Dylan

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Osservai Amira e Anastasia sedute nel mio salotto, con i loro bicchieri d'acqua in mano. Avevo informato Diego che le sorelle lo stavano aspettando; avevo dovuto scrivere a Guido per rintracciarlo, ma alla fine ci ero riuscito.
Non riuscivo a smettere di pensare a quanto fosse cambiato il mio rapporto con Amira nel corso degli anni.
La conoscevo da sempre; un tempo eravamo inseparabili, eppure ora c'era una distanza che io stesso avevo costruito. 
'Perché mi sento così strano ogni volta che la vedo?' Lei è sempre stata quella con la testa sulle spalle, **la mamma del gruppo** come la chiamavano.
Ogni volta che la vedo sorridere, so che dietro a quel sorriso nasconde qualcosa di talmente profondo, che neanche io riesco a capire.
"Diego è arrivato," dissi freddo. Amira mi guardò e poi disse "o-ok, g-grazie" con un tono così dolce. Vedendo scendere le ragazze, mi chiusi nei miei pensieri, come succedeva ogni sera quando stavo da solo.
Mi avvicinai alla finestra e vidi uscire dal mio cortile le due sorelle. Il mio sguardo vagava tra tutte e due, eppure il mio sguardo era sempre puntato su di lei. Non sapevo cosa mi attirasse di Amira, ma era meglio non pensare a questo argomento perché Amira era off-limits, soprattutto per la sua famiglia e per Diego. Non avrei mai rovinato la mia amicizia con lui. Mi allontanai dalla finestra e mi misi sul divano. Erano le 2 e mezza; mi sarei dovuto mettere a dormire, ma presi il mio telefono e aprii TikTok, quel maledetto social. Mi ci incastravo ore a scrollare. Poi, dopo qualche ora, decisi che era ora di dormire.
Dopo qualche ora mi svegliai come sempre, avevo dormito appena 6 ore.
Mi alzai e mi preparai per andare a correre a Villa Borghese. Dopo due ore buone decisi di ritornare a casa. Dovevo andare a casa di Diego per fare la **farsa** con i suoi genitori e parlare di ieri sera. Odiavo fare quella cosa ogni volta che le sorelle di Diego uscivano, ma sapevo che era l'unico modo per permettere un po' di libertà ad Amira e Anastasia.
Il mio telefono vibrò, quando lo presi in mano vidi che era Diego: "Ci vediamo tra un'ora? I miei genitori vogliono parlare di ieri sera." Risposi: "Ok, arrivo tra poco."
Mi preparai, misi un maglione di cashmere di Loro Piana, un pantalone nero sempre di Loro Piana e i mocassini di pelle di Hermès.
Arrivai davanti casa dei Welca. Come succedeva ogni settimana, dovevamo fingere davanti ai genitori di Diego che eravamo stati con loro tutta la serata. Entrando in casa Welca per iniziare la **farsa**, io e Diego rispondemmo a tutte le domande in modo sicuro, come avevamo fatto tante altre volte.
Passato questo, Diego mi si avvicinò: "Grazie per aver coperto le ragazze ancora una volta."
"Lo faccio con piacere, anche loro meritano di divertirsi, sono delle ragazze," dissi freddo. Diego sapeva cosa pensavo a riguardo della sua famiglia. "Già," disse con lo sguardo perso. "Che ne dici di fare qualche sgommata?" Accettai perché amavo guidare, soprattutto con Diego. Prendemmo la mia bambina, una Lamborghini Sian FKP37 con 819 cavalli, un gioiellino.
Guidare con quella in centro era come se un monumento si muovesse, tutti ti guardano.
Entrati in auto, Diego mise subito la musica, fece partire una canzone. "Ti ricordi di quando ascoltavamo questa canzone da ragazzini?" disse Diego, con un sorriso nostalgico.
"Amira la metteva sempre," dissi anche io, nostalgico. 
"Già, era innamorata di quel film... come si chiamava?" disse Diego. "Non mi viene proprio in mente," si sforzò, ma nulla. 
"Tre metri sopra al cielo," dissi. Ogni volta eravamo costretti a vedere quel film e ascoltare questa canzone. "Bravo, giusto, e ogni volta che finiva di vedere quel film, metteva questa canzone."
Diego cominciò a cantare: "Perché fa male, male, male da morire senza te..." "Tiziano Ferro, miglior cantante," disse Diego sorridendo. 
Continuai a guidare. Vedendo Diego, decisi di fare di tutto per proteggere il mio  rapporto con Diego.
Devo stare il più lontano possibile da Amira.

Dietro le maschere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora