, al caldo e che la asciugasse contro la sua volontà, con un asciugamano pulito.

Jungwon si avvicinò ancora.
"Jaeyun... Ti prego. Voglio solo parlarti con calma, senza alzare le mani."

Controvoglia il ragazzo si girò. Il suo sguardo era torvo e non dava segni di addolcirsi, la bocca era contratta in un accenno di ringhio.
"Allora parla. Ti ascolto."

Esitando, cercava di capire come iniziare la discussione. Layla adesso gli sostava davanti e lo guardava con grandi occhioni vispi e dolci. Gli aveva portato la sua pallina preferita, che era stata sepolta dalla neve, in giardino.
Il suo sguardo si incrociò con quello di lei, come per cercare aiuto. Le appoggiò la mano sulla testa e le scompigliò il pelo color crema.
In quegli occhioni trovò un appiglio, un modo per iniziare. Sollevò lo sguardo e disse: "le tue parole mi hanno profondamente ferito e anche Hee. Lui, poverino, non è più lo stesso, da quel giorno..."

Caduto dall' Olimpo~ Jaywon ✿Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora