Era passata una settimana da quando avevo accettato l’appuntamento con Lorenzo e finalmente questa sera avrei visto cosa si era inventato per realizzare il mio sogno. Temevo seriamente di averlo messo in difficoltà. Forse avrei dovuto scrivere semplice che accettavo il suo invito.
Bussarono alla porta e il cuore mi balzò in gola. Eccolo! Non mi ero mai sentita così agitata nemmeno per Nicolas.
Applicai un ultimo strato di rossetto, ravvivai i capelli e andai ad aprire.
<<Buona sera Signorina>>, mi salutò in una riverenza Federico <<La sua auto è giù che l’aspetta>>
Trattenni a stento una risata. Indossava un frac scuro con tanto di papillon e capelli impomatati.
<<Ecco lo sapevo. Stai ridendo>>
<<Invece no>>, dissi stringendo le labbra <<Sei molto… affascinante>>
<<Siete in debito di una marea di favori>>
<<Io non c’entro. Sono stata invitata>>
<<Hai riso!>>
<<No. Affatto>>
Mi guardò di traverso. <<Okay, forse un pochino>>
Entrò nella stanza e andò a specchiarsi per scompigliarsi i capelli. <<Ecco, ora va decisamente meglio. Andiamo?>>
<<In realtà…>>
Si voltò di scatto. <<Non puoi!! Non dopo tutto quello che ha preparato!! Mi ha fatto perfino conciare in questo modo così ridicolo!! Lo so sei spaventata, ma non tutti gli uomini sono come Nicolas. E’ vero, mio fratello all’inizio è stato uno stronzo ma fingeva. Ora è finalmente se stesso e credimi non l’ho mai visto così innamorato di nessuna e io l’ho visto nascere!!>>
Esplosi in una risata e lui mi studiò confuso. <<In realtà>> ripetei <<Non sono ancora pronta. Devo mettere le scarpe, ma grazie per l’incoraggiamento. Mi serviva>>
Arrossii imbarazzato. <<Direi che non sono affatto agitato>>
<<Lo vedo>>, risposi per poi riderci su insieme.
Qualche minuto più tardi uscimmo in strada dove lui mi aprì la portiera posteriore dell’auto.
<<Signorina sa che è più bella del solito? Mio fratello è un ragazzo fortunato. Se non le avesse già chiesto di uscire lo avrei fatto io. Lo invidio>>
Avvampai. <<Grazie>>
Mi sorrise e chiuse lo sportello, poi si accomodò al posto di guida.
<<Posso sedermi accanto a te? Mi sentirei meno a disagio>>
<<Mi dispiace signorina. Fa parte della magia>>
<<Ti prego>>
<<No!>>
<<Dai>>
<<No!>>
<<Almeno la smetti di parlare strano?>>
<<No!>>,
Mi imbronciai teatralmente e lui ridacchiò guardandomi dallo specchietto retrovisore. <<Il vestito da pinguino - la vendetta. Parte uno>>
<<Molto divertente>>, gli feci il verso.
<<Ah! Prima che me ne dimentichi, è tutto merito mio anche se lui ti dirà il contrario>>
<<Sono passati sette giorni. Dev’essere stato molto impegnativo>>
<<Mi dispiace signorina. Non posso dirle nulla>>
<<Ricominci?>>
<<Certamente>>
<<Ti sto odiando lo sai?>>
<<Certamente>>
Scherzammo ancora e ancora finché non fummo a destinazione dove si voltò e mi consegnò una scatolina. Il mio stomaco divenne il ring perfetto per un incontro di pugilato. Peccato che non ci fossero né vincitori né vinti. Solo tanta nausea.
<<E’ per te. Aprila!>>
<<Una fascia e un paraorecchie?>>, chiesi estraendoli dalla confezione.
<<Sì>>
<<Non dirmi che devo…?>>
<<Sei pronta?>>
<<La verità? No>>
Mi prese una mano. <<Le cose che ti ho detto nella tua stanza sono vere. Non l’ho mai visto così preso né tanto meno l’ho mai visto impegnarsi tanto per una ragazza. E prima scherzavo, si è veramente fatto in quattro per questa serata quindi lasciati andare.>> Ammiccò <<Il tema è questo, no?>>
In effetti gli avevo chiesto di non pensare. <<Okay…>>, dissi in un moto di coraggio <<Ma prima di andare: grazie per avermi distratta lungo il tragitto>> Gli diedi un bacio sulla guancia <<Sei un vero amico>>
<<Avrei sperato in qualcosa di più ma mi accontenterò>>
<<Che scemo che sei>>
<<Ehi!>>, esclamò <<Tra un po’ sarò le tue orecchie e i tuoi occhi>>
<<Come se non fossi già abbastanza agitata>>
Mi fece una smorfia <<Tranquilla, tu non lasciarmi e ti prometto che ti porterò da lui sana e salva. Ti chiedo solo di fidarti di me e di non toglierti la benda per nessun motivo>>.
<<Okay>>
Mi aiutò a prepararmi e scendemmo dall’auto. La mia ansia cresceva passo dopo passo.
<<Dove mi stai portando? Non eravamo arrivati?>>, gridai senza ottenere risposta dopo aver percorso quello che percepii come lungo viale, aver sceso delle scale e ripercorso un altro tratto di strada. Si fermò. <<Cosa succede? Federico, dove sei? Federico? Federico?>>
Tastai l’aria e una mano afferrò la mia. Le parole mi morirono in gola. Era Lorenzo, era lui, lo riconoscevo! Quante volte ormai lo avevo stretto durante le riprese, baciato, accarezzato, sfiorato… eppure ora era tutto diverso. C’eravamo solo noi, senza cineprese, macchinisti, personaggi… solo io e lui.
Chiusi gli occhi e cercai di assaporare ogni più piccola particella d’aria e sentirmi finalmente libera. Libera di averlo al mio fianco senza paure. Il suo profumo mi inebriò e nonostante ce ne fosse uno ben familiare nell’aria non gli diedi peso. Volevo con tutte le mie forze smettere di pensare e vivermi quella serata come se fosse l’ultima.
<<Sei una fifona…>>, sussurrò al mio orecchio sollevando appena il paraorecchie e solleticandomi il collo. Mi voltai verso quella voce e mi tolse la benda. Il suo sorriso luminoso fu la prima cosa che vidi. Quel poco di fiato che mi restava nei polmoni si dissolse. Era vicinissimo.
<<Dei fratelli Carrara non ci si può fidare>>
Sorrise divertito e mi tolse il paraorecchie. Il rumore del mare mi inondò la mente. Mi voltai e una romantica cena a lume di candele era stata allestita solo per noi sulla spieggia. La tavola era bassa ma ricca di fiori e portate. Al posto delle sedie c’erano dei grossi e morbidi cuscini appoggiati su una coperta enorme e il tutto era avvolto in delle luci d’esterno sorrette da quattro pali di legno e da candele e lanterne sparse qua e là.
<<Wau! E’ bellissimo!>>
<<Vieni, sediamoci>>, disse prendendomi per mano. Il cielo era limpido e cosparso di stelle. L’aria calma e silenziosa. Solo le onde del mare osavano farsi sentire in quella pace.
<<C’è anche la luna>>, disse indicando il cielo. La guardai rapita. Era grande e luminosa e sembrava così vicina…
<<Grazie>> Gli rivolsi la mia attenzione e per la prima volta da quando lo conoscevo mi sembrò arrossire. Mi servì la prima portata e la nostra cena iniziò. Tra una chiacchiera e una risata la serata volò letteralmente via.
<<E’ bello vederti finalmente sorridere spensierata.>>
<<Era mancato anche a me>>
Mi porse la mano e io gli diedi la mia. Raggiungemmo la riva. <<Lo senti?>>, chiese mettendosi in ascolto. Lo imitai. <<Ho sempre pensato che qualsiasi problema si abbia la voce del mare sa farsi ascoltare regalandoci degli attimi di tregua dove ogni pensiero sembra svanire nelle onde. Certo non li cancella, ma sa come donarci un po’ di serenità>> Mi guardò penetrante <<Per te vorrei essere lo sciabordio delle onde e lenire tutte le ferite che la vita ti ha dato. Certo non potrò cancellarle né prevenirle, ma posso starti vicino. So che Nicolas ti ha ferita e ora non hai la forza per cimentarti in una nuova storia, ma ti posso assicurare che non sono lui e che ti amo come non ho mai amato nessuna. Ti aspetterò per tutto il tempo di cui avrai bisogno. Ti chiedo solo di non lasciarmi dietro a quel muro di freddezza che si è creato tra noi e di dirmi sinceramente se ho almeno una possibilità>>
Il cuore mi si fermò per alcuni secondi poi accelerò travolto da un fremito di emozioni. Stavo per sbagliare? Forse. Avrei dovuto darmi più tempo e privilegiare la mia carriera concentrarmi su me stessa per superare i miei momenti bui? Sì. Potevo incorrere negli stessi errori fatti con Nicolas? Sì. Eppure non desideravo altro che amarlo ed essere amata da lui. Non riuscivo più a negarlo, nemmeno a me stessa.
<<Per quanto tempo potrei prendermi la mia risposta non cambierebbe. So quello che provo per te. E’ l’unica certezza che ho tra la confusione. Io ti amo>>
Entusiasta e forse anche un po’ incredulo mi baciò, ribaciò e baciò ancora. Il buio era ancora lì ma sembrava meno minaccioso.
<<Ho un’altra sorpresa per te>>
Mi guidò lungo la battigia finché non raggiungemmo un secondo spazio allestito con coperta, cuscini, luci e candele. Questa volta al centro non c’era un tavolo ma una chitarra.
<<Hai ricominciato?>>
<<Sì>>
Ci sedemmo e iniziò a suonare la melodia di cui mi aveva canticchiato il ritornello quando mi aveva rivelato di essere ritornato a comporre.
<<L’hai terminata!! >>
<<L’hai riconosciuta>>, sorrise compiaciuto
<<Sì. E’ bellissima! Travolgente. Sentita. Ma allo stesso tempo dolce e romantica!!>>
<<E’ ciò che sento quando ti sono vicino. Mi mancano le parole ma è difficile scrivere quando le uniche a cui penso sono: ti amo Victoria>>
<<Riuscirai a trovare anche quelle>>, dissi avvicinando il mio viso al suo. <<Ne hai già altre due: ti amo anch’io>> Lo baciai e passammo il resto della serata tra abbracci, baci, musica e stelle.
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Ciak...Amore!
ChickLit《COMPLETA》 Victoria Salvatore è una giovane attrice che per uno strano gioco del destino si ritrova a recitare in un film d'amore con Lorenzo Carrara, il suo idolo musicale da ben otto anni. Tutto sembrerebbe perfetto se non fosse che lui la odi anc...